Volti e storie di chi è sbarcato questa mattina a Ravenna con la Life Support, la nave ong di Emergency che ha soccorsi i 71 migranti a largo delle coste di Lampedusa e li ha condotti fino qui. La nave è arrivata questa mattina attorno alle 8,30: sono ancora in corso, al Pala de Andrè, le operazioni di identificazione e i controlli medici, terminate le quali i migranti saranno accolti in diverse strutture in tutta la Regione.

A raccontarci questi volti e queste storie è Johanes Ghebray, di origini eritree, mediatore culturale di Emergency a bordo della Life Support. Della traversata in mare, come sempre in questi casi, si parla poco. “Sono partiti presumibilmente attorno alle 22 dalle coste della Libia – spiega Johanes -. Per sette ore tutto è andato liscio ma poi il motore si è fermato e hanno navigato a motore spento per un po’ chiedendo aiuto. Quando l’onda si alzava, si mettevano a pregare. Poi hanno visto le luci di un mezzo ma avevano paura si trattasse della Guardia Costiera libica che aveva arrestato molti di loro in altri tentativi di traversata. Quando ci hanno visti si sono tranquillizzati”.

I migranti sbarcati con la nave ong di Emergency sono in maggioranza bengalesi ma ci sono anche eritrei ed egiziani. “Mi ha colpito la storia di un padre, egiziano – racconta il mediatore di Emergency – che è partito per i suoi sei figli. ‘Vorrei dare loro un futuro migliore’, mi ha detto. ‘Ci ho provato, non so se ci riesco’”.

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