Nell’ambito di un progetto con la propria scuola, gli studenti dell’Itip Bucci di Faenza hanno svolto diverse interviste sull’alluvione che ha colpito la città. In questo articolo hanno intervistato l’assessora all’Istruzione e allo Sport, Martina Laghi.

Intervista a Martina Laghi

Lei è stata colpita dall’ alluvione?

Fortunatamente no. Abito in una zona collinare, ma non ci sono state frane. Per 15 giorni cabbiamo avuto un problema di mancanza di acqua, ma pensando a chi h perso tutto mi ritengo fortunata.

Cosa avete pensato, come giunta comunale, per risistemare i problemi causati dall’ evento catastrofico?

Bellissima domanda e allo stesso tempo complicata. Ci saranno due fasi principali: la prima fase, quella che stiamo vivendo tutti, e la pulizia, anche attraverso la Protezione Civile e i numerosi mezzi messi in azione. La seconda fase consisterà nella ricostruzione e, con il supporto della Regione e dello Stato, nei rimborsi e contributi. Le persone colpite verranno sostenute economicamente anche fino a 12 mesi, dopodiché avverrà la richiesta di rimborso dei danni subiti. La terza fase, non meno importante delle precedenti, è quella del supporto emotivo e psicologico: perdere i propri averi significa anche perdere una parte della propria identità e dei propri ricordi. Al momento sono migliaia le persone che hanno bisogno di supporto morale.

Cosa avete in programma in futuro nel lungo termine?

Nel lungo termine abbiamo in programma il tema dei rimborsi, come anticipavo prima, il quale non è un fatto che si risolve nell’arco di un mese, ed è un percorso molto lungo. Abbiamo in programma la ricostruzione della città, di strade, di aree verdi, parchi, abitazioni e tutto l’aspetto della periferia, come Modigliana o Santa Lucia. Il territorio è cambiato, addirittura alcune strade sono scomparse perciò non sarà neanche possibile ricostruirle nello stesso modo e questo sarà un lavoro impostato sul lungo termine. Ridisegnare il territorio sarà un lavoro che verrà svolto con l’aiuto della regione e dello Stato. La stessa cosa è per la pulizia degli argini e dei fiumi.

Quale settore ha più bisogno di una mano da parte vostra in questo momento?

Soprattutto le famiglie, privati, le aziende e le sedi lavorative. È importante far ripartire il sistema produttivo.

 Lo sport sta subendo un rallentamento, come pensate di agire per garantire uno sviluppo agevolato dei giovani romagnoli?

Proprio cinque giorni fa abbiamo avuto un incontro con un consigliere per stimare una cifra che andrà a risarcire i danni sugli impianti sportivi. Proveremo a trovare soldi per le società in modo da ripristinare le attività e dare occasione alle associazioni sportive di riprendere. Sappiamo che per i giovani e per gli atleti è fondamentale.

Quali saranno i principali provvedimenti che si adotteranno nel prossimo futuro?

Ci servono tante risorse, il nostro compito è quello di fare pressione allo stato per fornirci aiuto. L’ altro nostro incarico sarà quello di stare vicino alle persone colpite, e trovargli sistemazioni provvisorie. Chi non ha la possibilità economica deve avere l’opportunità di ripartire.

Come si provvederà all’ elevato numero di sfollati che non potranno rientrare a casa?

Al momento la maggior parte della gente è riuscita a trovare una sistemazione alternativa. Tuttavia abbiamo accolto 120 persone (per ora il numero non sta crescendo) che precedentemente risiedevano al Pala Cattani, in albergo, per avere una sistemazione più dignitosa anche se non può essere una soluzione per un tempo troppo dilungato.

Ci sembra che in questi anni non si sia fatto abbastanza per prevenire, o comunque limitare i danni di tale evento, perché?

Questo è un tema di dibattito molto aperto. Intanto c’è una normativa regionale e statale per regolare la pulizia dei fiumi e per decidere la presenza degli alberi cioè se sono da abbattere o meno, quindi in realtà c’è un equilibrio non da poco, bisogna pulire e buttare giù tutti gli alberi ma la normativa dice di non farlo. Per la pulizia degli argini dei fiumi c’è una gestione mista, la maggior parte è di competenza regionale, altra dei privati e una del comune, per esempio dove gli argini confinano con i privati, la pulizia spetta a loro. Quindi c’è tutta una rete di soggetti privati o istituzioni che sicuramente bisogna riguardare chi fa che cosa, e quello che si deve fare bisogna farlo ma insieme. È stata una alluvione che non ha avuto precedenti, che ha interessato un’area talmente vasta in cui più di venti fiumi  sono tutti esondati quindi è qualcosa che va al di là della pulizia dei fiumi. Un esempio ne sono le frane: nonostante abbiamo un territorio con calanti non si è mai visto che ci siano state trecentocinquanta/quattrocento frane in un giorno. Però sapendo che questi eventi potrebbero diventare frequenti, dati i cambiamenti climatici, bisogna provare ad anticiparli o comunque essere più pronti.

Negli anni precedenti su quali provvedimenti si è preferito investire, (rispetto alla cura degli argini)?

Ci sono molte risorse regionali e statali, come amministrazioni locali, c’è stato, rispetto ai privati, un fare il punto della situazione degli argini, la verifica di animali che fanno buchi in essi ma ci sono normative che li tutelano e impediscono la loro soppressione. Gli strumenti che si avevano si sono introdotti e magari il risultato non è stato quello che uno si sarebbe potuto aspettare. Rispetto alla forza di quello che è arrivato non c’erano situazioni critiche per cui ci si sarebbe dovuti preoccupare nel caso fosse arrivata un po’ più d’acqua del normale. Quindi le risorse ci sono e sono state usate, ma qui si parla di qualcosa di più e vanno fatti interventi oltre alla parte Lamone-Faenza anche in tutti i territori della Romagna dove va fatto un ragionamento molto più ampio al di là delle risorse singole di ogni comune.

Ha mai avuto a che fare con gente incompetente? Ci piacerebbe sapere come le gestisce.

In queste settimane abbiamo avuto la piena disponibilità e messa in campo delle competenze da parte di tutti, è già un mese che tutti i dipendenti comunali lavorano senza sosta facendo del loro meglio. Anche se è vero che non tutti siamo competenti su tutto, ognuno nel suo settore ha cercato di approfondire, di studiare, di capire e di prendere delle decisioni e quindi devo dire grazie a tutti perché sono stati bravi. È qualcosa di molto più grande di noi e tutti abbiamo dei limiti. I dirigenti si sono messi in moto, la protezione civile e i volontari che sono stati fenomenali, tutti ci stanno dando una mano e ci stanno dicendo che stiamo lavorando. Non posso dire incompetenza, sicuramente ci sono degli errori perché abbiamo di fronte qualcosa che non abbiamo mai affrontato e quindi stando i dentro stiamo imparando co me reagire. L’immagine del dipendente pubblico che alle due gli cade la penna e la raccoglie non è vera, in questo mese sono stati tutti disponibilissimi.

A cura di: Marco Francesconi, Mattia Minardi, Christian Morelli, Christian Scarpelli

Il progetto dell’Itip Bucci

A seguito del dialogo avuto con l’assessora alla Scuola, Formazione e Sport, Martina Laghi, con gli studenti della Classe 2° DM dell’Itip Bucci di Faenza la classe ha dedicato il suo tempo a un progetto interno, pensato dalla professoressa di lettere, Silvia Bezzi, che ha previsto interviste in merito all’alluvione. Gli studenti hanno intervistato esponenti delle forze dell’ordine, professori e studenti volontari, conoscenti che hanno purtroppo subito l’alluvione. Il prodotto finale ha visto la realizzazione di varie interviste svolte in questi giorni, tra cui questa.