L’Italia sta dominando i Campionati europei di atletica e molti successi stanno arrivando grazie ai “nuovi italiani”, i figli appunto dell’immigrazione, nelle sue gradazione di colori. E’ una verità che emerge sempre più spesso e con più forza soprattutto attraverso lo sport, perché è lo strumento per eccellenza che attraverso l’immagine dei corpi in gara riesce a trasmetterci messaggi a livello internazionale, che vanno al di là dello sport. Solo per fare qualche esempio, il velocista Marcell Jacobs, campione olimpico ed europeo, Mattia Furlani, figlio dell’Italia e del Senegal, Chituru Ali, mamma nigeriana e papà ghanese ma cresciuto in una famiglia italiana dall’età di tre anni, Yeman Crippa, nato in Etiopia e poi adottato insieme ai suoi cinque fratelli da una famiglia di Milano, Lorenzo Ndele Simonelli padre italiano e madre tanzaniana, Zaynab Dosso nata in Costa d’Avorio, che a dieci anni si è trasferita in Italia.

Cosa continuano a dirci queste vittorie di un’Italia, con la molteplicità dei suoi colori, che lo sport ci impone di guardare in faccia? Almeno due riflessioni. La prima: che è l’Italia vera, quella del nostro presente ma anche del futuro che ci attende, nella naturalezza di questo processo in atto, nonostante sentiamo affermare che questo sarebbe “un mondo al contrario”. I processi evolutivi vanno seguiti cercando di ottenerne benefici, piuttosto che chiudersi nel passato a rischio di cadere anche nel ridicolo, alla ricerca di una purezza dell’italianità del Dna.

La seconda è che la forza dello sport è certamente fisica, e ha un palcoscenico più grande, ma attenzione a pensare che gli immigrati e i loro figli siano dei supereroi solo negli sport. I nuovi italiani, a bassi o alti livelli, fanno la loro parte ed è riconosciuta statisticamente come segmento di crescita in vari settori. Hanno voglia di essere riconosciuti, spinti dalla fame di un riscatto, che un paese come l’Italia dovrebbe recepire, costruendo “valore produttivo e competitivo”, e non solo il tempo di gioire per un gara sportiva che si vince. I “nuovi italiani” che tengono alta la bandiera italiana nello sport ci chiedono di riflettere sui tanti altri senza fari accesi ma che costruiscono il futuro per tutti: per noi e per loro, e soprattutto per l’Italia.

Quando il cuore conta più del colore delle pelle!

Tiziano Conti

Foto da Wikipedia: Marcell Jacobs e Zaynab Dosso