Un luogo ricco di storia, tradizione e fede che da alcuni anni è tornato a essere lo spazio vivo di una comunità. L’ex chiesa parrocchiale di San Bartolomeo in Casale sorge ai piedi delle prime propaggini collinari faentine, nelle vicinanze della riva destra del fiume Senio, in posizione un poco defilata rispetto alla strada che dalla via Emilia porta a Tebano e a Villa Vezzano. Da circa otto anni la chiesa è di proprietà della Fincasale srl, la cui proprietà è in capo all’ingegnere Carlo Farina. Il nome della società prende il nome proprio dalla chiesa del Casale.

La storia di questa chiesa è affascinante e significativa, la sua esistenza è documentata sin dal 1184. Dedicata a san Bartolomeo, data la vicinanza con la Linea Gotica, la chiesa subì il passaggio del fronte fra l’inverno del 1944 e la primavera del 1945. Lo scambio di colpi di artiglieria fu intenso, tanto che la chiesa del Casale e la canonica vennero quasi completamente distrutte. Dei cipressi che la contornavano ne sopravvissero solo due, e di questi uno è arrivato fino ai nostri giorni. Il Cipresso del Casale, così la gente del posto è solita definirlo, ha una sua inconfondibile caratteristica: sopravvissuto alla bufera bellica manifestatasi con estrema violenza in questo luogo, è segnato in estensione e in profondità da buche o anfratti scavati da schegge di granate.

Accanto a esso risorse la chiesa di Casale, ricostruita nel 1949. Ancora oggi il secolare cipresso si erge a sentinella della chiesa, ricordandoci gli orrori di una guerra che non deve mai più ripetersi e trasmettendoci un messaggio di forza e di resistenza alle avversità. La chiesa attuale conserva l’aspetto tardo neoclassico dovuto alla ricostruzione operata nel 1896, senza gravi manomissioni delle linee architettoniche nonostante la parziale ricostruzione postbellica. Negli anni più recenti a prendersi cura della chiesa è stato don Domenico Casadio. E grazie all’opera di ristrutturazione degli anni scorsi, la chiesa è tornata a essere luogo di incontro e di comunità, arricchita anche da una pregevole lunetta realizzata dal maestro Goffredo Gaeta realizzata quattro anni fa. Lo testimonia anche un partecipato battesimo che è stato celebrato il 24 agosto scorso, festa di san Bartolomeo, e concerti gospel nel periodo natalizio. E altri eventi sono in programma nei prossimi mesi.

Nei pressi della chiesa ha trovato casa la nuova sede di Eco Next, società del gruppo Fincasale. L’inaugurazione è avvenuta martedì 14 marzo 2023 alla presenza del sindaco Massimo Isola.

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Cronologia

Non si conosce la data esatta di edificazione ma la sua esistenza è documentata sin dal 1184 d.c.
1573 – La chiesa riceve la visita apostolica di mons. Marchesini, Vicario del Papa, che riferisce che l’altare maggiore è lapideo e un secondo altare è in lateritium.
1769 – Inventario del parroco indica la lunghezza della chiesa in 24 piedi faentini; larghezza e altezza in 12 piedi faentini. La porta della chiesa è orientata a occidente e quella della contigua sacrestia a oriente. Il campanile è in cattivo stato e minaccia di cadere.
1781 – Chiesa e canonica vengono colpite duramente dal terremoto.
1782 – Una perizia determina in 400 scudi i costi di riparazione di chiesa e canonica.
1833 – La chiesa e la canonica sono in buono stato per i lavori di restauro fatti eseguire dal parroco Francesco Visani.
1833 – Il pavimento della chiesa ha ceduto e la cappella contenente l’altare laterale da poco costruita ha buttato tante crepature. L’altare è in legno verniciato a marmo.
1873 – La Chiesa si trova in pessimo stato; muri spiombati e tutto quasi irrecuperabile. Una perizia redatta dall’ing. Giuseppe Montuschi descrive la chiesa situata su un terreno instabile e acquitrinoso.
1889 – La chiesa viene ricostruita di nuovo dal parroco Francesco Montanari e inaugurata dal vescovo Cantagalli. Risulta lunga m.16; larga m.6 e alta m.l O. Le fondamenta sono profonde m.2 e di m.l di spessore, sono poste su palafitte di quercia di m.l,5 di lunghezza. Ha tre altari di pietra con gradini di cemento. Il pavimento in quadrelli di cemento. I due altari laterali stanno dentro cappelle profonde m.2 e larghe m.2,70. Il campanile è a sezione quadrata di m.l ,38 per lato con guglia in cima per una altezza totale di 21 metri e sorge dietro il coro a cornu Evangelii.
1909 – Viene rifatta la canonica.
1937 – Ottobre: la chiesa viene restaurata e decorata dal faentino Domenico Martini su disegni del prof. arch. A.M. Vassura di Faenza. L’interno della chiesa che risale al secolo scorso è di carattere classico. Il campanile è molto slanciato e si vede dalla Via Emilia.
1945 – La chiesa viene colpita dalle granate lanciate sul fronte del Senio.
1949 – Riparazione e ricostruzione parziale di chiesa e canonica per i danni di guerra.