Sabato scorso ha fatto il suo ingresso nella parrocchia di San Giuseppe don Marco Donati, che mantiene inoltre il ruolo di parroco a San Savino. La messa è stata presieduta dal vescovo, monsignor Mario Toso, che ha ringraziato monsignor Mario Piazza e don Andrea Rigoni per il servizio svolto in questi anni con la comunità di San Giuseppe.

L’omelia del vescovo Mario Toso

Riferendosi invece all’ingresso di don Marco, «questo doppio incarico pastorale importa, ovviamente, da parte di tutte le componenti ecclesiali, una maggior consapevolezza nella corresponsabilità nell’annuncio del Vangelo, nella catechesi e nel ministero della carità – ha sottolineato monsignor Toso nell’omelia -. Nella società odierna sperimentiamo molteplici cambiamenti epocali. Basti pensare alla pandemia da Covid, che sta rialzando la testa, alle piaghe della siccità e dell’inquinamento, alla terza guerra mondiale a pezzetti avente un suo epicentro nel conflitto tra Russia e Ucraina, alle recenti alluvioni, tutti eventi che hanno messo a dura prova le nostre popolazioni e le nostre stesse comunità ecclesiali». «Si impone una nuova evangelizzazione – esorta il presule – con il ripensamento delle aree pastorali e dei ruoli, ma anche con l’assunzione da parte del laicato di ministeri ecclesiali specifici come pure di maggiori responsabilità missionarie nelle realtà del mondo. La nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati. E questo non per sostituire i presbiteri, bensì per coadiuvarli e per consentire una maggiore penetrazione dei valori cristiani nel mondo sociale, economico e politico. In particolare, i laici cristiani sono chiamati a vivere l’unità di cui è segnato il loro stesso essere di membri della Chiesa e di cittadini della società umana». Non è mancato un riferimento alla città ferita dall’alluvione. «Siamo chiamati a vivere e a testimoniare non solo solidarietà per brevi e intensi momenti straordinari – ha detto -. La solidarietà ci chiama a un impegno per tempi lunghi, perché gli alluvionati, e non solo, hanno e avranno ancora bisogno del vostro generoso dono per qualche anno ancora».