Anche l’agricoltura a è in ginocchio per i danni provocati non solo dall’acqua, ma anche da frane, strade bloccate e impossibilità di raggiungere le proprietà. Una situazione disastrosa che rischia di ripercuotersi per svariati anni. Manuele Malavolti, giovane agricoltore dell’omonima azienda agricola, racconta la situazione, comune a tanti coltivatori nel territorio della vallata del Tramazzo. «Le aziende agricole sono state colpite in maniera diretta subendo gravi danni. Per la troppa acqua, cereali e piante sono più esposti a malattie e funghi, inoltre abbiamo dovuto rimandare le normali pratiche colturali. La strada provinciale per Faenza è stata riaperta alle sole auto dopo una settimana, e non potendo passare camion o mezzi pesanti l’agricoltura ne è stata danneggia tantissimo, perché siamo legati a Faenza per qualsiasi cosa, dal rifornimento di gasolio ai concimi, dai prodotti all’impiantistica. L’acqua dei torrenti, con la sua forza impetuosa ha allagato campi, sradicato piante, danneggiato in maniera irreparabile gli impianti, spostato pali di sostegno e spostato il corso dei fiumi. La situazione è disastrosa, i danni dureranno per anni.

“Dipendiamo da Faenza, e ripristinare la viabilità è fondamentale”

“In collina – prosegue – il problema maggiore sono state le oltre cento frane, con terreni che si sono spaccati e non saranno più coltivabili e campi non più raggiungibili con automezzi perché non esistono più le strade o i ponticelli. Per quanto riguarda i cereali prossimi alla trebbiatura, si teme di non riuscire a creare passaggi per le mietitrebbie. Questo comporta che quel poco che nei campi non è stato danneggiato dalle frane, probabilmente andrà comunque perso. Inoltre, a causa dei danni morfologici ai terreni, le superfici coltivabili si ridurranno, rendendo l’agricoltura in collina ancora più complicata e meno competitiva con quella in pianura. Ci stiamo attivando per la segnalazione dei danni subiti presso le istituzioni competenti e speriamo nel loro sostegno e appoggio. Andiamo avanti».

“La forza dell’acqua ha spazzato via un intero campo che ora non esiste più”

Anche Chiara Ciani, giovane coltivatrice di piante di kiwi, testimonia: «Coltivo piante di kiwi su terreni di proprietà di tre ettari e mezzo. Purtroppo, con la piena del fiume, ho perso i campi bassi di circa un ettaro e mezzo. Sono stati devastati gli impianti e tutte le piante sono rovinate. Inoltre, la stagnazione di acqua e fango rischia di compromettere anche la tenuta delle piante che si sono salvate. Sono giovane e ho voglia di ripartire, anche se la situazione è sconfortante. Per fortuna ho il sostegno e la collaborazione dei miei familiari e ora sto cercando di salvare i fiori delle piante di kiwi rimaste, perché se cadono i fiori, non ci saranno nemmeno i frutti. Si sono rotti i tubi dell’impianto di irrigazione, bisognerà ripararli. I danni subiti sono incalcolabili e ci saranno conseguenze per diversi anni: la forza dell’acqua ha spazzato via un intero campo che ora non esiste più. Ho avvisato le istituzioni competenti e spero nel loro sostegno e appoggio. Mi auguro che i piccoli territori di collina non siano dimenticati. Noi giovani abbiamo la forza e la voglia di ripartire e l’agricoltura la facciamo per passione».

Roberta Tomba