Con la posa del ponte Bailey Faenza ha fatto un altro passo avanti per mettersi alle spalle l’alluvione. Nel frattempo sono tanti i cittadini alle prese con la procedura per presentare la perizia e aver accesso così ai ristori. L’iter non si sta rivelando semplice e, al momento, le perizie presentate sono veramente poche. A fronte di una stima di circa 60mila richieste di rimborso, in tutte le aree colpite, ne sono arrivate alla regione circa mille. Abbiamo approfondito la questione con Marco Calderoni, presidente del Collegio Geometri di Ravenna.

«Dialogo aperto con la struttura commissariale»

Calderoni, voi geometri eravate presenti durante la stesura delle ordinanze commissariali. Avete fatto notare alla struttura del commissario Figliuolo che potevano insorgere delle difficoltà nella presentazione delle perizie?

Ero presente al tavolo, per l’area tecnica del Cup Emilia-Romagna (Comitato Unitario Professioni e Collegio Ordini Emilia-Romagna). Fin da subito abbiamo evidenziato i problemi presenti migliorando le ordinanze rispetto alla prima stesura, grazie al confronto con la struttura commissariale che ci è venuta incontro su molte tematiche. Su alcuni temi invece non abbiamo trovato una condivisione e stiamo anche ora valutando le soluzioni più adeguate.

I geometri riferiscono di avere una mole di lavoro importante. Secondo lei sono pochi i tecnici chiamati a periziare i danni?

No, non credo che i tecnici siano pochi per affrontare una mole di lavoro comunque enorme. La sola provincia di Ravenna può contare su almeno duemila tecnici, a cui vanno aggiunti quelli che operano nelle altre province coinvolte dall’evento alluvionale.

Si poteva snellire maggiormente la burocrazia, senza rinunciare ai principi di legalità e trasparenza? La richiesta di stato legittimo che allunga mediamente di 2-3 mesi l’iter per presentare la perizia era realmente necessaria?

A mio avviso la richiesta dello stato legittimo (che attesta la regolarità urbanistica e catastale dell’immobile, ndr) poteva essere superata, limitatamente agli interventi di manutenzione ordinaria, che sono una larga maggioranza degli interventi di ripristino. Ci siamo confrontati a lungo su questo tema, sempre nel rispetto della legalità, ma ogni soluzione proposta per bypassare lo stato legittimo e snellire la procedura prevedeva un intervento del legislatore, andando oltre rispetto a poteri e competenze della struttura commissariale.

Nel corso degli incontri con la struttura commissariale aperti alla cittadinanza, si è sottolineata la difficoltà di effettuare le perizie e definirne il costo, a causa di molti casi particolari spesso esclusi dalle ordinanze. Le percentuali riconosciute ai tecnici per svolgere le perizie sono troppo basse?

Intanto è necessario precisare che le percentuali non sono le “parcelle” riconosciute ai tecnici, ma sono gli importi riconosciuti ai cittadini quale rimborso massimo per le spese tecniche. Effettuare una perizia è complesso e soprattutto è un lavoro di responsabilità e va svolto con dedizione e professionalità. Ci sono per noi tecnici dei costi che non sono comprimibili Comunque credo sia possibile venire incontro alle esigenze dei cittadini alluvionati. A mio avviso la percentuale potrebbe anche essere congrua se si trattasse della pura e semplice perizia, ma accanto a essa c’è un iter gravoso che il tecnico si trova a gestire, a servizio del cittadino. Operare all’interno di Sfinge, richiedere la verifica dello stato legittimo, occuparsi della rendicontazione sono tutte procedure complesse per i cittadini. I tecnici si trovano a seguire una vera e propria procedura più che a effettuare una semplice perizia. Per questo, al momento, stiamo dialogando con la struttura commissariale e Invitalia per comprendere se queste prestazioni possano essere incluse nelle spese tecniche. Nell’80 per cento dei casi, nella nostra provincia, i lavori di ripristino sono attività di edilizia libera e sarebbe importante se, come avviene già in presenza di una pratica edilizia, si potesse prevedere come tetto massimo rimborsabile per le spese tecniche in edilizia libera, almeno una parte rispetto al 10 per cento dell’importo complessivo dei lavori.

I comitati che riuniscono i cittadini alluvionati avevano proposto di periziare i danni solo al di sopra di 20/30mila euro perché in caso di danni di piccola entità la perizia non conviene. Una soluzione per snellire il lavoro dei geometri?

Snellirebbe di sicuro il lavoro di noi geometri e avrebbe favorito i cittadini. Anche noi abbiamo sostenuto questa proposta, ma purtroppo non è una strada perseguibile. È stato possibile procedere alla distribuzione del contributo di primo sostegno direttamente perché si trattava di una procedura straordinaria emergenziale, ma ora la perizia è imprescindibile, anche per erogare un solo euro, visto che si tratta di aiuti di Stato in occasione di un evento catastrofico. Per modificare questo aspetto servirebbe, ancora una volta, l’intervento del legislatore e non della struttura commissariale.

La piattaforma Sfinge si adatta alla situazione attuale oppure potrebbero essere apportate delle migliorie?

Tutte le piattaforme su cui noi geometri siamo abituati a lavorare potrebbero essere migliorate e Sfinge non fa eccezione. Di certo per un privato cittadino non è semplice gestire l’iter in autonomia all’interno della piattaforma, ma l’adattamento fatto, per noi tecnici, risulta essere idoneo, al netto di qualche problema che viene segnalato e affrontato con i responsabili di Sfinge.

Il confronto con la struttura commissariale è aperto?

C’è la volontà reciproca di risolvere i problemi. Abbiamo potuto interagire su molte questioni in modo positivo. Su altre non c’è stato modo di intervenire, come detto in particolare per colpa di normative sovraordinate. La struttura commissariale ha garantito, a più riprese, che non intende essere troppo fiscale con i cittadini. Non verranno bocciate delle richieste di rimborso per meri aspetti formali o piccoli dettagli.

In conclusione cosa potrebbe velocizzare le perizie?

Noi geometri vogliamo evitare che i cittadini non siano rimborsati per la mancanza di chiarezza. Su tante tematiche ci siamo chiariti con la struttura commissariale. Mancano alcuni dettagli. Come Collegio Geometri stiamo predisponendo delle linee guida che vogliamo sottoporre alla struttura e a Invitalia per un’opportuna approvazione. Dopo questo passaggio saranno distribuite ai nostri iscritti che potranno così procedere con le perizie con maggiore tranquillità e celerità.


Samuele Bondi