Dalle foto dei gruppi della montagna pubblicate nell’articolo della settimana scorsa a ricordo di Contardo Minardi, è venuto lo spunto per quello di questo numero. A darmelo sono stati alcuni amici, compagni di avventura di quegli anni là, che le hanno viste e mi hanno suggerito di aggiungere quel qualcosa di particolare che, oltre alle camminate, ha contribuito a far nascere e a rinsaldare l’amicizia che lega ancora tanti di noi. Lo faccio volentieri anche perchè fra le foto di Contardo ce n’è proprio qualcuna che aiuta a cogliere il clima di benessere che ci accompagnava dalla mattina fino a sera quando si andava a letto soddisfatti per tutto quello che si era fatto insieme. Per trovare l’inizio di questo star bene, bisogna andare indietro di circa quarant’anni quando alcuni di noi, insieme alla famiglia, cominciarono a passare le ferie in Alta Val Badia al Belvedere di Colfosco.

L’albergo e il paesaggio

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L’invidiabile posizione dell’albergo (l’ultimo prima del Passo Gardena, circondato da una splendida cornice di monti), la squisita, serena ospitalità di Pier Giorgio e Bianca Bettoli e la presenza di tanti bambini e ragazzini, pronti a star fra di loro fin da subito, mettevano le persone a proprio agio e favorivano quel relazionarsi che si è poi trasformato in amicizia. Si camminava insieme (i bambini sempre davanti, i grandi dietro), si parlava tanto, si condividevano le emozioni del paesaggio e così si imparava a conoscersi. Al rientro pomeridiano, giusto il tempo per una doccia, per cambiarsi e poi tutti giù in una sala (ex discoteca) dove don Giuseppe Piancastelli prima, don Dante Albonetti poi o altri sacerdoti presenti celebravano la messa.

Gli spettacoli serali con tutta la famiglia

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A cena fatta (in particolare se era presente Giuliano Bettoli) ci scappava spesso anche uno spettacolo a cui assistevano assieme agli ospiti anche il personale di cucina e i camerieri che avevano finito di lavorare. Si trattava (per usare le parole di Giuliano) di un Bota so dove ci stava dentro un po’ di tutto. I ragazzi più grandi, specie se con don Giuseppe c’erano quelli di Sant’Antonino, preparavano i più piccoli coinvolgendoli in sketch e parodie, il coro degli “Stonati”, uomini e donne insieme e diretto da Bettoli, faceva sfoggio delle proprie abilità canore e c’era pure qualcuno che si esibiva da solista.

Vittorina la bajadera

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Fra questi non posso non ricordare Vittorina che (vestita, pettinata e vistosamente truccata, complici un paio delle sue amiche) si calava, con tutta la verve di cui era capace, nell’incredibile personaggio di una bajadera che cantava e mimava “la Spagnola” fra gli applausi e le risate dei presenti. Un’ora e passa di divertimento, poi lo spettacolo si concludeva cun e’ Sfrocc, il montanaro della Samoggia interpretato per tanti anni dal sottoscritto insieme a Giuliano e ci si ritirava, pronti però a riprendere il nostro bel percorso di amicizia la mattina dopo.
P.S. Dato che l’ho citato, ricordo ai tanti che l’hanno conosciuto che lunedì scorso 3 giugno saranno sette anni da quando il nostro caro Giuliano ci ha lasciato.

Mario Gurioli