Quella di Antonio Verna è stata una vita di lavoro nei campi, ma anche una vita in mezzo ai ragazzi. Più generazioni di faentini hanno avuto occasione di incontrarlo e condividere con lui campi di lavoro, cree, momenti di preghiera, momenti di preparazione alla missione. Lucia era piccola quando si è trovata sotto la sua guida. Oggi continua, insieme al marito, quell’esperienza di attenzione ai più poveri e alla missione non più a Faenza, ma sempre con grande passione. Quella che Antonio e Antonella hanno saputo infondere in loro. «Avevo 11 anni – ci racconta Lucia – e mia mamma mi portò a fare il grest ai Salesiani. Avevo appena finito la prima media e mi sono affacciata a quel mondo dal quale non me ne sono più andata. Ho fatto oratorio con lui fino ai vent’anni, quando sono andata in missione in Perù. Ho ricordi molto belli di lui e di Antonella, perché ci seguivano insieme. Li ho sempre visti in coppia. Poi sono arrivate anche le figlie e magari, con noi ragazzi, stava di più lui».

L’esperienza di quell’oratorio ai Salesiani è durata fino al 1997, quindi don Silvano Montevecchi provvide a farli trasferire al Seminario lungo lo Stradone dove questa presenza è proseguita fino al 2002. «Quindi – continua Lucia – è maturato una sorta di passaggio. Antonio e Antonella si sono trasferiti alla parrocchia della Pace e noi ragazzi abbiamo seguito padre Alessandro all’oratorio di Cotignola». A ciascuno la sua strada. «Ricordo di Antonio come una persona presente, un vero educatore. Presente anche nella nostra vita personale. Uno che amava fare le cose bene e con cura, amava cercare nuove avventure per noi ragazzi. Cose semplici, ma nelle quali ci sapeva coinvolgere». Lo sguardo va poi al presente e a tutte quelle persone a cui l’incontro con Antonio e Antonella ha lasciato qualcosa. «Oggi diversi di noi stanno in missione, diversi vivono fuori Faenza, qualcuno è rimasto in città, ma tutti dobbiamo qualcosa a lui per quegli anni. Chi di noi faentini è rimasto legato all’Omg, tanti lo dobbiamo a lui».

Giulio Donati