Studenti che si mettono in gioco nel presentare bellezze nascoste nel nostro territorio. È tornato il 25 e 26 marzo a Faenza l’appuntamento con le Giornate Fai di Primavera, un’occasione unica per conoscere luoghi del patrimonio culturale spesso non visitabili o poco conosciuti. In tutto 26 studenti del Persolino-Strocchi in veste di “apprendisti ciceroni” insieme ai volontari del Fai, hanno guidato i visitatori alla scoperta del Palazzo Conti, in corso Mazzini, uno dei luoghi in cui ha operato l’artista neoclassico Felice Giani. In soli due giorni si sono registrati oltre 500 visitatori, con tanti turisti che hanno fatto la fila per entrare all’interno di questo palazzo privato.

Per le Giornate Fai, gli studenti hanno presentato le sale di Palazzo Conti, in corso Mazzini

palazzo conti fai

Una proposta che ha dato tanta soddisfazione a docenti e studenti dell’istituto. «Quello che cerchiamo di trasmettere agli studenti con questo progetto – spiega la prof. Annalisa Poli, una delle docenti referenti – è stimolare la loro curiosità, partecipano infatti volontariamente, e il piacere di una conoscenza culturale a 360 gradi. Gli studenti svolgono un percorso in cui vengono preparati nel dettaglio a questo appuntamento». Sono stati gli studenti del Persolino-Strocchi a condurre il pubblico attraverso le sale durante tutta la visita a Palazzo Conti. Nelle scorse settimane gli studenti hanno svolto non solo attività per conoscere la storia e l’arte del palazzo, ma anche su come esporre al meglio questi contenuti parlando al pubblico: la gestualità, il tono di voce, il linguaggio corporeo. «In questo ci ha aiutato Fabio Guerrini del Fai, e, prima delle Giornate, sono state fatte delle esposizioni test con alcuni docenti per aiutare gli studenti a capire cosa migliorare».

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A essere al centro della visita, un palazzo neoclassico privato, poco conosciuto ai faentini stessi, che ha deciso di aprire le sue porte al pubblico. «La prima volta che ho fatto il sopralluogo – ricorda Poli – ne sono uscita senza parole per la sua bellezza. Ringraziamo la proprietaria che è stata molto disponibile in queste giornate». «Si tratta anche di un modo per avvicinare gli studenti al patrimonio culturale del territorio – aggiunge l’altra docente referente, prof. Antonella Parola -. Ed è stata un’occasione unica per visitare questo luogo su cui non c’era molto materiale bibliografico già scritto rispetto ad altri palazzi più noti, come per esempio Palazzo Milzetti. Questo mi preoccupava un po’ per riuscire a preparare gli studenti al meglio nella loro esposizione, ma alla fine c’è stata tanta soddisfazione nel vedere i nostri ragazzi che, dall’emozione iniziale dei primi turni, man mano hanno preso ritmo, si sono tranquillizzati e sono stati degli ottimi Apprendisti ciceroni, ricevendo gli applausi dal pubblico».

Mettersi in gioco e apprendere nuove competenze

sean
Sean.

Per gli studenti è stata l’occasione per conoscere nuove competenze che pensavano di non avere. «Ho scelto di partecipare al progetto perché per me rappresentava una sfida e un mettermi in gioco. Era un’esperienza che volevo provare» dice Sean, 19 anni, uno dei ciceroni. La stanza a cui è stato assegnato era la sala dei legislatori. «La difficoltà maggiore è stata quando ho dovuto presentare altre sale rispetto alla mia, perché momentaneamente si erano dovuti assentare alcuni compagni, ma grazie a questo progetto ho capito di saper fare di più di quello che pensavo e, anche in quelle situazioni, è andata bene».

valentina
Valentina.

Insieme a Sean ha partecipato anche Valentina, 18 anni, che dice: «L’ho presa come una sfida. Essendo molto timida volevo uscire dalla mia comfort zone». Ha scelto di presentare ai visitatori la saletta di Apollo, «perché mi appassiona la mitologia greca e quando ho visto questa fantastica sala ho detto “questa deve essere mia”». Per Valentina e gli altri Apprendisti è stata un’esperienza gratificante e impegnativa. Facendo molti turni durante la mattina la stanchezza si è fatta sentire. «Dopo un po’ si faceva più fatica a presentare la sala e dovevamo stare attenti che le persone non toccassero nulla» ma, nonostante ciò, da questa esperienza ha imparato a relazionarsi con persone nuove. «La cosa che mi è piaciuta di più è stata vedere che alla gente l’esposizione è piaciuta».

Gentjana Cerriku