“Scrivere è importante perché aiuta ad acquisire maggiore consapevolezza del tuo posto nel mondo e guardare chi sti sta attorno con nuovi occhi”, così il professore di Italiano della scuola “Marri S. Umiltà” di Faenza Enrico Alpi ha deciso insieme alla sua classe di terza media, di creare un libro di racconti per indirizzare la loro voglia di scrivere in qualcosa di più significativo. Il lavoro è stato interamente svolto dagli alunni in completa autonomia, con le (poche) correzione del professore, e si ringrazia Mauro Gurioli della casa editrice “Tempo al libro” per la stampa. “La cosa bella del progetto – aggiunge il prof – è stato vedere il loro talento esplodere e prendere forma, ma soprattutto il loro impegno”. Questo lavoro è stato svolto a gennaio con la stesura dei testi e terminato a maggio, il libro sarà acquistabile presso la scuola “S. Umiltà” lunedì 3 e martedì 4 giugno, poi si vedrà in base alle copie. Abbiamo intervistato il professore Enrico Alpi e gli studenti del progetto.
Intervista al prof. Enrico Alpi
È la prima volta che propone questo progetto o l’ha già realizzato in passato?
Già da un paio d’anni avevo questa idea in testa e questa classe era proprio quella giusta per proporlo: abbiamo lavorato tanto in questi tre anni sulla scrittura e i ragazzi si sono mostrati subito ricettivi. L’adesione al progetto era libera, proprio perché il percorso era da sviluppare in orario extrascolastico e andava a sommarsi a tutte le varie attività pomeridiane dei ragazzi.
Le è piaciuto lavorare con i ragazzi?
Certo, come sempre, anche se la maggior parte del lavoro è stato svolto da loro, in completa autonomia: io ho solo indirizzato con qualche idea le loro penne e corretto i pochi errori grammaticali e di coerenza del testo.
Da che idea è nato il progetto?
Vedendoli scrivere in classe: ad alcuni i fogli… non bastavano mai! Perciò ho pensato potesse essere utile indirizzare la loro voglia di raccontare in qualcosa di più significativo.
Lo riproporrebbe questo progetto con altri ragazzi?
Sono sincero: perché un lavoro del genere possa riuscire con successo, è necessario avere un “certo tipo” di classe e di sensibilità fra gli alunni. Ero anche un po’ spaventato dal “lavoro sommerso” che può prevedere la pubblicazione di una qualsiasi opera. Ma in questo, Mauro Gurioli, della casa editrice Tempo al Libro, è stato splendido. I ragazzi hanno iniziato la stesura dei racconti a gennaio e il libro è stato pubblicato a fine maggio: a tempi record!
Perché è importante che i ragazzi scrivano?
Scrivere aiuta ad acquisire maggiore consapevolezza del tuo posto nel mondo e a guardare chi ti sta intorno con nuovi occhi. Ogni mattina, dalle 8 alle 8:10, in classe leggiamo e proviamo a spiegare il senso di una frase proveniente dalla penna di un grande scrittore, del passato o attuale. Scrivere permette di vivere più vite.
Qual è stata la cosa più bella di questo progetto?
Il loro impegno sicuramente, ma anche vedere il loro talento esplodere e prendere forma. Non dico che necessariamente ritroveremo i loro nomi in libreria a breve, ma sicuramente se Asia, Annachiara, Margherita, Sofia e Matteo continueranno a scrivere, potranno sicuramente avere delle belle soddisfazioni.
Le testimonianze di alcune studentesse che hanno partecipato al progetto
Annachiara, questo progetto ti è piaciuto? Perché?
Questo progetto mi è piaciuto molto, soprattutto perché è stata una scelta libera che abbiamo fatto, e abbiamo preso un impegno tra mille attività che abbiamo da fare anche post-scuola. Con questo progetto ho potuto esprimere la mia creatività, dedicare un po’ del mio tempo a qualcosa che mi piace fare e che mi diverte. E’ stata anche un’attività originale e diversa per provare, imparare, divertirci e immaginare personaggi diversi, nuove storie, ambienti particolari e per metterci un po’ di noi, in questi racconti. Quindi è stata veramente una bella opportunità che ho potuto cogliere e che mi ha lasciato qualcosa di positivo. E comunque, per una volta, ci siamo sentiti anche noi degli scrittori come quelli di cui leggiamo libri ed è stato molto eccitante!
Qual è stata la cosa più bella di questo progetto?
Innanzitutto avere la possibilità di scrivere una storia che mi piacesse e che mi divertisse, anche, poi è stato bello trovarci alcuni pomeriggi insieme col professore a scuola per continuare a digitare i nostri racconti, ascoltando i consigli anche dei compagni, ed è stato un momento piacevole, anche per stare con gli altri, ascoltare le loro ide, come si immaginavano le loro storie, cosa volevano scrivere… e potevi (se gli altri volevano) leggere dei pezzettini dei loro scritti. Perciò è stato un bel momento di confronto…
Sofia, il professore ti ha aiutato se avevi bisogno?
Durante il periodo in cui stavo scrivendo la mia storia, il professore ha proposto a me e ai miei altri compagni di restare qualche pomeriggio a scuola per dare un’occhiata ai propri racconti insieme a lui, così d’avere la possibilità di ricevere una sua opinione personale (come stavamo procedendo; se la trama avesse eventuali punti non coerenti; ecc.). Per il resto è stata “farina del mio sacco”: mi ci è voluto un po’ di tempo per capire come realizzare al meglio ciò che avevo in mente, ma, a lavoro finito, ero molto contenta di come fosse venuta la storia.
Lavorare con il prof ti è piaciuto?
Lavorare con il prof. Alpi è stata una bella esperienza perché gli incontri tra di noi non erano come una lezione a scuola: ognuno aveva il suo computer e poteva prendersi una pausa quando gli serviva, ascoltare la musica ed eventualmente chiacchierare con il vicino. Il prof mi ha supportato molto perché ci ha sempre stimolati, in questi tre anni, a persistere nelle nostre passioni, in particolare nella scrittura e ci faceva notare i passaggi dove potevamo migliorare e quelli in cui eravamo stati particolarmente bravi.
Margherita, hai avuto tanta ispirazione nello scrivere?
All’inizio di questo progetto, avevo iniziato a scrivere un’altra storia, ma, sotto il consiglio del professore, ho deciso di incominciare una nuova, perché rischiavo di non riuscire a completarla entro la data di scadenza. Ricominciare da capo è stato abbastanza difficile: un’altra idea ce l’avevo, ma non sapevo bene come riuscire a scriverla nel migliore dei modi. Poi, un pomeriggio, l’ispirazione è arrivata e da quel momento in poi, tutto è diventato più semplice. E’ una sensazione bellissima sentire le proprie dita battere sulla tastiera di un computer costantemente per un lungo periodo di tempo, perché è li che capisci quanto il tuo racconto ti abbia preso.
Ti piacerebbe scriverne altre?
Si, mi piacerebbe poter rifare questa esperienza perché scrivere mi è sempre piaciuto, e rileggere una storia che ho scritto, soprattutto se mi sono impegnata molto, mi dà una certa soddisfazione.
Matteo Mariani