E’ entrato in funzione oggi, lunedì 10 giugno, il Centro di Assistenza Urgenza (CAU), la nuova struttura territoriale per dare appropriata risposta ai problemi di salute urgenti e non gravi della popolazione. Si trova in via Ennio Golfieri 9. ( ex locali del Servizio di Medicina Legale).
Sarà attivo sette giorni su sette, per 12 ore, dalle 8 alle 20, in accesso diretto. Ogni turno sarà coperto a regime da un medico, e un infermiere.
Il Cau di Faenza è il terzo Centro di Assistenza Urgenza presente in provincia di Ravenna, dopo quelli di Cervia e di Ravenna.
Dalla prossima settimana sarà operativo anche il nuovo Cau a Lugo.
La Delibera di Giunta Regionale n. 1206 del 17.07.23, definisce i Centri Assistenza Urgenza – CAU – afferenti alla rete assistenziale delle cure primarie, pur nella loro natura sperimentale, un modello di applicazione del DM77 per gli aspetti relativi alla Continuità Assistenziale previsti nelle Case della Comunità; sono strutture territoriali destinate alla gestione delle urgenze sanitarie a bassa complessità clinico assistenziale che garantiscono, oltre alle prestazioni erogate dalla Continuità Assistenziale, prestazioni non complesse attualmente erogate nei Punti di Primo Intervento e/o nei Pronto Soccorso.
I nuovi Centri di assistenza urgenza, nati come potenziamento della medicina territoriale, fanno capo alle Cure Primarie, con medici e infermieri pronti ad accogliere e assistere, in accesso diretto, pazienti con problemi di salute urgenti, episodici a bassa complessità sanitaria.
I CAU operano a integrazione con i medici e pediatri di famiglia e sono progettati per dare risposte in caso di problemi di salute urgenti ma non gravi.
Quando rivolgersi al CAU
I CAU garantiscono, oltre alle prestazioni erogate dalla Continuità Assistenziale, prestazioni non complesse attualmente erogate nei Pronto Soccorso. ( Codici bianchi e verdi).
La visita e alcuni accertamenti diagnostici sono gratuiti per tutti i cittadini residenti o assistiti della Regione, mentre per tutti gli altri la visita avrà un costo di 20 euro da corrispondere al medico, a fronte di relativa ricevuta.
Le ulteriori prestazioni specialistiche, prescritte dal medico del CAU per il completamento diagnostico, sono a carico del paziente con relativo ticket, se dovuto, in base alle esenzioni possedute.
I CAU possono erogare:
– Visita medica
– Certificazioni
– Trattamento farmacologico al bisogno
– Prescrizione di terapia per patologie di nuova insorgenza o terapie essenziali
– Procedure chirurgiche minori (per esempio, suture, medicazioni)
– Prelievo per indagini di laboratorio – POCT
– Indagini strumentali – ECG e Esami Radiologici/ecografici
– Osservazione post-trattamento
– Attivazione di percorsi/prestazioni a completamento dell’iter diagnostico
Come funziona l’accesso al CAU
Il paziente che accede al CAU verrà accolto da personale infermieristico formato che procederà alla valutazione del bisogno sanitario espresso. Applicherà i protocolli in uso per l’identificazione del problema principale, avvisando contestualmente il medico CAU, nel caso in cui la rilevazione dei parametri risultasse deviare dalla norma e/o il paziente presentasse dolore toracico, dispnea, forte dolore addominale, cefalea intensa inusuale, disturbo neurologico acuto.
In questi casi l’infermiere o il medico del CAU contatteranno la Centrale Operativa 118 per l’attivazione del trasporto in emergenza del paziente al DEA.
In assenza d’indicatori di criticità si procederà alla valutazione medica utilizzando come criterio di accesso quello di tipo temporale, fermo restando che troveranno priorità i pazienti che presentano particolari fragilità.
Il percorso del paziente può seguire diverse traiettorie:
– dimissione;
– prescrizione di ulteriori accertamenti urgenti con relativa prenotazione;
– invio a Pronto Soccorso Generale /Specialistico per approfondimenti urgenti;
– dimissione con prescrizione di ulteriori accertamenti con richiesta di visita specialistica con modalità di accesso B o D.
Gli spazi del CAU di Faenza
Il CAU di Faenza è situato in via Golfieri 9, al piano terra, con accesso unico da via Golfieri, in ambulatori completamente rinnovati dal punto di vista impiantistico e dell’accoglienza con rispetto della privacy.
La riprogettazione degli ambienti è stata orientata al miglioramento delle condizioni dei pazienti e del personale, garantendo loro il livello di comfort ottimale.
I Cau della Romagna
Salgono così a 13 i nuovi Centri di assistenza e urgenza a oggi sul territorio romagnolo.( Cervia, Ravenna, Faenza, Cesenatico, Mercato Saraceno, San Piero in Bagno, Cesena, Santa Sofia, Cattolica, Santarcangelo, Novafeltria, Rimini e Bellaria). L’obiettivo di Ausl Romagna è arrivare all’apertura di 21 Cau su tutto il territorio romagnolo entro il 2025.
Massimo Isola (sindaco di Faenza): “Risposte concrete ai bisogni di salute dei nostri cittadini”
“ Abbiamo realizzato un progetto , ha commentato il sindaco di Faenza, Massimo Isola, che solo la nostra Regione poteva mettere in campo. Anche con questa importante tappa raggiunta, stiamo cercando di dare risposte concrete ai bisogni di salute dei nostri cittadini. Non ci innamoriamo delle proposte che mettiamo in campo e abbiamo l’umiltà di non rappresentarci come portatori di un modello. Ma sappiamo anche che questa tappa rappresenta una risposta concreta ai bisogni di salute dei nostri cittadini, anche a fronte delle criticità, ben note, dei Pronto Soccorso sul territorio nazionale. Solo con il coinvolgimento di tutti, istituzioni, ospedale, territorio, medici di Medicina Generale, si possono creare le condizioni, e l’inaugurazione di oggi, ne è una importante testimonianza”.
Anche il direttore generale di Ausl Romagna, Tiziano Carradori, ha ribadito l’importanza della sinergia con le istituzioni e della non più rinviabile integrazione fra servizi ospedalieri e territoriali. Non ci sono ricette, ma un ospedale senza servizi territoriali e viceversa un territorio senza ospedale non sono in grado di rispondere ai bisogni di salute della nostra popolazione.
Questo è lo spirito, che ha accompagnato la nascita dei Cau. Quando diciamo che molti degli accessi ai Ps sono inappropriati, bisogna chiedersi il perché. Questo progetto può rappresentare una prima risposta, ma è solo continuando a perseguire lo sviluppo e l’integrazione fra i servizi e fra i vari pezzi del sistema e i professionisti che vi operano, che si possono trovare le risposte più adeguate”