Prosegue il nostro viaggio nella Faenza ferita dall’alluvione del maggio scorso. Questa settimana abbiamo incontrato Giovanni Esposito, titolare di Ideefoto Giò, punto vendita di articoli per la fotografia, con sede in corso Matteotti 61/A. Giovanni fa il fotografo dal 1987 ed essendo originario di Genova aveva già vissuto l’incubo dell’alluvione nel 2010 e nel 2011, anno in cui l’esondazione dei torrenti Bisagno e Fereggiano provocò innumerevoli devastazioni e causò la morte di sei persone. Qui in Romagna purtroppo Giovanni ha avuto danni sia alla sua attività, rimasta chiusa fino al 3 giugno, sia all’abitazione privata, situata a Castel Bolognese. “Già a Genova – ricorda Giovanni- era stata un’esperienza devastante, con pesanti danni alla mia attività, invasa da un metro e ottanta d’acqua. In Romagna però mi ha colpito l’estensione dell’alluvione con 23 fiumi esondati e tante città coinvolte. Inoltre qui a Faenza i danni alle abitazioni sono stati impressionanti e sono stati coinvolti anche i primi piani.”
Intervista a Giovanni Esposito (Ideefoto Giò)
Giovanni, a quanto ammontano i danni provocati dall’alluvione?
Per il momento, in negozio, i danni ammontano a cinquemila euro ma il bilancio è destinato a salire. Purtroppo al piano interrato ci sono studio fotografico e magazzino, completamente sommersi dal fiume Lamone. Sono riuscito a liberare i locali in una settimana circa, con l’aiuto di amici e volontari, provenienti da Modena e Bologna. Ai danni dunque che l’alluvione ha causato alle attrezzature e al materiale fotografico bisogna aggiungere che sono fortemente limitato nell’attività lavorativa. Sono riuscito infatti a ripartire e dotarmi di una postazione per fare le fototessere ma non ho più a disposizione lo studio dove realizzare i servizi fotografici e, al momento, non so
quando potrà tornare operativo. Inoltre anche le stampanti e le attrezzature che si sono salvate, perché situate al piano superiore, stanno risentendo fortemente dell’umidità e ancora non so se dovrò sostituirle. A casa invece, a Castel Bolognese, il Senio ha sommerso completamente il garage e la cantina, causando fortissimi danni anche a due auto.
Secondo te, quali provvedimenti o agevolazioni potrebbero aiutare le attività e le famiglie a ripartire?
Purtroppo devo dire che, a due mesi dal disastro, la reazione a livello istituzionale è molto lenta ed insufficiente. Non c’è chiarezza su ristori ed indennizzi che sono assolutamente fondamentali per ripartire e devono arrivare in tempi rapidi. Io sono stato costretto, per poter continuare a lavorare, ad ordinare materiale ed attrezzature e quindi a sostenere delle spese ma l’unico ristoro arrivato è quello per i
quindici giorni di chiusura dell’attività. Inoltre, per quanto riguarda la mia abitazione, non ho diritto a ricevere alcun rimborso
perché ad essere coinvolte sono le pertinenze e le automobili: il problema è che i danni rimangono e sono rilevanti. A Genova almeno avevo coperto il 40% del danno e la somma fu erogata in tempi abbastanza rapidi. Inoltre per riaprire un attività o tornare nella propria casa è necessario avere la certezza che un evento del genere non ricapiti più e se le istituzioni non riescono a garantirlo la mia
grande paura è che zone di Faenza anche molto centrali, come corso Garibaldi e vie attigue, si spopolino.
Tante persone, in questa alluvione, hanno perso anche tutti i propri ricordi. Sicuramente tra i ricordi più cari, per molti, ci sono le fotografie. Ti è capitato di salvare alcune foto da acqua e fango?
Ho fatto il possibile anche se non è semplice e l’intervento deve essere rapido, per evitare che il fango, a lungo andare, intacchi completamente le foto. L’esperienza più toccante è stata sicuramente salvare le foto di matrimonio e delle celebrazioni delle nozze d’oro di una signora che, qualche mese fa, ha perso il marito. Per lei quelle foto erano davvero un ricordo prezioso e sono riuscito a salvarle bagnandole con acqua e sapone e poi asciugandole, con cura, una ad una.
Giovanni è anche molto noto nel mondo del Palio del Niballo, essendo, dal 2017, il fotografo ufficiale del Rione Giallo. Come si è creato questo rapporto con il Rione Giallo?
Mi sono trasferito a Faenza nel 2016 e quell’anno ho fatto qualche scatto al Palio, senza nessun tipo di ingaggio. Le foto sono piaciute molto al Rione Giallo e dall’anno successivo sono diventato il fotografo ufficiale.
Pensi sia giusto correre il Palio quest’anno, nonostante l’alluvione che ha colpito la città?
A giudicare dall’affluenza alle prove ufficiali (si sono tenute mercoledì 12 luglio al Bruno Neri) direi di sì perché la gente ha davvero bisogno di svagarsi e mettersi alle spalle tutto quello che è successo. Il Niballo sicuramente può essere un segnale di ripartenza per tutta la città ed è giusto sottolineare che per i rioni correrlo e riuscire anche ad organizzare le settimane del Palio nelle varie sedi è fondamentale per sostenersi economicamente.
di Samuele Bondi