Servono soldi. Tanti soldi. Più di quelli che ci si può immaginare. Soldi per ridare una casa a chi non ce l’ha. Soldi per ricomprare frigoriferi, lavatrici, automobili. Soldi per aiutare chi già prima dell’alluvione viveva una condizione di fragilità. Soldi per far ripartire le imprese: computer, macchinari, impianti elettrici. Soldi per sistemare le fogne. Soldi per rimettere in sesto strade e paesi isolati. Soldi per far rinascere campi che sono scomparsi sotto metri di fango. Soldi per ricostruire gli argini dei fiumi. Soldi per ripensare il sistema idrogeologico di tutta la Regione: pulizia dell’alveo, nuove casse d’espansione, coordinamento dalla montagna alla pianura. Ci vorranno, al tempo stesso, progetti, competenze e giustizia sociale. Ma senza i soldi, non si va da nessuna parte. E Faenza non può farcela da sola.
Al di là della retorica di tre ore e mezza di parole, è questo che emerso in maniera nitida dal consiglio comunale straordinario del 5 giugno scorso. L’obiettivo era condividere con i cittadini la fotografia degli interventi fatti in quello che verrà ricordato come il maggio che ha cambiato il volto di Faenza: due alluvioni (2 e 16 maggio) e, nel mezzo, l’incendio della Caviro. Inevitabile però, dopo aver fatto il punto della situazione, gettare già lo sguardo sugli interventi a breve e medio termine, considerando centinaia di cittadini tuttora sfollati, imprese ancora chiuse e un territorio devastato e fragile. In tutto 6mila i nuclei famigliari coinvolti, praticamente un quinto dell’intera città. E gli interventi della giunta e dei consiglieri comunali – sia di maggioranza sia di minoranza – pur nella buona volontà di trovare idee e presentare proposte, hanno messo in evidenza come la sfida, per il Comune sia troppo grande. Serve anzitutto l’aiuto di Governo e Regione, senza dimenticare l’Europa. “Soluzioni sicure” recita il cartello di uno dei cittadini presenti all’incontro. Di certezze, dal consiglio comunale, non ne sono arrivate al momento. E molti presenti hanno fatto capire durante gli interventi che la retorica, in questa fase, va centellinata, perché servono risposte chiare a chi, in una notte, ha perso tutto o quasi.
Le parole del sindaco Isola: “Le nostre forze da sole sono insufficienti”

L’invito del presidente del consiglio comunale, Niccolò Bosi, ai consiglieri è stato quello di dimostrare “grande senso di unità e responsabilità”, nel ricordo di quella che fu la storica ripartenza postbellica e che vide per protagonisti, a Faenza, i padri costituenti Benigno Zaccagnini e Pietro Nenni, di opposte idee politiche, a cui il 2 giugno scorso è stata dedicata una targa. Tanta la partecipazione dei cittadini nella sala del consiglio. E l’invito di Bosi è stato pienamente raccolto: non sono mancate le critiche all’operato della giunta, ma l’individuazione di responsabilità e colpevoli per quanto accaduto è stata messa momentaneamente da parte.
“Le nostre forze per affrontare questa emergenza sono insufficienti”: questo il messaggio del sindaco Massimo Isola nel suo intervento d’apertura. Strade, fognature, infrastrutture e abitazioni sono le priorità a cui guardare in questa fase che il primo cittadino definisce ancora come piena emergenza. “Serve una filiera amministrativa stretta: Governo, Regione, Provincia, senza dimenticare l’Europa, per aiutarci”. Isola utilizza ancora la metafora di Davide e Golia per rappresentare l’impresa a cui si è trovata di fronte l’Amministrazione comunale. “Quanto successo a Faenza e in tutta la Romagna è stato un disastro epocale e bisogna avere ben chiara la portata dell’evento come ci viene illustrato dai dati scientifici. In Romagna, in sole 60 ore, è caduta una quantità d’acqua pari a oltre 100 dighe dei Ridracoli, facendo esondare contemporaneamente una ventina di fiumi. Qualcosa che non ha precedenti nella storia, con un +366% di precipitazioni maggiori rispetto alla norma della media mensile”. “Si tratta di un’alluvione ben peggiore di quella, spesso citata, del 1939 – ha sottolineato Isola -e all’epoca le piogge furono distribuite per 15 giorni”.
Per il primo cittadino con i cambiamenti climatici è tutto il sistema idrogeologico che deve essere ripensato. “Quanto accaduto non era prevedibile, lo dicono gli esperti – ha detto – e gli studi tecnici escludevano la zona di via Cimatti come area a rischio. Tutti i modelli meteorologici sono cambiati e la crisi climatica va affrontata seriamente”. Un altro tema è quello della necessità di un maggior coordinamento tra enti. “Nessun Comune, da solo, può affrontare questa sfida. I fiumi non hanno confini amministrativi”.
La Romagna faentina ha finora raccolto 500mila euro per l’emergenza alluvione, “ma al momento è prematuro definire in cosa esattamente verranno spesi, e lo faremo sulla base delle indicazioni statali e regionali” precisa Isola. Bloccate, in questa fase, le tasse comunali.
I numeri presentati dall’assessore Bosi: in tutto 1.321 case da verificare e oltre 300 inagibili
Sfollati e case inagibili: numeri ancora a tre cifre. A raccontare il disastro di quello che è stato e che è, sono i numeri presentati dall’assessore alla Protezione civile, Massimo Bosi. Al momento sono 144 le persone ancora oggi sfollate in hotel (Cavallino e B&B). Il picco massimo è stato di 949 persone accolte nei vari punti assistenziali (oltre agli alberghi, palaCattani, palaBubani e Fiera) con altre 2mila persone circa ospitate da parenti e amici. La notte del 16 maggio il Comune ha risposto a 300 le segnalazioni di soccorso. La verifica delle abitazioni ha messo sotto i riflettori 1.321 case. Di queste 898 sono state evase con questi risultati: 566 codice verde, 229 arancione, 76 rosso (immobile interamente inagibile) e 17 blu (immobile non visitabile). Sono state 36 le ordinanze di evacuazione: in tutto 190 persone potranno rientrare nelle proprie abitazioni solo dopo i lavori di ripristino. Numeri, purtroppo, ancora in via di definizione, perché mancano ancora 423 sopralluoghi da fare.
In tutto 1.147 le rimozioni d’auto. Grandi i numeri della solidarietà: a Faenza 4.150 uomini sono arrivati come volontari legati alla protezione civile nazionale, altri 1.660 da quella regionale.
Per quanto riguarda gli interventi nelle aree della città, la zona di via Cimatti resta tra le più critiche: restano problemi al sistema fognario (di cui si ipotizza il rifacimento) e si cercano soluzioni per il parco Gatti, completamente devastato dall’alluvione. Cedimenti del tratto fognario persistono anche nel Borgotto. Nella zona Orto Bertoni è stato ripristinato l’argine del fiume nei punti dove era crollato. Per quanto riguarda gli argini del muretto crollato in via Renaccio, saranno momentaneamente sostituiti da dei jersey. I danni alle strade, per la sola prima alluvione, ammontano a 4 milioni di euro. Ancora chiusi diversi ponti, tra cui Ponte delle Grazie o il ponte di Formellino.
Gli interventi dei consiglieri comunali
Gabriele Padovani (Area Liberale)
Pulizia costante dell’alveo dei fiumi, consolidamento e innalzamento degli argini, realizzazione di casse di espansione. Sono questi alcuni degli interventi proposti dal consigliere comunale Gabriele Padovani (Area Liberale). “Si può essere d’accordo o meno su queste proposte – ha detto Padovani – ma i cittadini devono sapere, senza ambiguità, se l’Amministrazione vuole realizzarli oppure no. Per quanto mi riguarda, non condivido certi studi scientifici che lei sindaco ha citato”.
Andrea Liverani (Lega)
“Più volte abbiamo richiesto sia la pulizia dei fiumi, che sono di competenza regionale, sia la pulizia dei fossi, che invece sono materia comunale – ha precisato il consigliere comunale Andrea Liverani (Lega) -. Soprattutto chi abita in campagna sa che i fossi vanno puliti periodicamente. Inoltre le nutrie hanno creato danni immensi. Per aiutare i cittadini, vanno bloccate le imposte comunali e le tariffe Hera”.
Ilaria Visani (Faenza coraggiosa)
“In questo momento – ha detto la consigliera comunale Ilaria Visani (Faenza Coraggiosa) la priorità è la pulizia delle fogne e la sistemazione delle strade, importanti passi per far riconquistare tranquillità ai cittadini. Va monitorato il tema dei rimborsi e degli alloggi. Si devono aiutare le famiglie con agevolazioni per le bollette e frequentazione Cre estivi”
Alessio Grillini, Italia Viva
“Sicuramente tra la pima e la seconda alluvione c’è stato un miglioramento dell’esecuzione del protocollo della Protezione civile che anch’io ho sollecitato – ha detto il consigliere Alessio Grillini (Italia viva) -. Restano alcune perplessità, per esempio, legate all’idea, non presa in considerazione di rompere l’argine a monte per salvare la città”. “I fiumi oggi sono foreste pluviali – ha aggiunto – e non c’è monitoraggio e manutenzione. Il grande assente in tutto questo è il Consorzio di bonifica. Preoccupa poi la situazione zanzare”.
Stefano Bertozzi (Fratelli d’Italia)
“L’evento è eccezionale – ha sottolineato il capogruppo Stefano Bertozzi (Fratelli d’Italia) -, ma i modelli statistici in realtà lo prevedevano. E per risolvere i problemi che stiamo affrontando servono soldi. Quali sono gli spazi di manovra a disposizione nella parte corrente del bilancio comunale? E i 500mila euro della raccolta fondi dell’Unione della Romagna faentina come verranno spesi?” (su questo il sindaco ha risposto che è prematuro dare un’indicazione precisa al momento, ndr). Bertozzi ha suggerito poi di “abbandonare l’ambientalismo estremo, che ha in parte creato questi problemi” e di “rafforzare la struttura tecnica del Comune per accompagnare i cittadini in questa fase”.
Giulia Bassani (Partito democratico)
“Occorre capire il prima possibile quali saranno le tempistiche per verificare l’agibilità delle case e per garantire il rientro dei cittadini – è una delle priorità evidenziate da Giulia Bassani (Partito democratico) – oltre alla verifica di un tempo ragionevole per i cittadini di ottenere i ristori. Preoccupano poi i risvolti sociali portati dall’emergenza, così come la situazione del forese, già colpito dalle gelate nei mesi scorsi”.
Marco Neri (5 Stelle)
Marco Neri dei 5 Stelle ha posto l’accento sul tema dei cambiamenti climatici criticando l’edificabilità del suolo portato avanti, negli anni scorsi, in Emilia-Romagna. “Serve dunque un ver oe proprio programma contro il dissesto idrogeologico, che deve però guardare con coraggio a uno scenario globale).
Massimiliano Zoli (Progetto civico faentino)
“Anche in questa occasione, si può comunque parlare di responsabilità – ha detto Massimiliano Zoli (Progetto civico faentino) -. Per esempio, decidere se fare o non fare, in passato, le casse di espansione viene da precise scelte politiche. In queste settimane ho provato a fare la conta dei danni, ma non ce l’ho fatta. E presto spariremo dai media nazionali: per questo è importante tenere alta l’attenzione”.
Andrea Luccaroni (Faenza cresce)
“Bene la presentazione dei dati a oggi – ha detto il consigliere Andrea Luccaroni (Faenza cresce) -, ma è importante capire ora cosa succederà. È già presente un programma per il futuro? Sulla sistemazione degli argini per esempio? Inoltre è centrale il tema della casa e dell’affitto. Siamo molto preoccupati poi perché a Faenza si sono venute a creare come due città, molto diverse: una colpita dall’alluvione e l’altra no. Bisogna garantire a entrambe le stesse opportunità. Servono poi grandi opere sul tema prevenzione, ma per farle ci vogliono le risorse”.