In fondo a via Canal Grande c’è una palazzina in mattoni con un cortile grigio. Lì vive Franco con sua moglie e sua figlia. Lui è un musicista e dà lezioni di chitarra classica. Raccontata così sembra una storia banale, e invece ci sono due dettagli che la rendono particolare, come sono tutte le storie, se le si conoscono bene.
Dalla musica alle lezioni di chitarra su youtube
«Non credo di aver molto da dire – dice Franco aprendoci la porta di casa e offrendoci un caffè – Io sono un musicista, bassista per la precisione. Ero iscritto al conservatorio, ma al V anno ho dovuto lasciare gli studi per una retinite pigmentosa che mi ha fatto diventare ipovedente». Nonostante questo Franco continua a insegnare a suonare la chitarra e ha persino un canale youtube con più di 200 video e oltre 550 iscritti. «Quando mi hanno dato la pensione di invalidità ho dovuto smettere di andare in giro a suonare e avevo l’esigenza di inventarmi qualcosa. Durante la pandemia mi è venuta l’idea di registrare audiolezioni su sei manuali che si usano al conservatorio per dare una mano ai non vedenti che vogliono suonare la chitarra». Così nasce una passione che non è un semplice passatempo: Franco si dota di un computer con sintesi vocale, di un paio di casse e un microfono per registrare nella cameretta di sua figlia. Contro ogni sua aspettativa le lezioni piacciono. «Hanno iniziato a chiedermi anche i video delle registrazioni e sono rimasto stupito perché il mio canale nasceva per dare lezioni a chi non vedeva. E invece così mi sono ritrovato a ricevere anche i ringraziamenti di un ragazzo vedente che, iscritto al conservatorio, aveva studiato anche sui miei video». Franco impara i brani a memoria e registra le lezioni collaborando con un insegnante di conservatorio in pensione. Tre livelli: zero, intermedio e avanzato. «Mi arrivano tante richieste di brani, ma non sono un jukebox – scherza Franco – prima devo studiarli e poi ci vuole molto tempo per registrare». Ci fa vedere. Microfono, computer e sintesi vocale accesi: «Dite quando si vede qualcosa sul monitor», ci chiede. Esegue un breve brano e poi stoppa la registrazione. Pulisce dai suoni che disturbano – l’ambulanza che passa di sotto o il cane del vicino che abbaia -, regola i bassi e salva.
Lo studio di registrazione è la cameretta di sua figlia
La registrazione è nitida e il video è chiarissimo, anche se non siamo in uno studio di registrazione, ma nella cameretta di sua figlia. Ecco il secondo dettaglio che rende speciale questa storia. La casa di Franco è un appartamento di una palazzina popolare di Faenza. «Abito qui con mia moglie dal 2001. Prima abitavo a Reda, in affitto. Poi ho ricevuto uno sfratto esecutivo e, avendo anche la pensione di invalidità, perché avevo già perso la vista, ho fatto domanda al comune e mi è stato dato questo appartamento». È una palazzina di due scale, tre piani, 27 famiglie, tanti condomini, ma Franco ci racconta che si è sempre trovato bene qui. Ognuno paga l’affitto in base al reddito che percepisce. «All’inizio non avevamo un caposcala, qualcuno che si occupasse di amministrare le spese di gestione del palazzo, così ho pensato di farlo io. Per circa 16 anni ho svolto questo compito, ora ho lasciato e sta gestendo tutto Acer, l’ente gestore delle case popolari. Oggi non so se sarei stato così fortunato da trovare subito casa – dice Franco – ma posso dire che in questa palazzina siamo sempre stati bene. Certo, la convivenza tra tante famiglie diverse tra loro è difficile, ma credo che lo sarebbe in qualsiasi casa, è normale». Forse proprio questo essere normale rende una storia come questa una storia da raccontare. Per conoscere chi vive nelle case popolari e quanto sia importante questa soluzione per tante persone. Per conoscere chi, pur non avendo più la vista, riesce a vedere idee e opportunità anche dove altri non vedono nulla.
Letizia Di Deco