Non è passata nemmeno un’ora dallo scoccare di mezzanotte: alle 0.46 Faenza ha avuto il suo primo nato nel 2024. Si chiama Antonio Di Crescienzo, ed è la grande gioia di mamma Jessica Valterini e del papà Alan Crescienzo. Il neo arrivato ha registrato un peso di 3,6 kg ed è stato inoltre il primo nato in tutta la provincia di Ravenna. L’ultima nata dell’anno era invece stata Zoe Liddi (2.370g): i genitori sono Valentina Messina e Vittorio Liddi.

Calano le nascite a Ravenna, mentre crescono a Faenza. Nel 2023 in tutto sono stati 354 i nati all’ospedale degli Infermi di Faenza: si tratta di 66 nascite in più registrate rispetto al 2022, quando furono 288. A Ravenna invece le nascite sono scese di 156 unità, fermandosi a 1.409 (contro le 1.565 del 2022). Il riassetto tra i punti nascite sembra aver creato una maggiore omogeneità tra le strutture. Complessivamente in provincia il dato è di 1.762 nascite nel 2023, contro le 1.852 dell’anno precedente, circa cento bimbi nati in meno.

L’Impagliata

Tradizionalmente alle mamme dei primi nati dell’anno il sindaco di Faenza consegna l’Impagliata. Il servizio è costituito da un piatto fondo per il brodo, un portauovo con porta-sale e una piccola zuppiera. La tradizione dell’Impagliata che testimonia il significato della vita e la protezione che la comunità riservava alla ‘donna-madre’ per tutto il periodo puerperale, è documentata fin dal ‘400. L’origine del termine impagliata è incerta. Potrebbe fare riferimento, così come riportato da uno studio del Mic, il Museo internazionale delle ceramiche di Faenza, al “giaciglio di paglia sul quale venivano posati i neonati”. L’impagliata è poi diventato negli anni un servizio in ceramica costituito da elementi sovrapposti l’uno all’altro in modo da formare un complesso unico, un oggetto quasi di design oggi, che un tempo veniva donato alle madri per il loro primo pasto a letto dopo il parto.