Un argine che, un anno dopo, spaventa ancora. E non sono bastate le 500 firme raccolte e depositate al Comune di Faenza nei giorni scorsi per avere risposte. A segnalare la preoccupazione per lo stato dell’argine destro del fiume Senio è Paola Casadei, residente di via Casale e portavoce delle famiglie che abitano nella zona interessata. In vista dell’incontro con la vice presidente della Regione Irene Priolo, previsto il 3 maggio, ha inviato una lettera alla redazione. «Vorrei precisare – scrive Paola – che la via Casale a Faenza, che è interessata dall’argine destro del Senio, consta di minimo una cinquantina di famiglie interessate ai lavori di ripristino. Non ci siamo solo noi che siamo a ridosso del fiume, ci tengo a precisarlo. L’acqua che è uscita durante l’alluvione e ha inondato noi (1,80 metri) è arrivata fino a San Pier Laguna, quindi il numero delle famiglie interessate è ben maggiore di quel che si pensa. Il tratto del Senio faentino di cui sto parlando va da Ponte del Castello a Tebano».
C’è tanta amarezza per la situazione, e anche l’incontro con il generale Figliuolo non ha portato, al momento, i risultati sperati. «Da quando siamo andati dal sindaco Massimo Isola e dall’assessore Massimo Bosi, nominato da quasi un anno supervisore degli argini, ed era il 28 febbraio 2024, non abbiamo mai avuto e ottenuto a oggi una risposta che ci illumini sul nostro destino – prosegue la lettera -. La nostra situazione dal 17 maggio 2023 è la seguente: argine con svariati e innumerevoli buchi, interruzioni di notevoli dimensioni ed erosione di quello che è rimasto. Va da sé che con un quantitativo di gran lunga inferiore rispetto alla piena di maggio, noi andiamo “a mollo”. Quindi, i nostri interlocutori (oltre a sindaco e assessore, il direttore Agenzia di protezione e sicurezza del territorio Marco Bacchini, la vice presidente Priolo, il generale Figliuolo) ci rimandano tutti all’uscita del “documento” di messa in sicurezza di tutto il territorio emesso dalla Regione».
Anche il consiglio comunale del 23 aprile scorso non ha dato le risposte sperate
Non è stato valutato in maniera positiva nemmeno il Consiglio comunale del 23 aprile scorso. «Siamo usciti affranti quando abbiamo visto che le quattro interpellanze, che alcuni consiglieri hanno fatto per avere risposte sul perché non era stato ripristinato l’argine ancora oggi a un anno di distanza, sono rimaste senza risposta – prosegue Casadei -, anzi addirittura l’assessore Bosi ha riportato il parere tecnico di Bacchini che dice che noi ci siamo allagati anche per gli scarichi abusivi al fiume degli agricoltori. A voi ogni commento, per noi non ci sono parole a questo che non è altro che un “insulto all’intelligenza!”».
“Non siamo cittadini di serie Z”
Nemmeno il documento citato di messa in sicurezza pubblicato dalla Regione è accolto come risolutivo. «Ho passato tutto il weekend a leggerlo – scrive Casadei – su di noi non sono previsti interventi: né fatti, né programmati, né in corso d’opera. È inutile che escano notizie sui giornali, come quelle di sabato mattina dove si scrive che sono stati stanziati soldi o risorse per ulteriori lavori nel Senio: il Senio è molto lungo, ma nel nostro tratto non sono previsti lavori. Perché si deve prendere in giro la popolazione con false speranze? Perché dobbiamo aspettare mesi, anni, probabilmente anche cinque anni, prima che dibattano, modifichino, decidano, trovino i fondi e inizino i lavori con l’ansia, la paura, il grande rischio di nuove esondazioni, che ora per noi, purtroppo sono ancora più facili? Ma siamo forse di categoria “Z”?».