C’è un filo che si snoda sulla strada percorsa da Amissão Lima, dalle origini al presente. Il capo è in Africa, dove nel 1958 è nato e assai presto ha aperto gli occhi sui paesaggi del suo paese, la Guinea Bissau, un piccolo paese dell’Africa Occidentale, bagnato dalle acque dell’Oceano Atlantico, un tempo colonia portoghese, indipendente solo dal 1974. Coperto per lo più dalla giungla inesplorata, con spiagge stupende e isole formate dai delta dei fiumi, la sua bellezza contrasta con le condizioni difficili in cui vive la popolazione, che lo pongono tra i 20 paesi più poveri del mondo.

L’educazione artistica in una missione cattolica

Benché vi sia prevalente la religione islamica, circa il 15% della popolazione pratica la religione cattolica, sostenuta dalle numerose missioni. E proprio in una missione cattolica Amissão Lima ha ricevuto la prima educazione artistica; aveva solo sei anni e già copiava immagini pittoriche, modellava con la creta dei termitai, ritraeva compagni di scuola. Gli piaceva dipingere Madonne. E forse per quel bambino l’immagine della Madre, tanto essenziale nel credo cattolico, si fonde con quella della Grande Madre Africana, simbolo senza tempo della femminilità creatrice, dominante, regale. Continuando a studiare nella missione, viene incoraggiato a seguire la sua precoce vocazione artistica. La prima esperienza europea avviene in Portogallo, dove approda grazie al sostegno di un artista portoghese. Poi viene a Faenza per diretto interessamento del Vescovo guineano e qui in Romagna, terra che diverrà la sua seconda patria, continua la sua formazione artistica all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, dove approfondisce le sue conoscenze e comincia a esercitare con crescente consapevolezza la sua mano di pittore. In questo periodo lo sostengono la signora Norma Zaccarini di Faenza, monsignor Giovanni Geminiani e Raffaele Gaddoni, presidente del Comitato di Amicizia. Negli anni dell’Accademia il maestro più importante per lui è Umberto Folli, grande e scontroso artista romagnolo. E così Amissão, dalle iniziali visioni un po’ arcaizzanti, ancorate a temi della tradizione popolare africana, si avvia in percorsi artistici più moderni, aggiornati e purificati nella resa pittorica. La sua ispirazione originale già lo portava alla verità naturale e sentimentale, ma con il maestro impara a superare una certa giovanile ingenuità di rappresentazione; la su pittura si arricchisce, pervenendo a una visione più lirica, composta in maniera essenziale. Quel filo che ha il suo capo in Africa percorre adesso le forme antiche e moderne di quell’arte pittorica radicata da secoli nella Romagna. Si è sempre detto che nella parte d’Italia a sud dell’Appennino nei secoli hanno dominato rappresentazioni più accademiche, legate indissolubilmente al retaggio della classicità; al contrario, Lombardia e centri artistici emiliani e romagnoli hanno virato precocemente verso le sponde della verità naturale, più terragna e meno “disegnata”.

Amissão, artista dallo stile “romagnolo”

Sotto questo profilo, lo stile di Amissão è sinceramente “romagnolo”: lontano da ogni intellettualismo astratto. I suoi paesaggi ci presentano quasi sempre un ambiente fortemente antropizzato, antiromantico, plasmato dal lavoro umano, fitto di case belle o meno belle, a volte fatiscenti, mai agghindate in posa per la foto-ricordo, mai abbellite di particolari aggraziati. Un campanile, una modesta chiesa, spesso fanno da nucleo simbolico a questi villaggi dimessi, semplici nella loro atmosfera di silenziosa vita paesana e contadina. Così nelle vedute marine appaiono barche ormai sfasciate dalla lunga vita nell’acqua, resti di un passato di lavoro che si fondono con le forme antiche e leggere delle reti da pesca, dei “padelloni” protesi sul canale nella calura estiva. Un ruolo importante riveste nella pittura di Amissão la raffigurazione della donna. Ѐ la donna africana, esaltata nella sua vitale bellezza; è la modella del pittore, nuda, snodata senza imbarazzo nella naturale geometria delle sue membra; ma anche la donna “intellettuale”, spesso musicista, raccolta nella concentrazione del suo adempimento. Sono “primedonne”, solitarie e tranquille, sciolte da ogni soggezione. Se nella antica società guineana per tradizione atavica le donne esercitavano un ruolo di alto grado, avendo la facoltà di scegliersi il marito e persino quella di presiedere alle cerimonie religiose, certamente nelle loro sorelle di Romagna Amissão Lima avrà ritrovato lo stesso ancestrale potere: bellezza e forza al servizio della vita. Nella pittura di Amissão emoziona la qualità del colore. Difficile definirla, perché non punta all’effetto facile, brillante, ma parla piuttosto di impasti terrosi, bassi di tono, tendenti al torbido della materia, pur nel nitido spazio prospettico, con qualche sporadico guizzo, che ci coglie quasi di sorpresa. Oggi Marradi che già nel passato ha accolto Amissão Lima in diversi eventi artistici, con questa mostra vuole rendere omaggio al suo originale percorso pittorico, ormai ultra trentennale. Ѐ nostra convinzione che quel filo, dipanatosi un giorno dall’Africa per venire a germinare nelle nostre terre continuerà a dare frutti con accresciuta vitalità.

Livietta Galeotti Pedulli