C’è chi non ha capito di che si tratti, chi pensa sia una cosa che riguarda solo gli addetti ai lavori, chi vorrebbe fosse già terminato, chi neppure si è accorto che è iniziato e chi continua a pensare che questo benedetto Cammino sinodale stia scorrendo parallelo alle solite, consuete, rassicuranti attività.

Lo stile: un nuovo modo di camminare

Chi invece ha avuto il coraggio e la costanza di prendervi parte ha potuto sperimentare uno stile che è esattamente quel modo diverso di camminare che conviene riscoprire, perché conduce a diventare la Chiesa che desideriamo: una casa accogliente per tutti. Dopo i primi due anni di fase narrativa nella quale, anche attraverso i cantieri, abbiamo raccolto racconti, esperienze, desideri e difficoltà, la sfida della Fase Sapienziale ha chiesto di attivarci per avanzare proposte concrete. L’abbiamo preparata tramite un percorso di formazione (al quale hanno contribuito gli interventi di don Giuliano Zanchi e di don Michele Morandi) e l’offerta di uno strumento che integrava i temi emersi a livello diocesano e nazionale e suggeriva alcune domande “generative” di discernimento.

I cinque temi: Missione e prossimità, Linguaggio e Liturgia, Formazione e Vita, Ministeri e Strutture

In questo terzo anno gruppi, movimenti e parrocchie della Diocesi sono stati invitati a confrontarsi e a indicare piste di lavoro su uno dei cinque temi messi a fuoco: Missione e prossimità, Linguaggio e Liturgia, Formazione e Vita, Ministeri e Corresponsabilità e Strutture (affidato a un gruppo più specifico di tecnici). Il vescovo Mario ha accompagnato il percorso con un investimento mirato, attraverso il coinvolgimento specifico del Consiglio pastorale diocesano e la Visita pastorale. Infatti, alle comunità incontrate il vescovo ha chiesto di prepararsi con uno stile sinodale.

I contributi dei gruppi e il testo finale

I contributi dei gruppi che si sono coinvolti (una ventina) sono confluiti nel testo finale che è stato inviato a fine aprile alla Segreteria generale come frutto del discernimento avvenuto all’interno dell’Equipe sinodale. Il Vescovo Mario ha confermato quanto emerso e nella prossima Lettera pastorale farà suoi gli orientamenti delineati. Il prossimo anno, Fase profetica, sarà il tempo di aprire sentieri di rinnovamento, per lo sviluppo concreto di quanto vissuto e messo in evidenza; lavoreremo affinché le proposte per una Chiesa più sinodale convergano verso scelte precise. Come Chiesa di Faenza-Modigliana, ci specchiamo negli abitanti di Filadelfia (cf. Ap 3): anche noi in piccoli gruppi, nella debolezza, col nostro sentirci irrilevanti e inadeguati… eppure chiamati a essere parte del popolo di Dio. Come gli abitanti di quella città erano innamorati della Parola, così noi vogliamo divenire perseveranti, fedeli all’ascolto e alla relazione con il Signore. La descrizione di quella piccola comunità accogliente e missionaria, che vive nella vita quotidiana la gioia della Pasqua e l’amore fraterno, ci attira e ci interpella perché realizza quell’essere Chiesa verso cui lo Spirito ci sospinge.

Ascolto e discernimento: verso una nuova direzione

L’impegno di ascolto e discernimento avvenuto finora ha dato rilievo a molte questioni, ha indicato direzioni, ha immaginato azioni concrete possibili da fare per il futuro, per la realizzazione del bene della nostra Chiesa. Col desiderio di continuare lungo questa strada così promettente, ci diamo appuntamento all’Assemblea Diocesana di settembre 2024 per raccordare quanto messo in luce finora e il passo ulteriore che ci sarà chiesto. Fin dall’inizio il Papa ha chiarito che l’obiettivo non è arrivare a un libro o a delle norme, che pure ci saranno. C’è in ballo molto di più: l’opportunità di sperimentare un modo nuovo di essere comunità, che parte dall’ascolto della Parola di Dio e dall’ascolto reciproco per poi orientarsi nel cammino. Se si arrivasse a un bel libro senza aver cambiato lo stile del nostro essere Chiesa, avremmo fallito.

Cristina Dalmonte