«Il nostro territorio è drammaticamente segnato dalla disastrosa alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna anche in questo settembre 2024. Un evento che ha devastato il nostro territorio, già duramente colpito nel maggio 2023, dall’Appennino, alle aree pedecollinari e di pianura della Romagna.
È urgentissimo il ripensamento del sistema di gestione dei flussi delle acque, così come non sono prorogabili, per nessuna ragione, la bonifica e la corretta manutenzione dei letti dei fiumi. Il cambiamento climatico è una realtà e auspichiamo vivamente che il prossimo governo regionale assegni alla prevenzione degli eventi alluvionali priorità assoluta. Così come pretendiamo un impegno deciso da parte del Governo nazionale».
I vertici delle tre centrali cooperative AGCI Emilia-Romagna-territorio Romagna, Confcooperative Romagna e Legacoop Romagna (1.000 imprese cooperative, 70.000 lavoratori, 500.000 soci, 16 miliardi di euro di fatturato aggregato) rivolgono un appello ai candidati alle elezioni regionali.
«La Romagna è stata segnata da difficoltà che sembrano non avere fine. La pandemia, gli effetti dei cambiamenti climatici in agricoltura, la crisi energetica, l’inflazione, le alluvioni del 2023, il terremoto e, infine, l’ultima alluvione del 19 settembre, hanno minato l’economia territoriale.
I cooperatori e le loro famiglie, ancora in attesa di ricevere risposte e risorse per i danni generati dall’alluvione 2023, hanno perso fiducia. Ai nuovi amministratori chiediamo di porsi al fianco della Romagna, garantendo risorse e prendendosi cura di chi abita e lavora in questa terra».
“Problemi complessi che richiedono una gestione unica”
«Purtroppo anche i recenti eventi metereologici avversi hanno dimostrato che ci sono aree della nostra regione che per motivi morfologici e culturali sono strettamente interconnesse, come la Romagna.
Un dato oggettivo, avvalorato dalle modalità di lavoro delle cooperative che associamo, che operano da tempo in un contesto interprovinciale, favorite anche dall’organizzazione di enti di rilevanza pubblica già organizzati in area vasta negli ambiti della sanità, della mobilità e dell’assetto idrico.
Crediamo, quindi, che il percorso di riassetto istituzionale in chiave romagnola sia assolutamente necessario e riteniamo che la sua definizione ideale debba essere quella dell’istituzione della Provincia unica della Romagna. Siamo convinti che il rafforzamento delle politiche unitarie, intersettoriali e sovra-territoriali, su temi quali sicurezza idrogeologica, reti infrastrutturali, mobilità, agricoltura, sanità e turismo, potrebbe consentire quell’economia di scala e quella massa critica, in grado di sostenere davvero uno sviluppo giusto, omogeneo e sostenibile, del territorio romagnolo».
Un Appennino da non dimenticare
«I recenti eventi alluvionali hanno dimostrato che senza un Appennino forte la nostra Romagna è sottoposta a rischi maggiori in caso di eventi atmosferici avversi, ma queste aree montane, ormai segnate da un costante abbandono, necessitano di interventi strutturali per poter riprendere a respirare ed a vivere. Va azzerato il divario infrastrutturale e digitale che rallenta l’attrattività di queste aree ed è fondamentale prevedere incentivi per chi sceglie di vivere e lavorare in queste zone.
Da questo dipendono qualità della vita e crescita dell’intera Regione».
Il welfare per la qualità della vita
«Le cooperative sociali sono uno dei pilastri del welfare regionale. Affinché possano continuare a garantire l’organizzazione di una parte essenziale dei servizi sanitari, socio-sanitari ed educativi per le persone, chiediamo che la prossima legislatura regionale costituisca occasione per rilanciare la programmazione condivisa del sistema di welfare, anche attraverso la riaffermazione di quel patto pubblico-privato, il cui perno è rappresentato dall’integrazione socio-sanitaria.
È necessario assicurare dignità al lavoro sociale, anche attraverso un preciso e puntuale riconoscimento degli aumenti del CCNL a tutti gli enti gestori, da parte di tutte le committenze pubbliche della regione. Inoltre, particolare attenzione va riservata alle cooperative che hanno come finalità l’inserimento lavorativo di persone fragili.
La richiesta è quella di sostenere il valore sociale dell’inclusione lavorativa, mediante l’attivazione di strumenti di supporto specifici, che prevedano anche la non superabilità del CNL di riferimento. È assolutamente evidente, infatti, che queste cooperative svolgono un ruolo essenziale nelle politiche attive del lavoro, garantendo una migliore qualità della vita a cittadini che, diversamente, resterebbero a carico della previdenza pubblica».
AGCI Emilia-Romagna, Legacoop Romagna e Confcooperative Romagna, sono pronte a dare il proprio contributo ai futuri amministratori regionali, affinché vengano intraprese azioni concrete per il rilancio del territorio, con politiche che garantiscano, nella Regione Emilia-Romagna, un futuro sostenibile ed equilibrato per le persone, l’ambiente e l’economia.