Taglio del nastro a Castel Bolognese per la nuova sede cittadina del Notaio Michele Bucchi, situata in piazzale S.M. Poggi 1 (davanti alla Biblioteca comunale e adiacente al parcheggio di piazzale Roma). Per l’occasione sono intervenuti il sindaco Luca Della Godenza, la consigliera regionale Manuela Rontini, il vicedirettore della BCC Romagna Occidentale Salvio Santandrea e l’arciprete Don Marco Bassi che ha impartito la benedizione ai nuovi locali.
Situato al primo piano di una palazzina completamente restaurata, il nuovo Studio di Castel Bolognese del Notaio Michele Bucchi sarà aperto al pubblico dal lunedì al giovedì (orari 9:30-13:30 e 14-17 lunedì e mercoledì; 9:30-13:30 e 14-19 martedì e giovedì).
“Quando un anno fa l’alluvione ha colpito duramente Castel Bolognese, interessando anche il nostro precedente ufficio situato in via Rondanini e rimasto inagibile a causa dei danni, abbiamo voluto sin da subito continuare ad assicurare i nostri servizi attraverso la sede centrale di Faenza, prendendo l’impegno di riaprire lo Studio di Castel Bolognese non appena si fossero verificate le condizioni – ha dichiarato il Notaio Michele Bucchi –. Questa decisione è stata dettata innanzitutto dal forte legame che ci unisce a questa comunità, dove siamo presenti sin dal 2012 e dove vogliamo continuare a lavorare”.
Le migliori condizioni si sono verificate nell’ambito di un importante progetto di rigenerazione urbana che ha portato al ripristino e al restauro dell’immobile di piazzale Poggi, in precedenza fatiscente, e ora destinato a diventare un polo di servizi a favore di cittadini e imprese, grazie all’impegno profuso dai diversi soggetti privati intervenuti.
“Questa nuova apertura, insieme a quelle che riguarderanno le altre attività qui presenti, vuole essere un ulteriore segnale di ripartenza per tutta la comunità castellana, che ha dimostrato grande dedizione e sacrificio nel rialzarsi dopo l’alluvione – ha aggiunto il Notaio Michele Bucchi -. È per noi anche l’occasione per ringraziare pubblicamente i tanti giovani volontari che nei giorni successivi a quei drammatici eventi hanno prestato il loro aiuto. Inoltre, grazie alla digitalizzazione di tutti i nostri archivi, nessun documento è andato perduto a causa dell’alluvione; siamo così riusciti a salvaguardare un pezzo di storia di questa comunità”.