Dal 6 all’8 ottobre Faenza si prepara ad ospitare il Mei (Meeting delle Etichette Indipendenti), la più importante rassegna di musica indie italiana. Tre giorni di concerti, forum, convegni, fiere e mostre disseminate in città e legati tra loro dal tema della ripartenza del settore musicale, dopo l’alluvione. Per scoprire il programma di questa edizione 2023 abbiamo intervistato Giordano Sangiorgi, ideatore e patron della manifestazione.

Al Mei 2023 attesi Elisa e Manuel Agnelli

Sangiorgi, com’è strutturato il programma del Mei?

Quest’anno sarà un Mei al servizio della città, con l’obiettivo di supportare la scena musicale e culturale locale, rilanciare il turismo e l’economia, favorendo così la ripartenza post alluvione. Ci siamo impegnati per rendere la manifestazione ancora più attrattiva con tanti eventi di livello, distribuiti su tre giorni, nelle principali piazze di Faenza. In particolare, in piazza del Popolo venerdì 6 ottobre si parte con “Vai liscio”, anteprima di un cartellone di eventi regionali dedicati al liscio. Ci saranno giovani artisti locali ma anche musicisti noti a livello nazionale come l’Orchestrina di Molto Agevole. Sabato 7 ottobre spazio invece al tradizionale concertone con artisti del calibro di Statuto, Gang, Omar Pedrini, Nobraino, Dolcenera, Lucio Corsi, Savana Funk e tanti altri. L’ospite d’eccezione sarà Elisa. Ci saranno poi due feste: la classica festa post MEI al Mens Sana, nel complesso Ex Salesiani, e una festa organizzata invece dallo Spider, a cui parteciperanno anche le realtà commerciali, colpite dall’alluvione, di via Lapi e via Renaccio.

E per quanto l’ultimo giorno?

Domenica 8 ottobre poi gran finale con il concerto gratuito di Manuel Agnelli, preceduto da un  palco giovani, davanti al Duomo, che si conclude con le Bambole di Pezza. Inoltre omaggeremo anche alcuni grandi artisti faentini, tra cui Rodolfo Santandrea, a quarant’anni di distanza dalla vittoria del premio della critica al Festival di Sanremo, Arte Tamburini, la prima grande cantante faentina di “Romagna Mia” e Alessandro Ristori, che si sta facendo valere a livello internazionale. Ci sarà spazio anche per i vincitori di Faenza Rock, Musica nelle Aie e Pavone d’Oro.

Ci saranno anche dei momenti dedicati alle realtà musicali locali colpite dall’alluvione?

Sì. L’8 ottobre a Palazzo Milzetti il Comune di Bordighera consegnerà al Comune di Faenza una donazione per le scuole di musica Sarti e Artistation. Inoltre saranno presenti, durante la tre giorni di Mei, i sindaci dei comuni del nostro appennino: il 6 ottobre ci sarà Giorgio Sagrini (Casola Valsenio), il 7 ottobre Simona Vietina (Tredozio) e Tommaso Triberti (Marradi), primi cittadini di comuni colpiti anche dal recente terremoto. Infine l’8 ottobre sarà con noi Jader Dardi (Modigliana). Vogliamo tenere alta l’attenzione sui borghi dell’appennino, fondamentali anche dal punto di vista dell’indotto economico.

Giordano Sangiorgi: “Questo potrebbe essere il mio ultimo Mei. Necessario valutare un nuovo format della manifestazione”

Ha annunciato che questo sarà il suo ultimo Mei. Come vede il futuro della manifestazione?

Sì, sto riflettendo ormai dallo scorso anno sulla possibilità di fermarmi. Quest’anno scade la convenzione con il Comune di Faenza e personalmente si chiude un ciclo, iniziato nel 1998. Il simbolo di questa chiusura è proprio il concerto finale di Manuel Agnelli, che aprì una delle prime edizioni. A livello personale sto ripensando la mia attività e credo sia necessario valutare anche un nuovo format della manifestazione. Il Mei ha rappresentato un’idea vincente, con potenzialità anche più ampie rispetto a quelle sviluppate, ma è proprio quando un percorso funziona che bisogna pensare a come rinnovarlo.

Che bilancio traccia di questi 25 anni di Mei?

Il Mei è sempre stato sostenuto dalla scena musicale emergente, c’è davvero tanta attenzione e partecipazione da parte delle giovani generazioni e questo fa estremamente piacere. È una manifestazione che è cresciuta nel corso degli anni, nonostante una certa opposizione proveniente dalle multinazionali della musica e da determinati apparati culturali conservatori, ed è sempre stata in grado di innovare, capire le tendenze in ambito musicale e, in alcuni casi, anticiparle, come è accaduto con il rilancio del liscio tra i giovani. Infine, mi riempie d’orgoglio che il Mei sia visto come un trampolino di lancio importante e questo è dovuto ai tanti artisti che si sono esibiti a Faenza e sono poi diventati famosi. Ne cito uno su tutti: i Maneskin che hanno fatto il loro primo concerto a sedici anni, proprio al Mei e diffondono ancora la loro foto scattata sotto la Torre dell’Orologio, contribuendo a rendere Faenza celebre in tutto il mondo.

Samuele Bondi