Si aggiunge anche la pet therapy al progetto “Ora ti passa” ideato nel 2022 da Laura Lo Bono. Nel reparto di pediatria dell’ospedale Civile di Faenza è arrivato anche il faentino Rossano Naldoni con il suo labrador Thor a dare sollievo ai piccoli degenti.

Musica e creatività in ospedale per allievare la sofferenza

«Il Progetto – spiega Laura Lo Buono – utilizza la musica e la creatività come terapia per allietare la permanenza dei piccoli pazienti e familiari, con musica, favole e concerti. L’esperienza emotiva positiva – aggiunge Lo Buono – conferma quanto la musica sia importante per superare il senso d’isolamento che il paziente spesso avverte. Cerchiamo di umanizzare sempre più i luoghi di lavoro e di sofferenza – precisa Lo Buono – anche per medici e personale infermieristico che talvolta si trovano coinvolti in situazioni difficili e impegnative. Mi sostiene un piccolo team di volontari della Caritas parrocchiale di San Marco di Faenza e un gruppo di anziani dell’Associazione La Chiocciola Aps che realizzano oggetti da donare ai piccoli ricoverati.

«Dai cani grandi benefici a tutte le età»

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Di recente, abbiamo sperimentato la pet therapy ed è stato un successo ». Rossano Naldoni, educatore cinofilo, ha portato anche nelle scuole il suo progetto “Qua la zampa” del “dottor Ross”. «Nasco come educatore cinofilo ed ho un campo di addestramento a Faenza dove mi occupo anche di recupero cani dai canili – racconta Naldoni – , dal sud Italia, cani mordaci e, in generale, cani con problemi. Ho sempre avuto la passione per gli animali e l’ho fatta diventare un lavoro. Vedendo che i cani danno dei benefici ed avendolo testato sulla mia pelle per primo, ho deciso di avvicinarmi alla pet therapy e così è nato il progetto del dottor Ross. Il mio labrador – aggiunge Naldoni – interagisce con gli ammalati, e loro si aprono, si crea da subito un rapporto speciale. Il rapporto con il cane favorisce la comunicazione non verbale. La pet therapy può dare conforto negli ospedali e nelle case di riposo dove la solitudine pesa molto».

Gabriele Garavini