Duecentocinquanta opere tra ceramiche, vetri, arredi e disegni, suddivise in quindici sezioni raccontano il lavoro di Gio Ponti dal 1922 al 1978. Al famoso architetto, artista e designer, figura chiave nella definizione e promozione del Made in Italy, è dedicata la nuova mostra del MIC, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, aperta al pubblico dal 17 marzo al 13 ottobre 2024.  L’esposizione, realizzata in collaborazione con la Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia di Sesto Fiorentino e dell’Archivio Gio Ponti, ospita moltissime opere inedite grazie alla concessione di privati e donatori.

Il sindaco Isola: “Questa mostra ci emoziona”

“Prosegue il programma di valorizzazione dei personaggi e delle grandi manifatture che hanno costruito il Made in Italy ceramico – ha ricordato Massimo Isola, sindaco di Faenza – Questa, in particolare, ci emoziona per la sua bellezza, sia per opere di straordinario valore, sia per le suggestioni vibranti suggeriscono. Artisti, architetti e designer hanno utilizzato la ceramica per creare la nostra idea di mondo. Siamo orgogliosi di dire – ha concluso il sindaco – che a Faenza di mostre se ne ospitano poche e se producono tante”. Oltre alla Richard Ginori, durante la sua lunga carriera, Ponti entrò in contatto con i maggiori ceramisti faentini dell’epoca, come Pietro Melandri, Gaetano Dal Monte, Riccardo Gatti, ma anche con realtà industriali come la Cooperativa Ceramiche di Imola.

Photogallery (Fichera)

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  • Mostra Gio Ponti
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“Il progetto è nato parecchi anni fa – ha ricordato Claudia Casali, direttrice del Mic – e ci abbiamo lavorato con molta cura e dedizione. Sarà possibile vedere pezzi inediti grazie alla concessione di collezionisti privati. Ci auguriamo che sia un percorso ricco di novità e scoperte”. Gio Ponti fu uno strenuo divulgatore del Made in Italy già a partire dagli anni venti, quando divenne direttore artistico della Richard Ginori. “Imprigionare un talento come Gio Ponti all’interno di uno spazio ridotto non è stato semplice – ha spiegato Stefania Cretella, curatrice della mostra – per questo abbiamo operato delle scelte consapevoli. Il rapporto di Ponti con la ceramica iniziò prestissimo, già da neolaureato. Tra il 1921 e il 1922 Ponti giunse alla Richard-Ginori e cominciò il rinnovamento del repertorio storico della manifattura proiettandola verso il nascente gusto déco”.

La carriera di Ponti tra arte, design, riviste e progettazione

La mostra mette a fuoco il contributo apportato dal Ponti nel corso di circa un decennio, proponendo anche confronti con designer e artisti attivi negli stessi anni. Terminati i rapporti con la manifattura nel 1933, “Ponti tornò saltuariamente a collaborare con l’azienda – ha specificato Cretella – proponendo idee di grande estro creativo, e iniziò a stringere nel tempo rapporti con il mondo delle arti decorative e del design”. Tra le attività di Ponti, anche la direzione di due riviste divenute storiche del settore come “Domus” e “Stile” e la progettazione e costruzione alla fine degli anni cinquanta del Grattacielo Pirelli a Milano, diventato simbolo della “modernità” nel dopoguerra in Italia.

Barbara Fichera