Bellissimo gesto di un arbitro in occasione di un torneo giovanile spagnolo: niente punizione e cartellino per un portiere che era scoppiato a piangere quando aveva capito di aver fatto una sciocchezza. Il direttore di gara lo ha abbracciato e gli ha spiegato che non lo avrebbe punito, tra gli applausi dei presenti. Un arbitro non applica il regolamento, anzi premia un comportamento chiaramente scorretto di un calciatore e per questo gesto viene ricoperto di elogi sui social. E’ accaduto in occasione di una partita a livello “primi calci“, quando un giovane portiere ha toccato il pallone con le mani fuori area e poi è scoppiato a piangere quando si è reso contro del disastro che aveva combinato. In quel momento José Garcia Ferrer si è idealmente tolto la divisa da arbitro e ha vestito i panni più importanti dell’uomo, del padre, di chi capisce che a quell’età ci possono essere cose più rilevanti di una sanzione. Si giocava un match di calcio a sette tra Atletico Baleares e Soller (nella zona di Palma di Maiorca), quando un lancio lungo delle retrovie non ha trovato nessuno a raccoglierlo se non il portiere avversario che ha avuto gioco facile ad afferrare il pallone, abbrancandolo in presa a terra. Il problema è che il ragazzino è stato tratto in inganno da due righe disegnante una vicina all’altra e ha preso la palla oltre quella che delimitava la propria area di rigore. In base al regolamento, avrebbero dovuto esserci un calcio di punizione per la squadra avversaria e un cartellino per il portiere, ma quello che è accaduto dopo ha seguito tutt’altro copione, ha scaldato il cuore dei presenti e di chi poi ha rivissuto la scena sul web. Accortosi di quello che aveva combinato e consapevole delle conseguenze, il giovane portiere è scoppiato a piangere di fronte all’arbitro che era subito accorso sul punto dell’infrazione. A quel punto José Garcia Ferrer, il direttore di gara, ha preso la decisione che gli è parsa più adatta verso un ragazzino consapevole del proprio errore: si è chinato sul giovane portiere, che si copriva col braccio il volto rigato dalle lacrime, ha allontanato tutti gli altri giocatori e lo ha abbracciato, tra gli applausi degli spettatori. Gli ha spiegato che non doveva piangere, perché non avrebbe preso alcune decisione pesante nei suoi confronti. Ed infatti, dopo che anche gli avversari hanno capito e si sono allontanati, l’arbitro ha fatto riprendere il gioco facendo capere il pallone in modo che finisse nelle disponibilità del portiere. L’arbitro ha applicato la legge del cuore: in quel momento gli è parsa la cosa più giusta da fare. Anche per noi è un bellissimo esempio!

Tiziano Conti