Oggi, 4 ottobre, ricorre il 43esimo anniversario di fondazione della Comunità di Sasso‐Montegianni di Marradi, esperienza che ha dato origine alle cooperative sociali Comes, Comil e Agricomes, elementi significativi e peculiari del tessuto economico marradese, sia sul piano occupazionale, sia soprattutto per la rilevanza culturale nel territorio. Il 4 ottobre 1980, nel segno di san Francesco, i primi quattro ragazzi diciottenni della parrocchia di Cardeto, sotto la guida profetica di don Nilo Nannini, andarono a vivere per un anno nel semiabbandonato e disagevole podere di Sasso di Popolano per una esperienza evangelica di vita comune, mantenendosi con il loro lavoro, affrontando difficoltà materiali e non senza diffidenze e polemiche da parte delle famiglie e della società civile ed ecclesiale. Ne nacque ben presto una attività di accoglienza rivolta all’emergenza sociale della tossicodipendenza, che allora stava dilagando; fino a strutturarsi e prendere forma nelle modalità tuttora operative che in questi quattro decenni hanno dato una valida speranza di riscatto sociale a centinaia di giovani.
La Piccola Fraternità di Sasso rinnova ogni anno i propri voti
In questo contesto è radicata la Piccola Fraternità di Sasso, la famiglia religiosa composta da tre consacrati laici: Marinella, Lucia e Amedeo che è guidata da don Nilo Nannini, il novantenne fondatore della comunità, e raccoglie l’ eredità spirituale dei primi ragazzi che, non senza coraggio, andarono a Sasso, e ne continua l’ opera con altri collaboratori laici. La Piccola Fraternità di Sasso, che è il “cuore” e l’ anima della comunità, dove essa vive a tempo pieno come nella propria famiglia e radicalmente in castità, povertà, obbedienza e comunione, rinnova ogni anno questi voti religiosi al cospetto del vescovo, nella celebrazione della messa, il giorno festivo del “transito” (morte) di san Francesco.
Gianluca Massari