Una giornata di impegno e mobilitazione da Nord al Sud del Paese. Oltre 60mila agricoltori della Coldiretti si sono riuniti martedì 30 aprile, in 96 assemblee in tutta Italia, per discutere delle sfide e delle opportunità che il settore agricolo sta affrontando e costruire, partendo dalla base, le prossime battaglie che vedranno l’Organizzazione agricola impegnata nei mesi a venire.
L’evento rappresenta un momento cruciale per la più grande associazione agricola in Italia e in Europa, che compie quest’anno 80 anni e che si è regalata una giornata di festa e riflessione.
Coldiretti Ravenna ha celebrato l’impegno a tutela del vero made in Italy agroalimentare con una grande assemblea provinciale capace di richiamare più di 460 soci presso il CineDream di Faenza.
L’appuntamento, alla presenza del presidente provinciale Nicola Dalmonte, del direttore Assuero Zampini e di tutti i dirigenti provinciali, si è aperto con un ampio focus sulla storia dell’organizzazione, dalla nascita nel 1944 per opera di Paolo Bonomi ai giorni nostri, “una storia lunga – ha detto Dalmonte – segnata da interventi e risultati così significativi e rivoluzionari da aver cambiato la traiettoria di sviluppo economica e sociale del Paese, una storia che allora come oggi ha sempre al centro la dignità del coltivatore, la difesa della sua salute e l’impegno per garantirne la redditualità”.
Dal passato, al presente con le nuove sfide che attendono Coldiretti, in primis l’abolizione del codice doganale, la lotta alle pratiche sleali e la trasparenza sull’origine degli alimenti che entrano in Italia dall’estero.
“Deve essere riconosciuto come italiano solo ciò che proviene dall’agricoltura italiana. Non è più tollerabile – ha detto Dalmonte – assistere a scene come quelle vissute durante la protesta al Brennero di un mese fa, con carichi di prosciutti, concentrato di pomodoro, frutta e verdura che, una volta passato il valico, dopo un’ultima trasformazione, diventano sostanzialmente prodotti italiani: le importazioni di cibi stranieri hanno raggiunto nel 2023 il massimo storico.
L’eliminazione del codice doganale per l’origine dei prodotti alimentari deve essere una priorità”. E proprio dal Brennero, Coldiretti ha avviato la raccolta di un milione di firme per promuovere una legge europea che imponga l’indicazione chiara dell’origine su tutte le etichette alimentari. Si è quindi ricordata la vittoria nella battaglia che ha portato a una legge nazionale che vieta la produzione, la commercializzazione e l’importazione in Italia di cibo sintetico. “Un risultato – ha detto il direttore Zampini – arrivato dopo gli oltre 2 milioni di firme raccolti da Coldiretti e che ha fatto da apripista dato che ora molti paesi d’Europa stanno seguendo il nostro esempio”.
Spazio naturalmente anche al Patto stretto con il consumatore, nei primi anni 2000, all’avvento dei mercati di Campagna Amica con la multifunzionalità resa possibile dalla legge d’orientamento del 2001 voluta proprio da Coldiretti, ai grandi eventi nelle città con l’avvio dal 2017 dei Villaggi Coldiretti, senza trascurare l’importanza di Filiera Italia, grazie alla quale per la prima volta l’agricoltura e l’industria alimentare italiana d’eccellenza sono insieme per difendere, sostenere e valorizzare il Made in Italy.
Si è parlato anche di proteggere il territorio dall’invasione della fauna selvatica incontrollata ma anche delle problematiche connesse alla peste suina africana. Naturalmente sono state affrontate tutte le questioni ancora aperte in Europa, dalla direttiva ambiente alla Pac sino ad arrivare alla moratoria dei debiti delle aziende.