Su il sipario al Teatro Masini di Faenza, in questo primo scorcio di 2024.
Martedì 13 gennaio Paola Minaccioni sarà protagonista, alle 21, con il monologo di stand-up comedy “Stupida Show”.
Stupida Show! Paola Minaccioni Special è uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo, scritto da Gabriele Di Luca, che ne è anche regista insieme a Massimiliano Setti, autore delle musiche.
Il progetto è stato ideato e costruito intorno a una domanda fondamentale: quali temi hanno il compito di indagare la comicità oggi? E quali sono gli aspetti più scomodi del nostro presente che vale davvero la pena raccontare, in grado di offrirci una nuova e diversa chiave di lettura sulla realtà?
In Stupida Show, quindi, Paola Minaccioni non incarnerà certo il ruolo della tenera eroina, vittima di un mondo crudele, non sarà la donna da compatire, bensì da temere! Si porrà a noi come l’antieroe per eccellenza, svelandoci i vizi, i lati oscuri e la follia di chi nella vita sa bene cosa significa inciampare, di chi è stufa di sopportare la retorica qualunquista della contemporaneità e ha voglia di dircene quattro.


Biglietti: da 16 a 29 euro.
Prevendite: da venerdì 12 gennaio dalle ore 10 alle ore 13 presso la biglietteria del Teatro Masini. Prenotazioni telefoniche (0546 21306): nei giorni di prevendita dalle ore 11 alle ore 13.
Diritto di prevendita e di prenotazione telefonica: 1 euro.
Biglietti online: Vivaticket. Ai biglietti acquistati online sarà applicata una maggiorazione da parte del fornitore del servizio.
Domenica 14 gennaio nuovo appuntamento con la rassegna Teatri d’Inverno
Domenica 14 gennaio alle ore 21, per la rassegna Teatri d’Inverno – sguardi sulla drammaturgia contemporanea, il Teatro Masini di Faenza ospita lo spettacolo Figli di Abramo (Abrahams Barn), una produzione del Teatro del Loto.
Lo spettacolo sostituisce l’annunciato PeerGyn Trip che la compagnia avrebbe dovuto rappresentare nella medesima giornata.
Nella sola Norvegia, Abrahams Barn di Svein Tindbergha superato i 150.000 spettatori, diventando un vero e proprio “Blockbuster” del Teatro di narrazione. Tradotto e diretto da Gianluca Iumiento, adattato e interpretato, in esclusiva per l’Italia, da Stefano Sabelli,Figli di Abramo è una sorta di Mistero Buffo incentrato su vita e dinastia di Abramo, Patriarca e Profeta comune all’Ebraismo, al Cristianesimo e all’Islam.
Il monologo mette in scena il diario di viaggio di un attore, che da Gerusalemme si mette alla ricerca dell’Abramo perduto. La storia dell’uomo che da 4 millenni è riferimento di fede per miliardi di persone sulla Terra, è narrata in modo colto ma pure con grande ironia e divertimento. Sono così, rievocati mito e leggenda del primo profeta monoteista dell’Umanità. Un vero innovatore che a Ur dei Caldei, dov’era nato, in Mesopotamia, rifiutò l’idolatria dei suoi tempi, per credere in un solo e unico Dio creatore.
Da ribelle ai facili idoli, Abramo, divenne, per questo, il primo esule braccato dell’Umanità e il suo perenne peregrinare – dalla Mesopotamia all’Egitto, dalla Cisgiordania alla Penisola arabica, dal Mar Rosso al Mediterraneo – fu teso alla ricerca e all’approdo della Terra promessa.
Figli di Abramo, indaga l’origine delle tre grandi fedi monoteiste, entrando nel merito della loro comune discendenza abramitica. Racconta però anche la Storia di conflitti perenni e incomprensibili fra popoli, perpetrati in nome dello stesso Abramo, dei suoi figli – Ismaele e Isacco – e poi dei figli dei suoi figli. Popoli che, dalla lettura comparata e spesso sorprendente dei testi sacri, Torah, Vangelo, Corano, dovrebbero considerarsi fratelli gemelli.
Tutti i tre grandi testi monoteisti, in realtà, indicano Abramo come patriarca e capostipite, sia delle 12 tribù d’Israele, da cui nasce e si diffonde prima il Giudaismo e poi il Cristianesimo, sia delle 12 tribù arabiche, da cui nasce e si diffonde l’Islam. Tutti i discendenti di tali tribù si considerano perciò, giustamente, “figli di Abramo”.

In Europa, come in Medio Oriente, o ovunque i Figli di Abramo oggi vivano, più che raccontare i danni procurati da integralismi e conflitti di religione bisognerebbe, perciò, cercare di narrare la storia di una florida interazione culturale, intellettuale e spirituale, dove le tre grandi fedi, vivendo vicine, l’una accanto all’altra, si sono in realtà reciprocamente arricchite di valori comuni e universali che, insieme, hanno segnato molto del cammino dell’Umanità.
Biglietti: 15 euro (intero); 10 euro (ridotto per under 29).
Prevendite: sabato 13 gennaio dalle ore 10 alle ore 13 presso la biglietteria del Teatro Masini.
Prenotazioni telefoniche (0546 21306): sabato 13 gennaio dalle ore 11 alle ore 13.
Nella sera di spettacolo la biglietteria del Teatro aprirà alle ore 20.
Biglietti online: Vivaticket
Martedì 16 gennaio Masini “tutto esaurito” per Maria Pia Timo
Posti esauriti al Teatro Masini di Faenza per Sol di Soldi, lo spettacolo di Maria Pia Timo in scena, per la rassegna Comico, martedì 16 gennaio alle ore 21.
La pièce scritta dalla stessa Timo insieme al regista Roberto Pozzi con la collaborazione di Daniela Lorizzo, è uno spettacolo comico sull’ultimo vero argomento tabù, che tocca tutti in maniera trasversale: il denaro e il nostro rapporto con esso, dalla quotidianità spicciola a come condiziona la nostra vita.
Soldi! Oggi si parla sol di soldi…
Dalla gestione familiare dei conti alle criptovalute, passando dalla storia delle prime monete in terracotta dei popoli antichi fino a paypal.
La moneta vera, falsa, coniata, scritta, scarabocchiata, strappata, rattoppata con lo scotch, l’inflazione, lo spread, il tag, il taeg, gli eurobond… chi sono questi sconosciuti?

Dei soldi non se ne hanno mai abbastanza ma, se ti mancano, non sai come chiederli e, se ne hai, non sai più dove metterli o cosa farci.
Uno spettacolo esilarante e coinvolgente, scritto con la consulenza di una banking trainer, per ridere di un intero mondo finanziario di cui non capiamo nulla (o quasi), affidandoci ad altri e tenendo le dita di una mano incrociate e l’altra mano a cercare scongiuri sotto la cintola.
Uno spettacolo che non vuole insegnare niente, ma che fruga nella nostra ignoranza e scopre il lato comico, a tratti tragicomico, della nostra epoca.