“Ciò che la donna che lavora vuole, è il diritto di vivere, non semplicemente di esistere – vuole il diritto alla vita così come ce l’ha la donna ricca, al sole e alla musica e all’arte. Voi non avete niente di più che anche l’operaia più umile non abbia il diritto di avere. L’operaia deve avere il pane, ma deve avere anche le rose. Date una mano anche voi, donne privilegiate, a darle la scheda elettorale con cui combattere.”
Dal discorso tenuto nel Massachusetts, durante l’imponente sciopero tessile del 1912 da Rose Schneiderman, forse la sindacalista più conosciuta della storia degli Stati Uniti. Operaia in età precoce, autodidatta, militò attivamente nel movimento femminista per il suffragio universale. Nacque a Sawin, in Polonia, il 6 aprile 1882, in una famiglia ebrea che, quando era ancora bambina, emigrò negli stati Uniti. A causa delle difficoltà economiche, dovute alla morte prematura del padre, venne costretta a lasciare la scuola e a stare in un orfanotrofio; fino a quando, giovanissima, iniziò a lavorare nel settore tessile, sviluppando un crescente interesse per la politica radicale e le lotte delle lavoratrici. Organizzò, in pochi giorni, il primo sindacato femminile nella fabbrica dove lavorava, prima di ottenere un riconoscimento più ampio nello sciopero del 1905.
Nella New York Women’s Trade Union League, di cui fu vicepresidente, attirò le attenzioni sull’insicurezza delle condizioni di lavoro in seguito all’incendio della fabbrica Triangle di New York nel 1911. Ha avuto una parte fondamentale nel primo Congresso Internazionale delle Lavoratrici del 1919. Ha contribuito a fondare l’American Civil Liberties Union ed è stata presidente della Lega Nazionale delle Lavoratrici fino al suo pensionamento. Nel 1933 è stata l’unica donna nominata nella National Recovery Administration‘s Labor Advisory Board dal presidente americano F.D. Roosevelt. Alla Segreteria del Lavoro per lo Stato di New York svolse una campagna per l’estensione della sicurezza sociale per il lavoro domestico e per la parità di retribuzione per le lavoratrici. Alla prima Convention dei Sindacati Femminili sostenne che l’affrancamento politico delle donne era necessario per affrontare le loro precarie condizioni di lavoro. Di conseguenza, ha contribuito a espandere il movimento per il suffragio femminile – fino ad allora principalmente associato alle donne della classe media per includere le esponenti della classe operaia. È stato anche grazie al suo incessante attivismo che, nel 1917, venne votato il referendum sul suffragio femminile a New York. Si è ritirata dalla vita pubblica nel 1949, pur continuando a tenere occasionali discorsi radiofonici e apparizioni per vari sindacati. Rose Schneiderman è deceduta a New York l’11 agosto 1972, aveva novant’anni. In un necrologio apparso sul New York Times le venne attribuito il merito di aver insegnato a Eleanor e Franklin D. Roosevelt “la maggior parte di ciò che sapevano sui sindacati” e di aver avuto un’influenza importante sull’approvazione del National Labor Relations Act del 1935 (noto anche come il Wagner Act, che aveva il proposito di ridurre la disparità di potere contrattuale tra datori e lavoratori), il National Industrial Recovery Act e altre leggi del New Deal. Il necrologio dichiarava che aveva contribuito più di qualsiasi altro americano a migliorare la dignità e gli standard di vita delle donne lavoratrici.
Per un Primo maggio che ci ricordi da dove siano venuti.
Tiziano Conti