Lo sport targato Csi Faenza ha ripresto a tutto ritmo la propria corsa dopo la pandemia. Il bilancio della stagione sportiva 2023-24 è più che positivo, e a testimoniarlo sono i numeri. Nella stagione 2019-20, l’ultima prima della pandemia, i tesserati Csi erano 6.592, poi crollati la stagione successiva a 4.380. Non ci si è persi d’animo: di anno in anno, il numero è tornato ad aumentare e a oggi si è tornati a livelli pre-pandemia, con 6.348 tesserati (in quest’ultimo dato c’è da considerare che in alcune società la campagna di tesseramento è ancora attiva). Tiene il numero delle società sportive affiliate al Csi: nel 2018-19 erano 62 e oggi se ne contano 61. Il torneo di calcio Csi ha registrato 23 squadre iscritte: numeri più che positivi anche se lontani dalle 60 squadre iscritte negli anni ’90. E dietro questi dati c’è un movimento che vede la vittoria sul campo non come l’unico obiettivo, ma un percorso fatto di valori, gioco di squadra e voglia di divertirsi. Per approfondire la stagione del Csi, abbiamo intervistato il presidente faentino Alessandro Neri.
Intervista ad Alessandro Neri, presidente Csi Faenza: “Stiamo ragionando con il Comune sul tema degli impianti sportivi”

Neri, cosa ci indicano i numeri?
Con questa stagione possiamo dire di essere tornati alla normalità. Non è una cosa scontata: all’epoca della pandemia si era molto pessimisti sul futuro delle nostre realtà. Essere un piccolo comitato forse è stato un vantaggio: ci ha consentito in questi anni complessi di essere vicini alle varie società e attenti alle loro esigenze. La collaborazione con le varie società sportive è sempre stata proficua, e anche grazie a questo si è potuti ripartire. I tesserati nel calcio hanno numeri in leggera crescita, mentre il basket è stabile, e il pezzo più importante riguarda il nuoto, con circa 2mila iscritti.
Sport è anche competizione. C’è un successo di quest’anno di cui siete particolarmente orgogliosi?
In primis direi quelli raggiunti dal Club Atletico Faenza nella ginnastica ritmica, arrivato secondo ai nazionali dietro una realtà come Milano. Si tratta di un risultato di prim’ordine.
Quali sono le prospettive future per il Csi?
Per noi saranno anni di consolidamento dei risultati del post pandemia. E soprattutto la promozione di uno sport che sia fatto con lo spirito e i valori del Csi. Dopo il Covid si pensava avrebbe preso piede uno sport molto individualista, della serie: lo sport me lo faccio su misura per me e basta. Invece è tornata la voglia di fare sport, anche quelli di tipo individuale, assieme e in gruppo. Il Csi è sempre un cammino di condivisione. E poi c’è il tema delle parrocchie.
In che senso?
Sono loro una delle protagoniste dello sport Csi e vanno sempre più valorizzate, anche perché rispondono a dei bisogni concreti di socialità dei nostri ragazzi. Per esempio, c’è possibilità che dall’esperienza di un oratorio di strada nasca una nuova squadra giovanile: ecco questo significa aver seminato bene. Penso che nella nostra Diocesi si stia lavorando bene in tal senso: in altre realtà romagnole la collaborazione tra Csi e parrocchie è quasi nulla. Invece, anche per la mia esperienza personale, lo sport è in maniera intrinseca legato alla parrocchia e all’ortatorio. Da una parte il campetto, dall’altra il campanile per intenderci. Se nelle parrocchie del forese questa è una realtà ancora ben viva, si può fare ancora di più in ambito cittadino, dove manca questa possibilità di sport e socialità. Per questo stiamo avviando un percorso con alcune parrocchie di Faenza: speriamo ci sia un buon riscontro.
Qual è una delle difficoltà che state vivendo?
Gli spazi, soprattutto in termini di impiantistica. Stiamo ragionando con l’Amministrazione per far sì che ci sia uno spazio adeguato a ogni disciplina, anche se per farlo sono necessari importanti investimenti economici.
Samuele Marchi
Nella foto la premiazione del Basiago, squadra vincitrice del torneo di calcio giovanile Csi