«Liberi»: una scritta al neon realizzata da Fabrizio Dusi illumina una parete di una stanza di Santa Maria dell’Angelo a Faenza, come una luce che vuole illuminare anni di scuola difficili in cui la parola benessere sembra fuori luogo, in cui i ragazzi si sentono «Fuori Posto». Proprio così si intitola la mostra del Msac, Movimento studenti Azione cattolica sulle orme di don Lorenzo Milani che raccoglie studenti e studentesse delle scuole superiori faentine. L’esposizione verrà inaugurata il prossimo sabato 16 marzo alle 18 nella chiesa di Santa Maria dell’Angelo e sarà visitabile fino al 26 maggio. Realizzata in collaborazione con il vicedirettore del Museo Diocesano di Faenza, Giovanni Gardini, la mostra è la restituzione di un lavoro di ricerca intrapreso nel 2019 dall’equipe Msac, studenti delle scuole superiori faentine, dal titolo “2032. La scuola è cambiata”, che si proponeva di ascoltare i vissuti e i desideri dei ragazzi e delle ragazze delle scuole superiori di Faenza.
«Immagina di esser uno studente del 2032 e di dover raccontare come è cambiata la scuola a uno studente del 2023»: questo l’input che l’anno scorso è stato dato negli oltre 300 questionari raccolti nelle classi dell’Istituto Bucci e del liceo Torricelli-Ballardini che hanno aderito al progetto. Tantissime le riflessioni che, proprio immaginando un futuro diverso, i ragazzi e le ragazze di 21 classi diverse – nove seconde, una terza, sei quarte, cinque quinte – hanno espresso: sarebbe bello sentirsi ascoltati dagli insegnanti, non doversi identificare in un voto, avere a scuola uno spazio proprio dove potersi sentire a casa, una classe in cui sentirsi liberi. Liberi di essere ciò che si è, liberi dal dover inseguire standard già decisi. Liberi di immaginare un futuro da costruire trovando a scuola gli strumenti che servono per farlo. Liberi. Questa la parola chiave che racchiude i desideri e i significati più profondi di una generazione che vuole riprendere in mano il presente e fare proprio l’I Care di don Milani per essere protagonista e non semplicemente attrice della scuola.
Dai questionari che hanno coinvolto oltre 300 studenti al percorso artistico
Tutto questo è espresso attraverso l’arte contemporanea, attraverso installazioni realizzate dai ragazzi e da Fabrizio Dusi, artista milanese che ha già collaborato in passato con il Museo diocesano, in una mostra interattiva aperta alle classi che vorranno prenotarsi per visite guidate durante la mattina, ma anche alla cittadinanza in aperture comunicate sui canali social del Msac e del Museo diocesano il sabato dalle 17 alle 19. Materiali diversi – da semplici banchi a opere in ceramica – per raccontare pezzi di vita e desideri di studenti e studentesse, ma anche per riflettere su come vivere la scuola. Per far pensare, anche ai meno giovani, all’urgenza di creare una comunità educante, imprescindibile oggi per ridare al presente la dignità di esser giovane e al futuro una luce diversa, più vera e più libera.
La mostra vuole esporre quanto emerso dalla mente e dal cuore degli studenti attraverso un linguaggio che tocchi – attraverso un’esperienza sensoriale – sia i sentimenti sia il ragionamento. I tre ambienti della mostra compongono un percorso attraverso cui porsi in ascolto e mettersi in gioco per raccogliere quanto più possibile da questa esperienza e lasciare qualcosa di sé che arricchirà altri.
Don Mattia Gallegati: “Importante interrogarsi e lasciarsi provocare dai pensieri dei giovani”
“Una delle grandi novità che propone questa mostra – spiega il vice direttore del Museo Diocesano, Giovanni Gardini – è il suo essere stata interamente ideata e realizzata da giovani. Come adulti li abbiamo accompagnati in questo percorso, stando però sempre un passo indietro, per responsabilizzarli al massimo e far emergere in maniera autentica il loro pensiero”.
“L’esposizione nasce da un volersi mettere in ascolto del mondo della scuola – aggiunge don Mattia Gallegati, assistente del Msac -. E’ stato un cammino lungo, specie per ragazzi di questa età, e al di là del risultato artistico è il cammino stesso che hanno compiuto ad avere valore.”. Da questa ricerca, dal taglio qualitativo, “emerge una grande fame di relazioni da parte degli studenti – precisa don Mattia -, sia tra di loro sia con i professori. Si cerca un diverso rapporto con il voto, con il giudizio. Un’altra parola chiave emersa è quella della libertà, che dobbiamo saper declinare in tanti aspetti e che non deve essere un semplice ‘faccio solo quello che voglio’. Da parte di noi adulti, ci deve sempre essere un lasciarsi provocare da quello che i nostri giovani ci dicono”.
“Come istituzione che vuole avere a cuore il mondo della scuola – conclude l’assessora all’Istruzione Martina Laghi – questa iniziativa è davvero significativa nel dare voce al pensiero di ragazzi e ragazze. Per le scuole del nostro territorio, visitare questa mostra rappresenta certamente un’opportunità da cogliere”.
Gli e le insegnanti che vorranno prenotare visite guidate per le loro classi possono contattare il Museo diocesano al numero 333 7834993.
Letizia Di Deco