Non tutte le bocciature vengono per nuocere. E da quelle che apparentemente sono sconfitte, ci si può rialzare più forti di prima, trovando la propria strada. Lo dimostra l’esperienza di Beatrice Farina, una dei 69 studenti degli istituti faentini che ha ottenuto cento all’esame di maturità. E se c’è una storia particolare dietro ognuno di quei supermaturi, quella di Beatrice spicca in maniera particolare. Nata a Casola Valsenio, il suo percorso alle superiori infatti è iniziato nella maniera opposta a quella che si potrebbe pensare: non con “8” e “9” nelle interrogazioni, ma con una bocciatura alla fine del primo anno del liceo. «Molto probabilmente non era la mia scuola – commenta Beatrice – e l’anno successivo mi sono trasferita all’istituto Oriani di Faenza, indirizzo Sia (economia e informatica). Dopo la terza media forse avevo preso una decisione un po’ superficiale, sono andata al liceo spinta più dal voler seguire le amiche piuttosto che le mie inclinazioni di studio. A 13 anni d’altronde non è facile avere le idee chiare sul proprio futuro e si può sbagliare nel prendere una decisione. Cambiare dal liceo all’istituto tecnico è stato un cambiamento positivo, sono ritornata sui miei passi, e sono contenta di questo».

“A 13 anni non è facile avere le idee chiare sul futuro, ma è importante ritrovare la propria strada”

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Sostenuta anche dai genitori e senza aver seguito particolari open day della scuola, Beatrice riparte così da zero, al primo anno dell’istituto Oriani. «Qui mi sono appassionata ad alcune materie, come l’Informatica e il Diritto» racconta Beatrice, che capisce presto di aver ritrovato la strada giusta. Il percorso di studi prosegue, tra nuove materie da imparare, siti web da programmare e gite indimenticabili, come quella a Napoli. Fino ad arrivare al fatidico momento dell’esame di stato. «All’inizio non ero per nulla convinta di poter prendere cento – ricorda – perché non avevo un numero particolarmente alto di crediti dal triennio, ero scoraggiata». Poi arrivano le prove scritte. «Nel tema ho scelto quello dedicato alla bellezza delle arti. Mi piace valorizzare sotto questo aspetto il mio territorio, e si collegava bene anche ad alcuni aspetti del diritto, come l’articolo 9 della Costituzione» dice.

All’orale, immancabile un po’ di ansia. «Prima di entrare ho sofferto un po’, ma poi tutto è andato per il meglio. Mi ha fatto piacere fossero venuti a sostenermi anche i miei genitori: le settimane prima, immersa nello studio, mi sono stati molto vicino. Ovviamente non ho voluto però che entrassero durante l’orale, mi hanno aspettato fuori». E poi la grande soddisfazione per quel cento che arriva a coronamento di un cammino che è ancora più bello pensando a come si era partiti. «Il futuro? Penso all’università. Sono indecisa tra Economia e Giurisprudenza. Ora come ora propenderei di più per la seconda. Come detto, il Diritto in questi anni è stata una delle mie materie preferite perché mi piace molto vedere le leggi come strumenti di giustizia e di protezione dei più deboli».

Samuele Marchi