Il Comitato Antifascista per la Democrazia e la Libertà del Comune di Faenza, nella seduta del 2 marzo 2023, ha espresso unanime condivisione e gratitudine al Collegio Docenti e alla Dirigente Scolastica del Liceo Torricelli-Ballardini relativamente alla circolare contenente una ferma e giusta presa di posizione circa i fatti avvenuti al Liceo Michelangiolo di Firenze.

Un messaggio rivolto agli studenti di grande valenza educativa, nel più puro senso costituzionale del compito della scuola chiamata a formare cittadini e non sudditi.

E’ nella scuola che si esalta il fondamentale principio costituzionale della libertà di pensiero, è nella scuola che si insegna a non rimanere impassibili di fronte alle ingiustizie, alle prepotenze e alle sopraffazioni.

La scuola è un luogo in cui si insegna a prendere parte, a formarsi un’idea, a non rimanere indifferenti.

La Repubblica e la democrazia in Italia hanno origine da una vittoria faticosa e dolorosa, costata sacrifici, tragedie e distruzioni. Una storia resa possibile dai tanti che nell’oscuro periodo del regime mantennero acceso il lume della giustizia e del bene.

La nostra Repubblica nasce dagli ultimi, da chi si sottrasse al tracotante pensiero unico esaltando le diversità e le unicità.

La nostra Repubblica nasce dalla Resistenza che è stata innanzitutto un incontro, una condivisione di valori tra tante e diverse anime politiche e culturali che dopo il ventennio e la distruzione bellica condivisero la necessità di costruire uno stato democratico e antifascista.

L’antifascismo, come viene giustamente sottolineato nella circolare del Liceo, non è una fede politica, ma la natura stessa della nostra Repubblica che nasce nel movimento di Liberazione Nazionale e di converso il fascismo è l’antitesi di ogni forma di giustizia, di democrazia e di ogni libertà.

Sosteniamo fortemente la necessità di educare all’antifascismo, di far comprendere che è in questo che si fonda il nostro essere cittadini.

Lasciano quindi fortemente perplessi e destano preoccupazioni le intromissioni nella libertà educativa delle nostre scuole insinuando una politicizzazione del percorso educativo quando si parla di antifascismo. Una narrazione che rischia di voler rileggere la storia e nel cercare di definire l’antifascismo come argomento politico, opera un’intromissione di tipo politico e di negazione dei principi fondanti il nostro Stato.

Non bisogna aver timore, anzi, – concludano dal Comitato – ci uniamo con forza alla necessità di urlare a gran voce che siamo antifascisti perché siamo cittadini della Repubblica Italiana.