Faenza è un cantiere e cerca di ripartire a dieci mesi dall’alluvione. Il cantiere per la realizzazione del ponte Bailey è in fermento, e sono tante le attività che ruotano attorno a questo polo. Dopo l’intervista all’edicola di Rossano Marchi, sull’altro lato di piazza Lanzoni troviamo il bar Piramidi, un altro luogo importante per socialità e relazioni. «C’è molta curiosità nei confronti del cantiere – spiega la cotitolare Ilinca Ionela Felicia -. Alcuni residenti sono anche preoccupati per l’impatto che potrà avere il nuovo ponte sul traffico della zona».
Gli attuali titolari hanno rilevato l’attività un mese prima dell’alluvione
Ionela Felicia, insieme al marito Costantin e al figlio gestisce il bar Piramidi dal 16 aprile dello scorso anno, un mese esatto prima dell’alluvione che ha sconvolto Faenza. «Abbiamo deciso di fare un investimento, soprattutto per nostro figlio – continua Ionela Felicia –, ma i danni causati dall’alluvione sono stati pesanti. Abbiamo perso i motori dei frigoriferi e molta attrezzatura, senza contare tutta la merce che era nel magazzino interrato e che abbiamo dovuto buttare. Per fortuna, grazie all’aiuto di amici e parenti, otto giorni dopo l’alluvione eravamo già riaperti».
Ora il cantiere per la posa del ponte Bailey è appena fuori la porta d’ingresso del bar e «la nostra attività è nascosta dal cantiere, le persone non ci vedono e tanti ci chiedono se siamo aperti, nonostante i vari cartelli che abbiamo affisso. Questo ha una ripercussione sul lavoro, gli incassi sono calati molto, tornando ai livelli del primissimo periodo post alluvione. Oltre a essere nascosti – prosegue Ionela Felicia – sono stati tolti tanti parcheggi per lasciare spazio al cantiere e abbiamo dovuto smontare il nostro gazebo, con l’aiuto di una ditta comunale. A questo proposito mi permetto di lanciare un appello al Comune, per darci una mano anche nel rimontare il gazebo, non appena si potrà. Per noi è uno spazio importante, soprattutto durante la stagione estiva».
Il ponte fondamentale per i collegamenti Borgo e centro storico
La speranza, anche per il bar Piramidi, è che si possa completare il cantiere e ripristinare la viabilità tra Borgo e centro storico il prima possibile. «Speriamo – continua Ionela Felicia – che con il ponte operativo possa esserci una ripresa per noi, anche perché tutta la nostra famiglia lavora all’interno del bar e non abbiamo altre entrate. Speriamo che tornino molti clienti che prima dell’alluvione raggiungevano il bar dal centro storico. In questo momento, con il ponte chiuso e con pochi parcheggi non è semplice raggiungerci, soprattutto per gli anziani con cui lavoriamo tanto. In Borgo, tante persone sono ancora fuori casa e chi è rientrato non se la sente di concedersi una colazione al bar, spesso per motivazioni economiche avendo tante spese da sostenere per il ripristino della casa».
Samuele Bondi