Enzo Minardi (classe 1939) a Sarna ci abita dal 1953, da quando la sua famiglia prese a mezzadria il podere annesso alla Pieve di cui allora era arciprete don Francesco Belloni. Proveniente da Errano (dove era parroco don Scolastico Berardi), Enzo, cresciuto in una realtà parrocchiale estremamente dinamica che dava molta importanza all’attività sportiva, si ritrovò in una situazione ben diversa. Per renderla più vicina alle esigenze dei giovani che frequentavano l’ambiente parrocchiale, lui ci si mise d’impegno insieme ad altri che ne condividevano l’idea e fu così che, grazie a loro, anche Sarna ebbe una sua società sportiva: l’Aurora.

Gli inizi: gli anni ’50

Basandomi su un’interessante e dettagliata relazione che Enzo mi ha messo a disposizione (lui l’aveva scritta in occasione del 40° della Società) cerco quindi di ricostruirne la storia fin dall’inizio. Dato che alcuni giovani di Sarna (Giuseppe Burbassi, Armando Gorini, Pierino Caroli, Piero Leoni) avevano cominciato a praticare ciclismo, nel 1957, in collaborazione con la Corrado Zannoni (la società di Errano) si riuscì a organizzare una prima corsa ciclistica con partenza da Sarna verso Marzeno, poi Modigliana, il passo del Torretto, Marradi, Brisighella e arrivo a Sarna. Dopo quella corsa fra i giovani Sarnesi sorse la voglia di avere una loro società sportiva che, grazie anche al sostegno dello CSI di Faenza, nacque nel febbraio del 1958, fu denominata Aurora ed era presieduta da Lino Ceroni. Non potendo disporre di un campo sportivo, l’attività dell’Aurora per alcuni anni fu limitata al solo ciclismo. Soltanto nel 1962, dopo una lotta lunga e estenuante, si riuscì a ottenere dall’arciprete un appezzamento di terreno per fare un campo da calcio. Enzo racconta che la fatica manuale per sistemarlo fu veramente tanta, ma fu compensata dalla soddisfazione di avere finalmente un campo, anche se di piccole dimensioni (metri 25 per 30) dove ci si poteva allenare per organizzare una squadra. Per poter giocare anche di sera furono installate sei lampade da 250 volt, tre appese al muro della canonica e tre su dei pali di legno. Se durante le partite cominciava a piovere, le lampade scoperte si bruciavano, quindi l’unica soluzione stava nel proteggerle mettendo degli ombrelli sopra i pali. Fu organizzato il primo torneo notturno di calcio, uno dei primi nell’ambito dello CSI, a cui parteciparono parecchie squadre, tutte parrocchiali. Il campo era piccolo («più che un campo da calcio è un campo da calcio balilla», commentavano i giocatori), l’illuminazione era scarsa, il circolo faceva da spogliatoio per tutte le squadre, per la doccia c’era a disposizione un tubo di gomma collegato a un rubinetto, ma i giocatori si accontentavano perchè allora non c’erano certo le esigenze di oggi. Nel frattempo era continuata l’attività del ciclismo con nuove leve di corridori (Silvano Bosi, Ermanno Farolfi, Enzo Chiozzini) e prese il via la classica corsa ciclistica nel circuito della Chiusa. Durante la prima, la cosiddetta Coppa Landini, piovve tutto il giorno, i corridori furono pochi, i più si ritirarono e fu solo Silvano Bosi a tener duro fino alla fine. L’anno successivo sullo stesso circuito si disputava il gran premio Vulcano, ma, a pochi giri dalla conclusione, scoppiò un temporale che rovinò tutto.

Gli anni ’60

Alla fine del 1967 don Belloni si ritirò e fu sostituito da don Romano Ricci che, su proposta di Enzo, eletto presidente dell’Aurora, diede il consenso per l’ampliamento del campo da calcio (inaugurato il 22 luglio 1968 dall’assessore Francesco Bandini) e prese così il via il secondo torneo notturno a cui ne seguirono poi vari altri. Nonostante la precarietà degli spogliatoi, della doccia e vari problemi all’impianto di illuminazione (risolti con un generatore alimentato da un rumoroso trattore), la partecipazione ai tornei notturni fu sempre molto alta. Alcune partite finivano però con delle risse e gli arbitri dovevano andarsene di nascosto per vie traverse! La squadra di Sarna inizialmente andava piuttosto male, poi cominciò a migliorare grazie al “manager” Oriano (Sudo) Boschi. Al calcio e al ciclismo si aggiunsero anche varie gimkane di trattori.

L’ampliamento degli anni ’80

A don Romano Ricci subentrò don Pierino Ferri e il campo fu nuovamente ampliato, fu dotato di un buon impianto di illuminazione, di docce e spogliatoi e fu inaugurato il 24 maggio 1981 con una grande festa che, iniziata al mattino con i giochi della gioventù, proseguì nel pomeriggio con la partita Basiago-Sarna arbitrata da una inconsueta terna femminile inviata dallo CSI. Seguirono anni di intensa attività, soprattutto nel settore del calcio con tanti sacrifici per andare a giocare anche piuttosto lontano, ma con altrettante soddisfazioni.
La squadra di Sarna, allenata da Angelo Bertoni, che divenne poi presidente dell’Aurora, riuscì a vincere vari tornei e fra questi, per ben due anni consecutivi, durante la successiva presidenza di Silvano Bosi, quello di Sarna. Dopo questo esaltante periodo di partecipazione e di successi, il veloce cambiamento delle abitudini del mondo giovanile portò a una progressiva riduzione delle attività sportive dell’Aurora e alla sua fusione con il nuovo circolo CSI tuttora esistente e in attività.
Vi ricordo che ai Filodrammatici L.A. Mazzoni lunedì 25 marzo, con ingresso libero, si svolgerà l’ultimo lõn ad mêrz. Carla Fabbri, Nadia Galli e la Schürr ci intratterranno sul tema dell’azdôra con intermezzi musicali di Vittorio Bonetti.

Mario Gurioli