L’ispettore superiore Gabriele Montalti in pensione dopo 37 anni di servizio, 30 dei quali passati al commissariato di polizia di Faenza. Classe 1966, originario di Fognano di Brisighella, Montalti si è arruolato nella Polizia di Stato nel 1986 come agente ausiliario in alternativa al servizio militare, frequentando il corso di addestramento alla scuola di polizia di Alessandria per poi svolgere servizio nelle città di Bologna e Torino prima di essere trasferito, nel 1993 al commissariato di polizia di Faenza nella vecchia sede di via Manzoni.
Il primo incarico a Faenza fu relativo all’operazione antidroga “Adriatico”
Primo incarico nella città manfreda, fu l’assegnazione alla squadra anticrimine per le indagini relative alla maxi operazione antidroga ‘Adriatico’, la prima grande indagine antidroga svolta nel ravennate con le tecniche d’avanguardia, attraverso intercettazione telefoniche e ambientali, che portarono a sgominare un’associazione a delinquere con sede a Faenza e finalizzata allo spaccio di decine di chili di eroina e cocaina in tutta la Romagna, chiusa a marzo 1995 con un trentina di ordinanze di custodia cautelare in carcere e più di 90 indagati.
Durante le indagini Montalti fu anche aggregato per alcuni mesi alla Procura della Repubblica di Ravenna lavorando fianco a fianco dell’allora Pm della DDA, Gianluca Chiapponi.
In seguito a questa operazione a Montalti fu riconosciuto anche un encomio dal capo della Polizia di Stato. Sempre nel 1995 Gabriele Montalti vinse il concorso per sovrintendenti frequentando il corso di addestramento presso l’istituto di formazione di Roma-Casal Lombroso e nel 1996 transitò nel ruolo degli ispettori ritornando al commissariato Faenza, con incarichi prima alla squadra anticrimine poi, dal 2001, all’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico quale coordinatore delle volanti e ufficio denunce.
Incarico questo che ha rivestito per 15 anni, alternando, durante i periodi estivi, l’aggregazione al posto di Polizia stagionale di Pinarella di Cervia come coordinatore del personale di rinforzo inviato dal Ministero dell’Interno durante le stagioni estive, dove si è distinto in numerose operazioni di contrasto del fenomeno dell’anti-abusivismo commerciale sul litorale e anti-prostituzione lungo la statale adriatica, tutte evidenziate nelle prime pagine della cronaca locale.
Gabriele Montalti ha partecipato anche alla trasmissione in onda su Rai Tre sulla violenza contro le donne ‘Amore criminale‘ in relazione ad un grave fatto di cronaca del 2011 quando un uomo, originario di Riolo Terme, ma residente a Bologna, aveva ucciso la compagna, andandosi poi a costituire al commissariato di Faenza. In quell’occasione fu proprio Montalti a raccogliere la sua confessione.
Gli ultimi anni di carriera spesi nella lotta alla violenza di genere, indagando su casi di codice rosso, tra cui l’omicidio di Ilenia Fabbri
Gli ultimi anni della sua carriera l’ispettore superiore li ha trascorsi sempre alla squadra anticrimine indagando principalmente su casi di ‘Codice Rosso’, le violenze di genere, tra queste quella dell’efferato omicidio di Ilenia Fabbri, avvenuto il 6 febbraio 2021, che ha portato alle condanne dell’ergastolo in primo grado per l’ex marito e per il sicario che secondo gli inquirenti aveva assoldato.
Gabriele Montalti: “La soddisfazione di aver aiutato tante persone mi riempie di orgoglio”
«Come ho sempre detto -racconta Montalti- il mio è stato il lavoro più bello del mondo; ho vissuto esperienze ed emozioni che una persona fuori dal nostro ambiente difficilmente riesce a comprendere; la soddisfazione di aver aiutato tante persone mi riempie di orgoglio. Tra le tante indagini legate al ‘Codice rosso’ ne ricordo una in particolare, nata dalla denuncia di una donna che si era rivolta al commissariato per denunciare i maltrattamenti subiti per anni da parte del marito.
Quello che disse ha dato un senso alla mia carriera: “Nella mia vita -mi manifestò- sono sempre stata sfortunata; la mia unica fortuna è stata quella di aver incontrato una persona come lei”. Infatti dopo la separazione era come rinata e per anni, ogni volta che mi incontrava per strada, non ha mai smesso di ringraziarmi».