Il 3 giugno scorso si è svolta la cerimonia di premiazione del concorso dantesco Prof. Lia Leonardi Castellari, promosso dalla famiglia Castellari. Alla cerimonia, cui erano presenti il notaio Paolo Castellari, in rappresentanza della famiglia Castellari, la dirigente scolastica del liceo Torricelli-Ballardini Paola Falconi, le componenti della commissione giudicatrice proff. se Silvia Berdondini e Iside Cimatti (assente il terzo componente, il prof. Luigi Neri, ex dirigente scolastico del liceo) e le classi delle studentesse e degli studenti vincitori, ha partecipato anche il sindaco di Faenza Massimo Isola che, nel suo intervento, ha sottolineato la capacità di Dante e della sua opera di unire le generazioni, pur nel mutare dei costumi e delle abitudini, oltre che dei contesti storici, politici e sociali. Il concorso, giunto alla sua undicesima edizione, ha impegnato le studentesse e gli studenti partecipanti nello sviluppo di tracce riguardanti Dante e la libertà nelle sue molteplici connotazioni, Dante e il panorama tecnologico contemporaneo, Dante e la sua capacità di porsi in ascolto dei propri interlocutori e di leggere l’animo umano.
Cultura e scuola antidoto al provincialismo
Sono risultati vincitori dell’edizione 2024 le seguenti studentesse e studenti: il primo premio è andato ad Alice Lombardi (4^B Scienze Umane), secondo posto per Simona Farneti (4^A Linguistico), terzo posto per Greta Oretti (5^A Scienze Umane), quarto Luca Rossini (3^A Classico) e quinta Giorgia Da Rù (4^C Scientifico). «La cultura e la scuola sono un importante antidoto contro il provincialismo, che può sfociare in atteggiamenti di chiusura mentale e di localismo, nazionalismo e sciovinismo, che la storia europea ci insegna producono conseguenze nefaste – ha ricordato il notaio Castellari nel suo discorso -. È infatti attraverso lo studio della letteratura, della poesia, della filosofia, dell’arte, e delle materie scientifiche che si sviluppa l’indispensabile spirito critico, che trova il suo presupposto nel confronto tra le varie tesi degli autori studiati. E la scuola è il contenitore ideale e imprescindibile di tale confronto, sia perché ha la funzione di permettere in piena libertà il raffronto tra le varie idee, sia perché permette il dialogo tra docenti e studenti». «Ottant’anni fa – ha proseguito Castellari – nell’ora più buia del crepuscolo di un regime totalitario come il fascismo, responsabile di immensi lutti e distruzioni in Italia e nel mondo, gli studiosi cattolici crearono, stimolati da papa Pio XII, il Codice di Camaldoli. In un’Italia caratterizzata da povertà e analfabetismo di massa, queste donne e uomini visionari concepirono un sistema educativo per tutti e che formasse lo spirito critico, nel rispetto del merito». «L’inclusione – sottolinea – è, quindi, un obiettivo di importanza decisiva. Molti passi sono stati fatti negli ultimi decenni per i giovani portatori di disabilità, grazie anche allo straordinario lavoro degli insegnanti di sostegno. Ma su questo fronte non possiamo fermarci né tornare indietro. Va considerato anche con attenzione che le nostre classi sono frequentate da circa 800mila studenti, migranti o figli di migranti stranieri. Un decimo degli iscritti nei nostri istituti. Si tratta di un impegno educativo imponente. Dal loro positivo inserimento può dipendere parte importante del futuro dell’Italia».