«I bambini hanno la gioia nel dna. Neanche le cose più terribili, come guerre e devastazioni, possono spegnerla. E farli tornare a sorridere, in contesti difficili, è importante anche per noi adulti. Ci insegnano che la speranza c’è sempre, anche quando sembra di aver perso tutto». Lui è Marco Rodari, di professione clown, e racconta questo al termine di un pomeriggio di festa trascorso, il 25 maggio, alla parrocchia del Paradiso di Faenza. Qui hanno trovato ospitalità diverse famiglie sfollate per l’alluvione, ma al suo spettacolo si sono presentati centinaia di adulti e bambini di tutta la città. Gli occhi stanchi e impauriti dei giorni scorsi si sono illuminati di gioia e stupore, mentre Claun il Pimpa (questo il suo nome d’arte) metteva in scena sketch e magie al ritmo del battito di mani del pubblico. Poi, al termine dello spettacolo, fatta la valigia piena di peluche d’animali, fiori e palloncini gonfiabili, è tempo di ripartire. Dalla Faenza ferita dall’alluvione, prossima destinazione è l’Iraq. Prima Rodari era stato in Donbass, sul fronte bellico. Riuscire a ridere sotto le bombe, riaccendere la gioia in mezzo a chi ha perso tutto: da anni è questa la sua missione. Claun il Pimpa porta infatti i suoi spettacoli in contesti di guerra: Kurdistan, Ucraina, Gaza. Per la sua attività di volontariato in giro per il mondo ha ricevuto dal Presidente Sergio Mattarella nel marzo scorso l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica italiana.
«A Gaza è cambiata la mia vita»
Dall’oratorio in parrocchia fino al Medio Oriente. Tutto è partito a 18 anni dal servizio come clown negli ospedali, poi è arrivata la chiamata da un sacerdote a Gaza. «Lì è cambiata la mia vita» ricorda Rodari. Far ridere i bambini è da sempre stata la sua vocazione, ma da quella chiamata la sua vita ha iniziato a prendere strade nuove. Le collaborazioni si sono poi accresciute, grazie in particolar modo alle richieste d’aiuto da parte di chiese, vescovi e patriarchi che si trovano a operare in contesti di guerra. E, pur facendo spettacoli di magia, la vita là si rischia per davvero. Si spara sul serio, non per gioco. In alcune comunità dell’Iraq è dovuto andare scortato dai soldati. A fatica si può immaginare la scena: da una parte un clown e una valigia con all’interno peluche, dall’altra militari con fucili carichi. «Alcuni soldati che mi accompagnavano erano giovanissimi – ricorda – ma è diverso lo sguardo di un soldato quando va al fronte per combattere e uccidere, e quando invece va per regalare un sorriso a un bambino. In quel momento, con me, erano felici di quello che facevano. La grande tragedia della guerra non è solo il rischio di morire, ma anche il fatto che vai a uccidere».
Rodari: “I bambini sorridono tutti nella stessa lingua”
Dietro al suo servizio con i bambini non c’è facile retorica con cui si nasconde l’orrore della guerra. «Le tragedie restano tragedie – commenta – e nel mio piccolo cerco di dare il mio contributo per far ricordare che, anche nei contesti più terribili, come a Baghdad o Aleppo, la speranza c’è sempre. E parte dai bambini. Il mio lavoro parte da un presupposto: i bambini sorridono tutti nella stessa lingua, in tutto il mondo, anche quando attorno ci sono le bombe». Lo dimostra una lettera che ha ricevuto di recente da una ragazza siriana che ora ha 15 anni e si trova in Italia. «Si ricordava di avermi incontrato anni prima a Damasco – dice Rodari -. Mi ha scritto che all’epoca nella sua testa esistevano solo cose brutte. Invece, incontrando un pagliaccio, aveva capito che qualcosa di bello nel mondo c’era ancora. E aveva riso. Quando spendi la tua vita per un’altra persona, questa cosa rimane nel cuore. Ognuno di noi, anche senza andare sotto le bombe, anche qui a Faenza, con un piccolo gesto di gentilezza, può cambiare la vita delle persone». Così come è accaduto nella città romagnola. «Il contesto è sicuramente diverso da quello dei paesi in guerra – dice Rodari – ma anche qui l’alluvione ha portato tante ferite. Il bene che le persone fanno qui aiutandosi a vicenda ha lo stesso valore di farlo in Ucraina o in Iraq».
Ora punta a formare giovani clown in Iraq: “Qui la visita di papa Francesco è stata importante. Ora ci sono più libertà”
Con ancora indosso il naso rosso da pagliaccio è pronto ora a partire per il Kurdistan. «Vado dove mi chiamano – dice –. In quei luoghi in cui tutto sembra abbandonato, riesci a creare delle relazioni fraterne. Gaza per esempio la considero la mia seconda casa, c’è una comunità parrocchiale e scout molto attiva. Sto con quella comunità: pur non potendo capire appieno il dramma che vivono, mi metto al loro fianco». I suoi non sono interventi a spot, ma vogliono genere nel tempo nuove opportunità e dare linfa al territorio. A Gaza è riuscito a creare una scuola di formazione per clown che organizzano le Giornate della gioia e della meraviglia, e la stessa cosa vuole far partire in Iraq, coinvolgendo i giovani. «La visita di papa Francesco qui è stata molto importante e ha dato un segnale forte – sottolinea -, la situazione, per quanto ancora difficile, è ora molto migliorata e ci sono più libertà».
Il Presidente Mattarella lo ha nominato Cavaliere al merito della Repubblica
Di fronte al dramma che stiamo vivendo in Emilia-Romagna, quali le strade da cui ripartire? «Non dimentichiamoci mai di darci da fare per far gioire i bambini. Quando hai la fortuna di farlo, questo dà grande forza anche a te. Altrimenti il rischio è perdere ogni tipo di speranza. La tragedia che si è vissuta rimarrà, ma aggrappiamoci al sorriso dei bambini per venirne fuori». Ricorda infine la chiamata del presidente Mattarella: «Quel pomeriggio eravamo a casa di una bambina a Kramatorsk, in Ucraina, terrorizzata dalla guerra, tanto che non parlava più. Quando ha visto il clown ha cominciato a sorridere e ha ripreso ad esprimersi. Il sorriso di quella bimba vale tutta la mia vita. Dopo questa esperienza sono uscito dalla casa e in quel momento mi è arrivata la chiamata della Presidenza della Repubblica. Sarò perennemente grato a Mattarella per il suo riconoscimento».
L’associazione
L’associazione “Per Far Sorridere il Cielo” – Claun il Pimpa – Odv nasce nel marzo del 2015 su iniziativa di Marco Rodari per regalare un sorriso a tutti i bambini, con una particolare attenzione rivolta ai bimbi della guerra. L’obiettivo dell’associazione consiste nel prendersi cura di bambini che hanno subito traumi fisici e psichici in conseguenza di una guerra vissuta o che stanno ancora vivendo. Propone dunque spettacoli di magia, servizi di clown-terapia in ospedale, creazione di Scuole di magia e laboratori vari per bambini. In Italia opera in quei contesti di calamità naturale, mentre nel mondo ha raggiunto bambini in Iraq, Siria, Ucraina, Gaza, Egitto. Collabora inoltre con Lara Calzolari, maestra e disegnatrice per e con i bambini dal 2012, con cui ha dato vita al libro Coloriamo di pace che racconta le avventure di Claun il Pimpa.
Samuele Marchi