Quando ci si imbarca nella preparazione di una Gmg gli imprevisti sono sempre da mettere in conto. Ce ne siamo resi conto bene come équipe di Pastorale giovanile nei mesi che hanno preceduto le giornate a Lisbona, al punto che siamo partiti che alcune informazioni relative al luogo del pernottamento, delle catechesi, a dove poter far parcheggiare i pullman, ancora non le avevamo. Ogni sera c’era da fare il punto su come gestire la giornata successiva e spesso alcune cose dovevano poi essere aggiustate in corsa. Avevo la preoccupazione che di tutto questo potessero risentirne i ragazzi. Invece, dai primi riscontri che ho raccolto, anche se ancora parziali, in tanti sono tornati a casa contenti di questa esperienza.

Quando ci si mette in gioco la vita e lo stare insieme assumono un gusto diverso

Certamente perché arricchiti dai momenti di preghiera e di incontro vissuti ad Algueirão – Mem Martins, luogo del nostro alloggio e delle catechesi, e a Lisbona, e, per chi ha fatto il viaggio lungo, anche da quelli organizzati a Lourdes e durante i trasferimenti in autobus. In particolare papa Francesco nei suoi interventi è stato eccezionale. Ma la cosa che più ho sentito aver toccato i ragazzi è stata l’aria che si respirava a Lisbona. Non mi riferisco tanto alla brezza dell’Oceano, quanto al clima di festa che si poteva percepire in ogni luogo: per le strade, alle fermate della metro, dei treni o degli autobus, nei luoghi di raduno. Ovunque era uno sventolare di bandiere, ovunque si ballava e cantava, ci si dava il cinque e si scambiavano sorrisi. Nei luoghi che abitualmente frequentano, i nostri giovani facilmente si sentono come mosche bianche per via del cammino di fede che vivono nelle loro parrocchie. Là, invece, era proprio per la fede che tanti giovani provenienti da molte parti del mondo si erano ritrovati insieme, e da questo stare insieme nel nome di Gesù nasceva gioia. Come dico spesso ai miei ragazzi, non è che Dio si nasconda. Spesso siamo noi a non dargli le occasioni per manifestarsi nella sua pienezza, anche se per fortuna Lui sa aprire strade anche nel deserto. Quando però ci si mette in gioco, ci si alza dal divano e si va incontro all’altro nel suo nome, quando cioè ci si sintonizza con il suo Vangelo, la vita e lo stare assieme assumono un gusto diverso. Se nonostante tutte le difficoltà, le scomodità e le fatiche quella gioia è stata percepita, è perché la sua presenza ce l’ha donata.

preti gmg

Una prospettiva nuova

Ecco allora qual è la cosa più preziosa che penso ci siamo portati a casa: un’esperienza nuova di cosa significhi essere Chiesa, la consapevolezza che lo stare insieme nel suo nome offre una prospettiva nuova, più bella, alla nostra vita. È da qui che dobbiamo ora ripartire. E dalla rete che si è creata. Colgo l’occasione per ringraziare di cuore i parroci, che hanno incoraggiato i loro ragazzi, i preti e i catechisti che li hanno accompagnati, in particolare i referenti dei vari gruppi. Senza questa rete il lavoro per la nostra équipe sarebbe stato molto più complicato. E certamente il risultato sarebbe stato diverso.
Ora aspettiamo di ritrovarci ai prossimi appuntamenti diocesani. A breve inizierà il torneo del Calciotto, e a seguire ci incontreremo a Gamogna. Il desiderio è che le relazioni che abbiamo iniziato a costruire alla Gmg possano continuare a crescere. Perché solo così potrà crescere anche la nostra Chiesa diocesana.

don Massimo Geminiani