Vajonts 23, il nuovo progetto di Marco Paolini, il noto attore che anni fa con il suo monologo catturò l’attenzione di milioni di telespettatori sulla Rai e ne emozionò altrettanti in teatro, approda a Brisighella.

Il progetto prevede il 9 ottobre, in occasione dei sessant’anni dal disastro del Vajont, uno dei più gravi della storia italiana, un’azione teatrale in contemporanea in oltre duecento teatri italiani ed europei.

Ciascuno realizzerà un proprio allestimento di VajontS 23 a partire dalle peculiarità del suo territorio. E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna franò nella diga”.

Secondo Paolini e La Fabbrica del Mondo che promuovono l’iniziativa, si tratta di una vera e propria orazione civile corale con l’obbiettivo di dare voce a un’azione di teatro che affronti la sfida della crisi climatica.

A Brisighella l’orazione civile troverà una sua dimensione in un’opera scritta per l’occasione dai fratelli Gianni e Paolo Parmiani, i quali raccogliendo l’idea lanciata dai promotori di utilizzare il progetto come un canovaccio: “ci sarà chi lo metterà in scena integralmente, chi lo userà come uno spunto e lo legherà alle tante tragedie annunciate che si sono succedute dal 1963 a oggi”, hanno collegato il dramma del Vajont all’alluvione in Romagna.

Infatti il mulino che non c’è più era proprio il luogo dell’anima della loro infanzia, spazzato via dalla rotta del Santerno. Seguiranno alcuni brani musicali inerenti al rapporto dell’uomo con l’ambiente, proposti da un gruppo di grandi musicisti, composto da Franco Randi (basso e chitarra),Giancarlo Gallegati, Ugo Farolfi (chitarra e voce) e dalla cantante Stefania Cattani.

Concluderanno la serata i fratelli Parmiani, recitando alcune parti dell’opera sul Vajont di Marco Paolini poi tutto si fermerà alle 22.39, per un momento di riflessione, poiché non raccontiamo per giudicare, ma perché sappiamo che il racconto muove, attiva un algoritmo potente della nostra specie: i sentimenti, le emozioni.