Tre alluvioni in sedici mesi, quasi tutte negli stessi territori. A parte qualche eccezione, un fenomeno che si ripete. Quello che tutti si chiedono è: era prevedibile? Ne abbiamo parlato con Pierluigi Randi, presidente Ampro, Associazione meteorologi professionisti.
Pierluigi Randi: “Con i temporali ampia forbice tra gli scenari”
Dottor Randi, sapevamo che era in arrivo “Boris”, eppure nessuno si sarebbe aspettato una tragedia del genere. Cosa non ha funzionato nei modelli previsionali?
Il problema sono stati i vari temporali: il modello fa fatica non solo a vederne la formazione, ma anche a prevedere quanto dureranno. Così, nel caso dei giorni scorsi, la forbice ipotizzata tra gli scenari migliori (circa 150mm di pioggia) e quelli peggiori, con una previsione di circa 300-350 mm, è molto ampia. Purtroppo questa volta si è verificato lo scenario peggiore. Va anche aggiunto il fatto che, dopo quello che è successo l’anno scorso, è difficile dire tre o quattro giorni prima “attenzione sta per succedere di nuovo” quando lo spread è così largo. Purtroppo questo tipo di scenario si presta a grandi incertezze.
Quali le differenze rispetto all’alluvione 2023?
A maggio dello scorso anno non ci sono stati temporali, ma piogge battenti continue. Quando non ci sono acquazzoni, i modelli sono molto affidabili, con un basso rischio di errore. Le precipitazioni temporalesche così intense sono un grosso problema, perché lasciano poco tempo per organizzarsi. L’acqua scende verso valle a cascata e l’innalzamento dei fiumi è molto più veloce. Va anche considerato il fatto che settembre è un mese in cui i temporali sono all’ordine del giorno, a differenza di aprile e maggio dove sono più rari.
Quindi paghiamo lo scotto di un’estate bollente.
Quella di quest’anno è stata la seconda estate più calda dal 1800, battuta solo dal 2003. Negli ultimi anni stiamo assistendo a un raggruppamento di estati caldissime e il mar Mediterraneo, e l’Adriatico in particolare, immagazzina calore in eccesso. Con temperature così alte, il mare immette vapore acqueo in atmosfera, convertito in piogge intense quando arriva la perturbazione. L’acqua, come dico sempre, è ‘pigra’: si riscalda e si raffredda lentamente, restituendo man a mano vapore acqueo all’atmosfera. In una situazione ordinaria non succede nulla, ma in presenza di una perturbazione è facile che si scatenino temporali di grande intensità, non solo da noi, ma in tutta Europa.
Se nel corso dell’autunno dovesse arrivare un altro ciclone saremmo a rischio?
Purtroppo si, non la Romagna necessariamente, potrebbe accadere in qualsiasi parte dell’Italia o anche nei paesi vicini.
I valori degli accumuli dell’acqua sono abbastanza impressionanti.
Sì, lo sono anche per noi, addetti ai lavori. A Faenza città sono caduti tra il 17 e il 19 settembre 200,8 mm di pioggia. Considerato che a Faenza il valore medio mensile di settembre è di 75 mm, è piovuto quasi il triplo in due giorni. In collina però le cose peggiorano di parecchio. A San Cassiano, sempre tra martedì e giovedì, sono caduti 360mm di pioggia, addirittura quattro volte in più rispetto a un mese di settembre ‘normale’. Di questi 360 mm, però, ne sono caduti ben 120 in tre ore, tra le 15 e le 18 di mercoledì. A San Cassiano non ci sono precedenti di precipitazioni così abbondati: in sole sei ore sono caduti 164mm di pioggia, che sarebbero già tantissimi se spalmati sulle 24 ore.
Continuando la carrellata, cosa abbiamo?
Tredozio con 287mm di pioggia, sempre tra il 17 e il 19, 324 mm a Brisighella, 298 a Rontana, 340 a Modigliana. Sono valori estremi, totalmente al di fuori della scala climatica. Va detto che sulle precipitazioni in 24 ore, l’evento di questa volta è stato superiore ai due singoli dell’anno scorso, due episodi gemelli a poca distanza. L’anno scorso il problema è stato proprio questo.
“Il problema non è dragare i fiumi, ma allargarli e ridare loro più spazio”
Viviamo in una pianura alluvionale, dovremo imparare a convivere con questi fenomeni?
Sì, anche perché le estati così calde sono destinate a manifestarsi anche nei prossimi anni, con conseguenti mari ‘bollenti’ e piogge in autunno. Dovremo imparare ad adattarci e a conviverci. Quello che è accaduto si avvicina molto alle “alluvioni lampo”, quando le precipitazioni avvengono in tempi brevi, uno o due giorni al massimo. La Pianura Padana è sempre stata investita da alluvioni, ma quelle di oggi sono molto diverse dal passato. Un tempo le giornate di pioggia consecutive potevano essere cinque o sei, oggi abbiamo uno, due massimo tre giorni di piogge intense. E qui sta il problema: la discesa dell’acqua a valle è molto più veloce e quindi c’è pochissimo tempo per organizzarsi.
Però oggi anche le informazioni corrono più veloci.
Non è proprio così, perché la nostra macchina va migliorata. Le informazioni dovrebbero arrivare ai cittadini attraverso il sistema It Alert. Il problema è che la gente non si fida. Quindi, a mio parere le autorità dovrebbero fare uno sforzo per rendere più trasparente il sistema, che funziona e proviene da un ente ufficiale e autorizzato, ma anche i cittadini devono imparare a fidarsi un po’ di più. Se correttamente informati, si può agire con una maggiore tempestività per mettere al sicuro persone e cose.
Per quanta riguarda gli interventi sui fiumi cosa bisognerebbe fare secondo lei?
Nello scorso giugno in una sola ora a Forlì sono caduti 80 mm di pioggia, 70 a maggio a Lugo: è come versare ottomila tonnellate d’acqua in un’area poco più grande di un campo da calcio. Questo significa che l’attuale rete scolante non è in grado di reggere e quindi va riprogrammata completamente. Il problema non è dragare i fiumi, ma allargarli e ridare loro più spazio. La situazione a Faenza è molto complicata per la confluenza di Marzeno e Lamone, ma bisogna agire sul territorio. Ci vogliono soldi e volontà, ma è la natura a esigerlo.
Cosa prevede il meteo per la prossima settimana?
Ci aspetta una sana pausa di bel tempo nel weekend. Tra lunedì e martedì arriverà un perturbazione atlantica debole. Significa che avrà un’evoluzione veloce, qualche ora di pioggia e poi tutto passa, con un impatto zero. Questa volta andiamo sul sicuro. Avremo un tempo discreto per i prossimo 7-8 giorni senza minacce serie.
Barbara Fichera