Da oltre quarant’anni Enzo e Laura condividono le sofferenze dei più deboli ed emarginati del Bangladesh. Parliamo di un paese, dal 1971 resosi indipendente dal Pakistan, grande meno della metà dell’Italia, ma che ha quasi tre volte i nostri abitanti. Un paese a cavallo della foce del maestoso Gange Brahmaputra, con l’80% del territorio sotto i 50 metri sul livello del mare e che spesso deve fare i conti proprio con l’acqua. Piogge torrenziali e alluvioni. Per poter svolgere la loro missione, Enzo e Laura hanno dato vita all’associazione Rishilpi, nome derivato da una etnia locale particolarmente emarginata. Si sono occupati dell’istruzione dei bimbi dei villaggi rurali, che sarebbero cresciuti analfabeti causa la mancanza di scuole. Loro hanno dato vita a parecchie scuole di villaggio. Ognuna accoglie ogni giorno varie decine di bimbi.

Con l’associazione Rishilpi a favore dell’istruzione e del lavoro

Si sono poi resi conto della precarietà delle famiglie, aggravata dalla mancanza di lavoro, in particolare per coloro che avevano una disabilità. Hanno pensato di creare un laboratorio artigianale che produce ceste e altri oggetti realizzati intrecciando vimini. Hanno anche coinvolto le donne addestrandole a intrecciare la juta per realizzare borse. Ora il laboratorio vende i suoi prodotti in parecchi Paesi.
Un giorno Laura stava per entrare in banca e un mendicante sciancato, le chiese l’elemosina. Lei rimase qualche minuto a parlare con lui e poi gli disse: «Io non ti faccio l’elemosina, ma se vuoi, vieni a casa mia e ti offro un lavoro». Lui la guardò incredulo e lasciò che Laura entrasse per sbrigare i suoi compiti. Dopo alcuni giorni Laura lo vide presentarsi al suo cancello, gli aprì e gli disse: «Hai fatto bene a venire. Ti mostro il lavoro che potrai fare». Lo accompagnò nel laboratorio e gli propose di occuparsi della lavorazione della pelle. Avrebbe dovuto collaborare assieme ad altri che, come lui, non erano in grado di camminare, ma erano comunque in grado di realizzare portamonete, borselli ed altri oggetti di uso comune. Ebbene, quando vari anni fa visitai la Rishilpi, ebbi poi modo di incontrare questo lavoratore, che nel frattempo era diventato il punto di riferimento di tutti i suoi colleghi di lavoro.

Il sostegno alle persone con disabilità

Enzo e Laura hanno dato vita prima a un Centro di riabilitazione per portatori di handicap agli arti. E ora di questi Centri ne hanno realizzati ben cinque, nei villaggi più popolati. Durante la mia visita mi fece incontrare un ragazzo che camminava malamente reggendosi a una ringhiera, Laura mi disse: «Sua madre ce lo portò quando aveva solo 3 anni. Era completamente immobile e restava tutto il giorno nella posizione in cui lo mettevi. La mamma era disperata, ma non poteva accudirlo come avrebbe voluto, perché doveva lavorare per poter mantenere gli altri tre figli. Ci chiese di aver cura di lui e se ne andò piangendo. I nostri collaboratori del Centro lo hanno preso in consegna e con grande pazienza sono riusciti a fargli muovere le gambe e le braccia, pur malamente. Ora può spostarsi per un breve tratto. È felice, perché può stare con gli altri ragazzini e, in qualche modo, giocare con loro».

Obiettivo ecografo

Laura, nel corso degli anni in cui si è presa cura dei bimbi con handicap motorio, ha capito perché sono così numerosi. Spesso accade che le donne incinte partoriscano da sole, o aiutate da donne inesperte. Il bambino se è mal posizionato nell’utero, alla nascita può subire traumi che gli procurano un handicap, anche molto grave. Nella zona vi è un solo ospedale, ma le mamme dei villaggi non possono recarvisi a partorire e nemmeno richiedere esami preventivi, perché non hanno la possibilità di pagare la somma che i medici chiedono. Consigliata da un amico medico, Laura ha deciso di allestire un piccolo ambulatorio in cui inserire un’apparecchiatura per ecografie. La futura mamma potrà sottoporsi all’esame in forma gratuita e capire se ci possono essere problemi per il nascituro al momento del parto. È chiaro che in questo caso Laura si adopererà perché alla nascita possa essere presente un’ostetrica specializzata. Ovviamente l’attrezzatura, con installazione e messa in opera, ha un costo elevato, per cui Laura ha suddiviso la spesa in alcuni “pacchetti” da 5mila euro e ha chiesto agli amici di sostenerla. Si tratta di un progetto di grande importanza, che permetterà a tanti bimbi di nascere senza subire traumi. Diminuendo i bimbi traumatizzati, Laura potrà allargare la sua azione anche in altri villaggi per dedicarsi ai più bisognosi di cure.

Raffaele Gaddoni