Fortuna che in questi mesi ci siete stati voi della Caritas, perché se no sarei morta di fame. È questo l’inizio di uno dei dialoghi che don Tiziano Zoli, parroco di Solarolo, si porta nel cuore. Di fronte a lui c’è una signora che non era mai passata prima dalla Caritas parrocchiale. Ora ha bisogno d’aiuto. Un segno di come l’alluvione non abbia guardato in faccia nessuno.

Il ruolo importante della Caritas a Solarolo

Il 90% delle case sono state colpite e circa 70 persone non possono ancora oggi tornare nelle abitazioni. Solo nel segno dell’unione e della solidarietà è stato possibile rialzarsi, anche se c’è ancora tanto da fare. La Caritas parrocchiale ha fatto la sua parte: sia nella prima fase dell’emergenza sia nella seconda. «Subito dopo l’alluvione uno dei nostri compiti è stato quello di tenere i contatti con le persone – ricorda don Tiziano – c’erano aree nella campagna difficili da raggiungere». Don Tiziano con il suo motorino e altri volontari della Protezione civile hanno cercato di far sì che nessuno restasse solo. «Poi i pasti – aggiunge – abbiamo potuto cucinare e servire tanti concittadini grazie ai prodotti della Caritas arrivati tramite il Banco alimentare». Se all’inizio c’era qualche timore che i prodotti finissero, la parrocchia si è affidata alla provvidenza e «il Signore ci ha donato sempre tanto, più di quanto ne distribuissimo» commenta. Si passa poi alla seconda fase dell’emergenza. Tramite la Caritas sono stati coordinati i tanti volontari venuti da fuori. «Abbiamo raccolto e distribuito quello che la gente ci donava – dice don Tiziano – soprattutto alimenti, materassi, vestiario. Poi sono arrivati gli elettrodomestici, frigoriferi, e poi lavatrici, forni a microonde». La chiesa di Felisio, nel segno della carità, ha fatto da deposito per gran parte di questo materiale. Per la distribuzione del cibo e dei materiali di cui si aveva necessità, dato che tante famiglie erano impossibilitate a raggiungere la parrocchia avendo perso l’auto con l’alluvione, è stato attivato un Pullman amico. «Abbiamo ripreso l’idea da quello che veniva fatto negli anni ’60 – spiega – quando si andava in giro per le case a portare i prodotti». Fino al 20 giugno la Caritas parrocchiale ha provveduto a continuare la distribuzione, grazie all’apporto di sei volontari. «Molti concittadini dovevano sistemare la propria casa – dice don Tiziano – per cui il volontariato è stato un po’ affaticato, ma siamo andati avanti. Ora girando per il paese la situazione sembra normale, ma dentro alle case c’è ancora molto da lavorare. I muri sono ancora umidi, e in alcuni casi è ancora prematuro mettere l’intonaco nuovo». L’impegno continua.

Samuele Marchi