Sarà impossibile dimenticare la notte che ha cambiato il volto della nostra Faenza e di intere zone della regione. La seconda alluvione in un mese, ben più grave della prima. L’allerta generale a tutta la città scatta alle 19 di martedì 16 maggio quando il sindaco Isola invita la popolazione a recarsi ai piani alti delle proprie abitazioni e a non mettersi in strada per nessuna ragione. A mezzanotte sono ben 70 i millimetri di pioggia caduta: sette volte la quantità di acqua caduta nell’intero aprile scorso. E ad oggi, mercoledì 17, sono 14 i fiumi esondati nello stesso momento nella regione. Una tragedia mai vista prima.
Già nel pomeriggio di ieri, a partire dalle 16.30 il livello del fiume Lamone supera la soglia di massima allerta e il Marzeno alle 11.45 inonda l’area circostante mentre il suo affluente Samoggia usciva dal suo letto provocando l’allagamento della frazione di Santa Lucia. Nel tardo pomeriggio vengono chiusi anche Ponte delle Grazie e Ponte della Memoria: Faenza è tagliata in due. Aumenta la tensione e alle 21 la piena del Lamone e del Marzeno portano ad uno scenario senza precedenti: l’acqua entra nel centro abitato sfondando l’argine di via Renaccio. Percorre velocemente tutte le strade adiacenti, torna in quella che era l’ex zona rossa, scorre verso l’Orto Bertoni e via Firenze. Raggiunge le vie del centro, invadendo anche i quattro corsi che portano in Piazza del Popolo.
A questo punto la nostra narrazione non potrà mai restituire quello che ogni faentino e faentina si porterà dentro. Si spengono le luci, ma nessuno dorme. È il teatro di un dramma nel quale si sentono sirene, altoparlanti che invitano ad evacuare tutte le strade che vengono invase dal fiume in piena. E le voci. Le voci di chi sale sul tetto per evitare l’acqua che sale sempre più e chiama aiuto. Arrivano i soccorsi dall’alto, e per tutta la notte il cielo di Faenza è attraversato dagli elicotteri dei Vigili del Fuoco che cercano di mettere in salvo le persone.
Pala Cattani e Pala Bubani tornano a essere rifugio degli sfollati insieme a Palazzo del Podestà in centro e all’hotel Cavallino. Stavolta gli evacuati sono nell’ordine delle migliaia in tutta l’Emilia-Romagna. La mancanza di elettricità complica le operazioni di soccorso perché il buio è assoluto e i cellulari iniziano a scaricarsi.
Tutta la parte est di Faenza è allagata e i livelli del fiume sono ben oltre la soglia di massima allerta: alle 00.30 raggiunge i 9.47m. Arriva quindi ai piani superiori delle case e i soccorsi per questo si protraggono anche nella giornata di oggi mercoledì 17 maggio.
Il 17 maggio situazione in miglioramento, ma l’allerta continua
Chiuso il traffico autostradale in più tratti, sospesa la circolazione ferroviaria, le scuole rimangono chiuse anche domani 18 maggio. Due classi del liceo Torricelli-Ballardini di ritorno da una gita sono state impossibilitate a rientrare causa della sospensione delle linee ferroviarie: saranno ospitate dalla Caritas e dalla Protezione civile di Firenze. Alle 6.45 un nuovo aggiornamento del sindaco invita la popolazione a rimanere in stato di massima allerta perché la criticità della situazione è ancora molto alta e a informarlo personalmente delle situazioni di massima urgenza che necessitano soccorso. Si iniziano a contare le prime vittime nella provincia di Forlì-Cesena e anche nel tratto Solarolo-Castel Bolognese viene trovato nel pomeriggio un uomo senza vita.
Alle 13 il sindaco Isola rinnova l’invito alla massima prudenza e continuano anche nel pomeriggio i soccorsi, mentre nelle vie del centro inizia a rialzarsi Faenza: tanti coloro che danno una mano a ripulire negozi e scantinati in un pomeriggio di tregua. Sembra infatti che le condizioni metereologiche su Faenza vadano verso un lieve miglioramento e si abbassi gradualmente il livello del fiume, ma rimane ancora oltre la soglia massima e l’allerta è ancora rossa anche per la giornata di domani, dunque è ancora necessario stare ai piani alti degli edifici. Per chi è stato evacuato è assolutamente impossibile fare ritorno nelle proprie abitazioni.
Non è ancora il momento di contare i danni che saranno di certo innumerevoli. Purtroppo neppure la biblioteca Manfrediana è stata risparmiata, con un metro d’acqua che ha invaso la sala ragazzi e la sezione letteratura. Anche la giornata di oggi si chiude un unico obiettivo: che si salvino tutti.
Letizia Di Deco
Foto Samuele Marchi