Pubblichiamo integralmente l’intervento dei Comitati Faentini dei cittadini alluvionati, alla commemorazione istituzionale ad un anno dell’alluvione, che ha avuto luogo sabato 18 maggio al Teatro Masini.

“I Comitati Faentini degli alluvionati ringraziano per l’invito le autorità presenti, e chiedono a tutti di condividere una riflessione che, come rappresentanti degli alluvionati, sentono di esprimere sull’anno appena trascorso dall’alluvione.

Il disastro che ci ha colpito rappresenta uno spartiacque nelle nostre vite, abbiamo un “prima” e abbiamo un “dopo”.

Il “prima” è costituito dalle nostre abitazioni, comprese le cose materiali conservate, e dalle nostre abitudini, compresa la tranquillità che avevamo di vivere il nostro territorio.

Il “dopo”, invece, è rappresentato dalle case distrutte e dai ricordi perduti o comunque irrecuperabili e, qui a Faenza, vogliamo sottolinearlo, anche dalla perdita di una vita umana, che non ha prezzo.

L’acqua e il fango hanno distrutto anche le nostre certezze, la serenità delle nostre vite, hanno evidenziato la fragilità del territorio e messo a nudo la precarietà di quanto pensavamo di aver conquistato.

Abbiamo dovuto rimboccarci le maniche non solo perché obbligati alla ricostruzione delle case, o delle aziende, ma anche per riprogettare il nostro futuro.

Abbiamo dovuto riprogettare noi stessi.

Ad un anno dal disastro siamo ancora molto lontani dal raggiungimento degli obiettivi, sia in termini di ottenimento dei ristori previsti, sia per una riconquistata sicurezza del territorio, perché quanto accaduto non si verifichi mai più.

Ciò che sentiamo di aver acquisito nell’anno appena trascorso è sicuramente il senso della parola “comunità”: l’importanza, per chi ha tempo e energie, di spenderle a servizio della propria “comunità”, quartiere o città che sia.

Ecco perché continuiamo, nonostante le difficoltà, a batterci per chiedere ad ogni ente/istituzione, locale o nazionale, di attivarsi per quanto di propria competenza al fine di risolvere i tanti problemi dei cittadini alluvionati: dall’accelerazione e semplificazione delle pratiche per i ristori alla sistemazione del sistema fognario, dalla previsione del dignitoso ristoro dei beni mobili persi nel disastro, alla creazione delle casse di espansione, dalla costituzione di un efficace sistema di allarme di Protezione Civile, fino alla definizione del meccanismo del credito d’imposta che da mesi viene preannunciato .

Infine, ci sentiamo in dovere, e dal cuore, di ringraziare i tanti volontari che per settimane hanno lavorato nelle nostre case e che, con il loro gioioso e disinteressato aiuto, ci hanno testimoniato come la solidarietà e il sentimento di appartenenza alla stessa comunità nazionale possano fare la differenza.

Li ringraziamo per il dono che abbiamo ricevuto, che non ha eguali, che ha prezzo, cioè la fiducia di non essere soli, fiducia in noi stessi per poter ricominciare.

E, quindi, credere nel futuro.”