Ascolto e presenza. Questi gli strumenti della Caritas parrocchiale di San Michele Arcangelo a Tredozio. Nonostante le tante difficoltà che quest’anno hanno colpito il piccolo borgo del Tramazzo – dall’alluvione al terremoto – la bellezza della solidarietà è rimasta sempre a fianco di chi aveva e ha bisogno. «Le chiese sono inagibili, ma per fortuna la canonica dove abbiamo la nostra sede è ancora utilizzabile – ci spiega Paola Poggiolini, una dei sette volontari della Caritas parrocchiale. – Lì avviene la distribuzione dei viveri per una ventina di persone, soprattutto anziani, extracomunitari e persone bisognose che danno una mano al parroco in parrocchia, di cui si occupa direttamente don Massimo Monti. Le altre attività avvengono anche in modo più informale: il paese è piccolo e ci conosciamo tutti quindi spesso andiamo noi a trovare chi ha bisogno».

La volontaria Paola Poggiolini: “Vogliamo essere un punto di riferimento per chi ha bisogno”

I servizi sono tanti, dalla raccolta alimentare al doposcuola per i bambini, dalla giornata del povero all’accompagnamento nell’inserimento lavorativo, e tutte passano attraverso l’ascolto. «Lavoriamo anche molto in collaborazione con la Caritas diocesana e con i servizi sociali del Comune – continua Paola – Quest’anno abbiamo in carico dodici famiglie (41 persone), in prevalenza straniere. Gli interventi che facciamo per loro sono spesso di ascolto e di accompagnamento nell’inserirsi qui da noi. Molto spesso le persone che vengono da noi hanno bisogno di informazioni su orari, documenti, assistenza sanitaria, e noi cerchiamo di essere per loro un punto di riferimento».

“Il terremoto ha reso ancora più difficile il tema del ripopolamento montano”

A complicare le cose il terremoto, che ha messo a dura prova i residenti non risparmiando tante realtà diverse: dalla scuola alla casa di riposo. «In realtà le richieste non sono aumentate dopo il sisma di settembre perché al momento è il Comune, insieme alla Protezione civile, che si sta occupando delle persone ancora sfollate. Per fortuna le fabbriche del territorio sono tante e tutte le persone sono impegnate. Qualche famiglia ha anche già trovato alloggio e qualcuno sta sistemando casa. Il problema abitativo è però qualcosa con cui Tredozio sta facendo i conti da prima del terremoto – prosegue Paola -. Ci piacerebbe invece che il nostro paese e gli altri borghi montani tornassero a essere popolati come una volta».

Letizia Di Deco