Hanno ormai preso il via quasi tutti i centri estivi della Diocesi, un’opportunità per bambini e ragazzi per fare attività formative divertendosi, lontano dagli impegni scolastici, e una boccata d’ossigeno per i genitori, ancora alle prese con il lavoro prima delle tanto agognate vacanze estive. Cre, campus e grest diventano un’occasione per fare nuove amicizie, stare insieme, ma sono anche luogo di comunione e crescita condivisi grazie a frotte di educatori e volontari impegnati nel servizio verso i più piccoli. E così ci si sperimenta in giochi di ogni tipo, laboratori teatrali, musica, disegni, declinati nelle più svariate tecniche, bricolage e lavoretti che saranno il ricordo di un’altra estate passata in compagnia in un ambiente sano e di crescita umana e spirituale. Sono previsti in tutti centri momenti di preghiera, ma è soprattutto attraverso la testimonianza viva di educatori e animatori che i più piccoli possono sperimentare i valori cristiani. In alcuni di questi centri estivi si è recato in visita nei giorni scorsi monsignor Mario Toso, vescovo della Diocesi di Faenza Modigliana. Il viaggio ha toccato il grest di Pieve Tho, dove è stato accolto dai bambini in festa all’interno dell’antica pieve romanica.

I Cre, luoghi di crescita e comunione

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Seconda tappa, l’Unità pastorale di Granarolo, che comprende ben quattro parrocchie (Granarolo, Pieve Cesato, Fossolo e Sant’Andrea), per concludersi in seminario con il campus di Sant’Umiltà. Qui ogni settimana c’è un tema diverso che porta bambini e ragazzi in atmosfere fantastiche e di gioco. Nel campus è possibile sperimentare il teatro al mattino e arte e musica nel pomeriggio, con lo studio di uno strumento musicale o progetti artistici. L’Unità pastorale di Granarolo è invece una realtà particolare, per la presenza di ben due poli per l’infanzia parrocchiali: l’Adelaide Berti, fondato nel 1925, che festeggerà l’anno prossimo il primo centenario, e la scuola materna e nido ‘Don Bosco’ a Pieve Cesato, nata negli anni ‘60. Il vescovo li ha visitati entrambi, in occasione della festa di San Giovanni Battista, dedicando anche un momento di riflessione alla figura del Santo insieme ai ragazzi del Cree di via Accarisi, che è unico per le quattro frazioni. «I due poli d’infanzia- spiega don Claudio Platani dal 2019 parroco a Granarolo e dal 2021 dell’Unità pastorale – stanno terminando ora l’anno scolastico, ma proseguiranno con il centro estivo, mentre i nidi restano aperti anche per il mese di luglio». Il Cree accoglie quest’anno una trentina di educatori e oltre un centinaio di bambini «dalla prima elementare alla prima superiore compresa – prosegue don Claudio –, si prolunga per sette settimane, coprendo così giugno e luglio». Anche qui i bambini si trovano immersi in un’atmosfera fiabesca all’interno della quale vengono poi proposte le varie attività. «Il tema scelto quest’anno – racconta don Claudio – è L’essenziale è invisibile agli occhi dal romanzo per ragazzi Il piccolo principe di Antoine de-Saint Exupéry. Due pomeriggi sono impegnati con i compiti – precisa don Claudio – mentre negli altri si fanno laboratori, scenette e attività manuali legate al tema scelto ogni anno, con carta, stoffe e colori. Naturalmente c’è spazio anche per la preghiera al mattino e a pranzo, mentre ogni lunedì se ne fa una un pò più sostenuta per dare l’avvio alla settimana». La parrocchia dispone anche di una mensa interna, che rifornisce anche la materna e il nido, con una cuoca e un’ausiliaria, coadiuvate da alcuni parrocchiani. «La presenza di tanti volontari che prestano servizio gratuitamente consente di mantenere bassi i prezzi e rendere i nostri servizi accessibili alle famiglie». Il Cree estivo rientra all’interno di un progetto molto più ampio, che comprende i campi estivi per elementari e medie, ma anche periodi di aiuto compiti in agosto e settembre. «Nel mese di agosto – prosegue don Claudio – ci concentriamo principalmente sui ragazzi stranieri, aiutati nei compiti e nel ripasso da due insegnanti in pensione, mentre all’inizio settembre, grazie al supporto dei ragazzi più grandi, proponiamo quindici giorni di compiti, mattina e pomeriggio, con il pranzo. Durante l’anno, invece – conclude don Claudio – abbiamo il doposcuola, sempre come Unità pastorale per elementari e medie con volontari adulti e due insegnanti, oltre al gruppo Caritas, che si occupa prevalentemente del sostegno a bambini e ragazzi stranieri».

Grest Pieve Tho: oltre 110 bambini hanno accolto monsignor Toso

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Una realtà senza dubbio originale è il Grest che si tiene ogni anno nell’antica pieve romanica alle porte di Brisighella. «Il tema scelto quest’anno – spiega Roberto Zama, uno degli organizzatori – è Jump Grest, che, come dice la parola stessa, vuole essere un invito a fare un salto, a fidarsi, a buttarsi e a non restare seduti e passivi». Il Grest di Pieve Tho «ha solamente un carattere educativo – aggiunge Zama – e l’idea è quella di aiutare bambini e ragazzi a cercare qualcosa di più vero e profondo rispetto a ciò che ci viene proposto dalla società». Anche in questo caso l’attività è resa possibile grazie ai volontari che spendono il proprio tempo a servizio dei più piccoli « un lavoro che da anni portiamo avanti nel tempo libero e durante le ferie» precisa Zama. Ci sono animatori giovani e giovanissimi (dalla prima superiore in su), e ragazzi più grandi, che hanno già esperienze consolidate. «Viviamo insieme con gli educatori (circa 25) per le due settimane – spiega Zama – per sperimentare una dimensione familiare, condividendo lavoro, giochi e, talvolta, anche fatiche. Durante il giorno accogliamo circa 80 ragazzi divisi in due settimane – racconta il coordinatore – una per le elementari e l’altra per le medie, proponendo giochi, attività varie e laboratori. Diamo sempre agli educatori la possibilità di essere i protagonisti del prezioso servizio che offrono alla comunità». Il vescovo Mario è stato accolto da circa 110 bambini in un clima di gioia e di festa, che ha visto però anche momenti di silenzio e preghiera. «Lo ringraziamo di cuore – conclude Zama – per gli spunti di riflessione che ci ha donato e per il suo costante incoraggiamento al nostro progetto».

Barbara Fichera