Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, risorsa sempre più preziosa, anche in Italia dove però quasi nove litri di pioggia su dieci che cadono lungo la Penisola non vengono raccolti, a causa di carenze infrastrutturali e di reti.

Oggi, invece, alla luce di un 2022 in cui è caduta il 30% di pioggia in meno, evitare le perdite sarebbe fondamentale.

Il ravennate – afferma Coldiretti Ravenna – da questo punto di vista, pur soffrendo come il resto del Paese gli effetti dei cambiamenti climatici e in particolare la scarsità di precipitazioni, ha costruito nel tempo e grazie agli investimenti sinergici di agricoltori e Consorzi Bonifica, un sistema irriguo ‘salva raccolti’ efficiente e tuttora in espansione.

Crescita delle temperature, sfasamenti stagionali e soprattutto modificazione della distribuzione ed aumento dell’intensità delle piogge richiedono interventi strutturali perché gli effetti sono evidenti: basti pensare che il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,2 metri, come in piena estate.

Nicola Dalmonte (pres. Coldiretti Ravenna): ” Il clima è cambiato, occorre fare il possibile per raccogliere e trattenere l’acqua”. Va in questa direzione il “piano laghetti”, già attivo nel ravennate

E’ evidente come il clima sia cambiato e come sia necessario attrezzarsi per convivere con apporti precipitativi nettamente inferiori rispetto al passato – commenta Nicola Dalmonte, presidente di Coldiretti Ravenna – perché dalla disponibilità idrica dipende la sopravvivenza dell’agricoltura e quindi la produzione degli alimenti base della nostra dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla alla frutta e verdura fino al mais per alimentare gli animali.

Le piogge di questi giorni sulla nostra provincia – prosegue – hanno alleviato lo stato di sofferenza delle colture, ma di fronte a questa tropicalizzazione del clima e alla siccità collegata occorre fare il possibile per raccogliere l’acqua quando piove, trattenerla e renderla disponibile nei momenti di difficoltà”.

In questa direzione va il ‘piano laghetti’ elaborato da Coldiretti insieme ad Anbi, al fine di realizzare a livello nazionale una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura.

Un progetto che, su scala provinciale, è già attivo nel ravennate dove in particolare nelle zone di collina, quelle più soggette ad andare in sofferenza perché dipendenti da fiumi e torrenti, è presente una fitta rete di invasi aziendali ed interaziendali, in continua espansione.

“Qui – commenta Dalmonte – gli agricoltori hanno fatto la propria parte, unendo forze e risorse, e continuano ancora a farla investendo nell’uso razionale dell’acqua con lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto, con l’utilizzo di nuove tecnologie e  l’introduzione di colture meno idro-esigenti, perché l’acqua è essenziale per mantenere in vita l’intero sistema agricolo senza il quale è a rischio la sopravvivenza dell’ambiente, la competitività economica dell’intero comparto agroalimentare e la tenuta occupazionale del territorio”.