Lo scorso 2 settembre a Quartolo si è tenuta la Festa dei Nonni. Occasione di incontro per famiglie e per riconoscere il valore degli anziani nelle nostre case e nella società. Riportiamo l’omelia del vescovo Mons. Mario Toso che ha celebrato lì la Santa Messa.

La Chiesa, così come la società, ha bisogno di Dio

Cari nonni, celebriamo qui a Quartolo, in un angolo di paradiso, la vostra festa. Nel suo recente Messaggio in occasione della III Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani papa Francesco ha proposto di riflettere sul tema «Di generazione in generazione la sua misericordia» (Lc 1,50), per sottolineare che la misericordia del Signore si trasmette da una generazione all’altra. In questa trasmissione della misericordia di Dio alle varie generazioni i nonni e gli anziani svolgono un grande compito. È anche grazie ai nonni e agli anziani che Dio trasmette alle generazioni successive il suo futuro, il suo sogno. È grazie a loro e ai genitori che è comunicata con gioiosa mitezza la salvezza all’umanità. La Chiesa, così come la società, ha bisogno di Dio. I nonni e gli anziani consegnano alle nuove generazioni una ricchezza di fede che è necessaria per costruire la storia, la giustizia e la pace. Bisogna riconoscere che tra nonni e giovani si stabilisce un feeling unico e decisivo a cui dobbiamo porre attenzione. Di qui anche la celebrazione della festa odierna. Essa intende evidenziare come la trasmissione dell’amore del Signore deve valorizzare il grande tesoro dei nonni e degli anziani, il loro essere alla radice del nostro credere. Essi hanno un ruolo decisivo, oltre che nella conoscenza del passato, nella comunicazione della fede e nell’educazione cristiana. Pertanto, le nostre comunità e le nostre famiglie, chiamate anche chiese domestiche, come anche la società, non possono ignorare l’importanza della relazione tra i nonni e la nostra vita. È bello ricordare qui che nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità parrocchiali abbiamo dei nonni meravigliosi che non rinunciano al loro compito di educatori della fede. Sebbene ricchi di lunga esperienza continuano ad aggiornarsi, a partecipare ai corsi di approfondimento per poter essere sempre più in grado di trasmettere il fuoco d’amore per il Signore Gesù che arde potentemente nei loro cuori. Benedetti questi nonni! Fortunate le nostre comunità, che possono contare sull’opera missionaria dei nonni e sulla loro splendida testimonianza. Solo per questo li potremmo chiamare, come abbiamo fatto per i giovani che si sono recati ad aiutare gli alluvionati, angeli. I nonni sono angeli che il Signore ci affida assieme agli angeli custodi che preghiamo ogni giorno.

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I nonni danno testimonianza di premura, di sacrificio, di continuo dono di sè

Con l’evoluzione economica e sociale la condizione dei nostri nonni e degli anziani è mutata profondamente. Se in passato avevano un ruolo determinane nella vita e nella crescita della famiglia, come anche della comunità ecclesiale, non raramente oggi si ritrovano come in parcheggio. Per lasciare ai propri figli maggior libertà, minori pesi nella cura degli anziani, non pochi dei nostri nonni scelgono di vivere da soli o in case di riposo. Si auto esiliano. Vi sono certamente situazioni particolari che non consentono la loro permanenza nelle nostre famiglie e così sono affidati alla custodia delle cosiddette case protette. In tal modo, però, vengono rarefatti i rapporti con le famiglie dei figli e dei nipoti. Si indeboliscono i legami d’affetto e di cura, come è stato evidente nel tempo della pandemia. Vengono rotte le relazioni tra le generazioni, con grave danno sia per i nonni sia per i giovani. Le famiglie e le nuove generazioni diventano povere di relazioni sotto il profilo umano, sociale e religioso. In passato i nonni, anche in età avanzata, continuavano ad essere presenti in famiglia con i loro figli, con i nipoti e magari con i pronipoti, dando viva testimonianza di premura, di sacrificio, di un continuo dono di sé, seppure le proprie energie diminuissero. Molti di noi qui presenti possono testimoniare come i nostri nonni sono stati per noi una presenza ricca di tenerezza, di saggezza, di trasmissione di valori, di ricordi, ma soprattutto di fede. Non era raro avere il nonno che nel mese di ottobre guidava la recita del Rosario per i familiari e per i vicini che solevano ritrovarsi per la preghiera. Era facile scorgere le nostre nonne che, dopo aver lavato i piatti e pulita la cucina, rinunciando al loro riposo, si appartavano per inginocchiarsi e raccogliersi nel Signore.

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I nonni una ricchezza per le nostre famiglie

Ancora oggi spesso i nostri nonni, pur non abitando nella stessa casa dei figli, aiutano i genitori assenti per il lavoro, a custodire i nipoti, ad accompagnarli all’asilo nido, a scuola o ad andarli a prendere al termine delle lezioni. Papa Francesco ha più volte ricordato, in particolare dopo il suo viaggio apostolico in Albania, che nei Paesi ove la persecuzione religiosa è stata crudele sono stati i nonni a battezzare di nascosto i bambini, a far sbocciare in loro la fede. Io stesso, quando ebbi l’opportunità di essere ad Astana, capitale del Kazakistan, per conto della Santa Sede, visitando alcune chiese ortodosse, ho potuto notare come erano in particolare le nonne ad  accompagnare i nipotini o le nipotine a pregare. Proprio perché la Chiesa ha sempre avuto nei riguardi dei nonni un’attenzione particolare, siamo chiamati ad accompagnare le persone anziane nell’aiutarle a vivere la loro vecchiaia non come un naufragio, bensì come una tappa speciale della propria esistenza, in cui portare ancora frutti. La Chiesa e le varie associazioni ecclesiali sono chiamate a considerare i nonni e gli anziani una ricchezza nelle nostre famiglie anche quando il tempo li rende fragili ed ammalati. E, poi, come dice san Paolo, i nostri nonni possono offrire meglio i loro corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio (cf Rm 12, 1-2), quando si trovano con i loro famigliari e i loro nipoti, circondati e sorretti dal loro affetto e dal loro sostegno di cura. Tutti sappiamo che anche in caso di malattia grave, quando fossero necessarie cure palliative, sarebbe auspicabile – per quanto possibile – la presenza dei nostri anziani e dei nostri ammalati in famiglia. Dio non voglia che la nostra società possa compiere passi significativi su questa strada. Sarebbe un vero balzo verso la civiltà, anche se ciò comportasse qualche spesa in più da parte della comunità. La vita dei nostri cari e dei nostri nonni vale molto di più. In questa celebrazione eucaristica preghiamo per i nostri nonni e gli anziani. Il Signore li aiuti a spendersi fino alla fine per la causa del Regno di Dio. Non venga mai meno il loro aiuto ai giovani nel discernere la loro vocazione nella famiglia, nella Chiesa e nella società.

                                                    Mons. Mario Toso