Lunedì 27 marzo è andata in scena la quarta e ultima serata del ciclo “I lon ad mérz“, i lunedì di marzo, con «E’ nòstar dialet int la puisèja d’incudè», come di consueto al Teatro dei Filodrammatici diFaenza.
Tra gli ospiti di quest’ultima serata la modiglianese Alberta Tedioli, che fa parte della squadra di autori dell’editore Tempo al libro.
Per i modiglianesi la grande novità è stata rappresentata dalla “discesa a valle” del dialetto di collina tosco romagnolo.
Nei grandi consessi letterari i dialetti di collina vengono un po’ “scantonati” dagli organizzatori, in quanto hanno una fonetica molto diversa che mal viene percepita dalla Bassa. Presentarsi davanti a un pubblico prevalentemente faentino con le nostre parole fondamentali Lù anziché lò per dire lui, bordel anziché burdèl e tutte le” o” al posto delle “u” della Bassa, è stata una impresa coraggiosa ma riuscita molto bene.
Alberta Tedioli era affiancata da un grande nome della poesia romagnola e cultore della nostra lingua madre Alfonso Nadiani e anche da Max Baccarini, anch’egli conosciuto e apprezzato, ma ha saputo farsi valere per l’originalità dei testi e la sottile ironia dei contenuti.
Le poesie di Alberta infatti hanno sempre una loro morale, richiamano sempre situazioni sociali critiche e invitano con moniti allegri a riflessioni e pensieri, non sono autocelebrative o ermetiche ma allegre e gioviali e per questo si ascoltano con piacere.
Il numeroso pubblico è rimasto affascinato dall’ironia di Alberta e alla fine molti sono intervenuti a congratularsi e hanno posto domande curiose.
In molti poi hanno acquistato il libro di Alberta “Pruvì a dil en itaglià” provate a dirlo in italiano, che oltre a contenere modi di parlare in dialetto e ricerca di parole intraducibili, presenta una serie di poesie sociali ed ironiche.
Davvero ottima l’iniziativa di Mario e Mauro Gurioli, per tenere viva la lingua madre modiglianese.
Alberta Tedioli e Roberta Tomba